(foto d'archivio LaPresse)

La scena musicale romana lentamente ritorna a illuminarsi

Chiara Sgreccia

Ma i concerti sono tutti su prenotazione, i grandi artisti evitano e gli esordienti spesso non hanno pubblico

Roma. Sara finisce il suo gin tonic seduta al tavolo in prima fila, con il piede batte la musica. Sul palco ci sono i Caltiki in concerto, una band garage-rock psichedelica di Roma. Amazzoni, il nuovo disco, è uscito in pieno lockdown “un disco energizzante, liberatorio, da ballare, che abbiamo deciso di fare uscire perché avevamo bisogno di illuminare un periodo buio, complesso e doloroso come quello che stavamo vivendo e per mettere un punto dopo un anno in cui abbiamo lavorato come matti” dice Tommaso di Giulio, cantante, bassista e autore della band.

 

“Siamo tornati a lavorare come a inizio gavetta, da ragazzini, rimboccandoci le maniche e ricoprendo i ruoli che spettano ai manager o all’agenzia di booking per trovare più date possibili dopo la cancellazione del tour. La voglia di suonare per noi è vitale e produce energie insospettabili”. Due ore e un quarto di concerto rock’n roll con il pubblico seduto: da un lato un’atmosfera straniante, dall’altro l’attenzione dello spettatore puntata sul palco. Si crea un’energia diversa in cui non tutti gli artisti riescono a sentirsi a loro agio. Federico Gramolini di DNA concerti, che organizza eventi musicali in tutta Italia, spiega che ora si mandano avanti gli artisti meno noti perché i tour dei grandi hanno costi alti che sono difficili da coprire. Le disposizioni anticovid prevedono che ci possano essere fino a duecento spettatori per i concerti al chiuso e mille all’aperto. “Per molti artisti questa non è una situazione facile. Soprattutto gli esordienti che non hanno un pubblico di riferimento cospicuo decidono di non rischiare. I concerti sono su prenotazione. Le date live rappresentano un momento di promozione, di solito accompagnano il lancio del nuovo disco, che è importante organizzare bene perché potrebbe cambiare la carriera”.

 

Frankie Bellani è direttore musicale e fondatore dello studio di registrazione 24 Gradi, tastierista del cantautore Calcutta e attivo in collaborazioni con numerosi artisti. “Tre giorni dopo l’inizio del lockdown sarei dovuto partire in tour con Tutti Fenomeni – musicista romano, classe ‘96 che, come scrive nella sua bio, appartiene agli anni Cinquanta più idealizzati al mondo –. Avevamo lavorato duramente per la preparazione del tour e in un giorno è scomparso tutto. All’inizio non è stato facile. Quello che oggi mi mette in difficoltà è non essere a conoscenza di che cosa succederà nei prossimi mesi. Faccio musica da sempre ed è proprio ciò che voglio fare, non sapere quando potrò tornare a suonare è sconfortante. Si parla di primavera 2021 ma è impossibile programmare eventi e concerti adesso”.

 

Sono prove tecniche di ripartenza. Così definisce questo periodo Emiliano Colasanti, giornalista musicale e cofondatore della 42 Records, l’etichetta romana che ha scoperto i Cani, il progetto musicale del romano Niccolò Contessa, e lanciato le carriere soliste di Cosmo e Colapesce. “La vera ripartenza sarà quando potremo tornare ad ascoltare la musica dal vivo come facevamo prima, senza restrizioni. Però trovo positivo quello che sta succedendo a Roma in quest’estate particolare, un’estate di lavoro per molti. La città si sta riempiendo di eventi che sono fondamentali per riabituare le persone alla musica dopo mesi chiusi dentro casa. Non esistono solo i grandi eventi, anzi la vera battaglia si gioca sul campo”.

 

Al Fanfulla 5/a, circolo Arci al Pigneto, sono ricominciati i concerti dal 24 giugno. Piccole live, in serie, da ascoltare seduti e con l’accesso consentito solo su prenotazione. Venticinque posti, ogni artista si esibisce per tre sere di fila e i podcast sono disponibili sul sito web per garantire a tutti gli interessati l’esperienza. Emmanuel che ha aperto il locale, seleziona gli artisti “sono musicisti di Roma che orbitano attorno al nostro circolo da anni, ci siamo immaginati una programmazione nuova, in dialogo con il territorio. Per noi la cosa importante è stata dare un segnale di ripartenza, per tenere in vita le attività culturali, e sta funzionando bene. Non siamo mai stati soltanto un luogo di ritrovo per bere drink e non volevamo diventarlo”.

 

Effimera ha dato vita all’estate popolare nel cortile di Fusolab 2.0, ogni sera un concerto diverso, gratuito, accessibile solo su prenotazione, da ascoltare a cena. Anche l’Auditorium parco della musica si è riorganizzato e per l’estate ha dato vita a Auditorium Reloaded. Riprende la stagione di concerti e spettacoli all’interno della cavea progettata da Renzo Piano, con un massimo di mille spettatori, nel rispetto delle disposizioni vigenti anticovid.

 

“La musica non si è fermata. E per cause di forza maggiore, nonostante il distanziamento sociale, si sono create nuove dimensioni di vicinanza. I concerti sono diventati momenti raccolti e gli artisti si sono messi in gioco. Il covid ha cambiato la scena e per la prima volta stiamo vivendo tutti la stessa situazione. Però spero che presto si possa tornare alla normalità con la sicurezza di farlo: per me esiste solo un modo di fare musica dal vivo ed è quello che conosciamo tutti” conclude Colasanti che fa parte anche de La Musica che Gira, il coordinamento di lavoratori, artisti, imprenditori e professionisti della musica e dello spettacolo che dà voce a tutte le categorie della filiera, una voce da ascoltare in un momento così complesso.

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