(foto LaPresse)

Requiem per un fratello

Matteo Matzuzzi

Il messaggio di Benedetto XVI al funerale di Georg. Le lacrime di mons. Gänswein. Esempio di fede vissuta

"Vorrei ringraziarti, Signore, per essere riuscito a stare di nuovo con lui negli ultimi giorni della sua vita. Non ha chiesto che io venissi lì. Ma ho sentito che era l’ora di tornare da lui. Sono profondamente grato per questo segno interiore che il Signore mi ha dato. Quando l’ho salutato, la mattina del 22 giugno, sapevamo entrambi che sarebbe stato un addio a questo mondo, per sempre. Ma sapevamo anche che il Dio buono, che è Signore anche nell’altro mondo, ci darà lì una nuova vita. Che Dio ti ricompensi, caro Georg, per tutto quello che hai fatto, sofferto e mi hai dato”.

 

E’ questo il messaggio che il Papa emerito Benedetto XVI ha inviato a Ratisbona, dove ieri mattina si sono celebrati i funerali del fratello Georg, morto la scorsa settimana. A leggere il messaggio è stato mons. Georg Gänswein, non riuscendo a trattenere le lacrime. Presenti anche il nunzio in Germania, mons. Nikola Eterovic e i cardinali Reinhard Marx e Gerhard Ludwig Müller, già vescovo di Ratisbona. Ha presieduto il rito il suo successore, mons. Rudolf Voderholzer. Si comprende ancora di più, dalle parole di Benedetto XVI, il senso dell’improvviso viaggio di metà giugno in Baviera. Nessun mistero, nessun retroscena buono per scandalucci cui dedicare pagine patinate. Solo l’affetto per un fratello. Un bel messaggio di carità cristiana e di profonda fede, quello scritto dal Papa emerito: il dolore per il distacco terreno dall’unico parente in vita mitigato dalla certezza del ricongiungimento nell’eternità. Un catechismo messo in pratica, altro che teoria.

Di più su questi argomenti:
  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.