Raggi e quel sonetto rivelatore
La sfiducia presunta di Grillo verso la sindaca, e le mosse autonome del M5s. Parla Monica Lozzi
-
Virginia Raggi e lo psicodramma grillino della discarica (come Tap e Tav)
-
Stelle contro stelle
-
15 milioni in buoni pasto per i romani in difficoltà, ma ci sono problemi
-
Stelle cadenti
-
"Il Movimento 5 stelle a Roma non è solo Raggi". Parla Monica Lozzi
-
Raggi nel ciclone
-
Aria di crisi anche al VII municipio. Il M5s è finito
-
Dibba o Taverna? Anche il futuro del grillismo si gioca a Roma
-
Movimento 5 parenti
-
Uno non vale uno
-
Virginia non molla e rilancia, tutti i consiglieri m5s sono con lei
-
E ora la Raggi fa arrabbiare pure lo stato maggiore della Difesa
-
Una nobile carcassa e una storia pazzesca: gli ex mercati generali
-
Una capitale poco competitiva
-
Una volta qui era tutto riformismo. Parla Nannicini
-
Il Pd a Roma ha bisogno dei voti del M5s ma non vuole Virginia Raggi
-
La scena musicale romana lentamente ritorna a illuminarsi
-
Roma discarica aperta
-
Primarie per tutti nella capitale
-
Non c'è il candidato sindaco, ma ecco la prima lista civica (a destra)
-
Nuove grane per Raggi. A Roma si dimettono i presidenti delle commissioni Bilancio e Urbanistica
Il mistero del post di Beppe Grillo, quello in cui con un sonetto (non scritto da lui, ma da Franco Ferrari) dice a Virginia Raggi che Roma non la merita, ma lo dice forse proprio per dire (al Pd?) che Roma non merita un secondo mandato della sindaca a Cinque stelle. E il mistero neanche tanto misterioso del perché, per togliersi d’impaccio – visto l’attivismo di Raggi per lanciarsi verso la corsa-bis – il fondatore del M5s abbia dovuto addirittura dare addosso all’elemento scenico di cui mai si pensava avrebbe fatto a meno: il popolo, anche detto, nel sonetto, “gente de fogna”. Tra i due misteri resta il dubbio di come intenda muoversi il M5s in vista del 2021, visto che l’eventuale alleanza (o desistenza) con il Pd non potrebbe non passare – pena la rivolta di gran parte della sempre più esigua base – da un primo turno con candidato proprio, ma visto anche che il Movimento non rinuncia al sogno di trovare una personalità terza che metta d’accordo tutti, Pd compreso (modello Conte?). E però, intanto, i quattro anni di sindacatura Raggi non sono trascorsi senza scosse, nel Movimento romano, già diviso tra seguaci del sindaco, specie a monte della prova dei fatti, e seguaci di Roberta Lombardi. Ma è stato nei municipi, avamposti territoriali in cui la realtà ha assalito prima che al vertice capitolino le velleità, che il malumore contro Raggi ha preso corpo.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE
- Marianna Rizzini
Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.