E ora la Raggi fa arrabbiare pure lo stato maggiore della Difesa

Gianluca De Rosa

“Mando i militari al campo rom di Castel Romano”, aveva detto il sindaco. E loro, i militari: ma se ha 7.000 vigili!

Roma. “Siamo all’entrata del campo rom di Castel Romano, nella periferia sud di Roma. Abbiamo inserito dei varchi d’accesso al campo in cemento per impedire l’ingresso dei veicoli e prevenire lo sversamento illecito di rifiuti e il fenomeno dei roghi tossici. L’accesso all’area sarà presidiato dalla Polizia locale e, dalla prossima settimana, anche dall’Esercito”. Nel video postato alcuni giorni fa sulla sua pagina Facebook, a Virginia Raggi manca solo l’elmetto, ma la concitazione e i toni sono quelli della reporter di guerra. Una versione adatta all’annuncio. “Arriva l’esercito”. 

 

Siamo all’entrata del campo rom di Castel Romano, nella periferia sud di Roma. Come potete vedere dalle immagini,...

Pubblicato da Virginia Raggi su Giovedì 9 luglio 2020

 

Il campo rom di Castel Romano, trasformato da tempo in discarica abusiva, con roghi di rifiuti a cadenza quotidiana, e senza depuratori fognari da più di due anni, con i liquami che scaricano direttamente nella riserva naturale di Malafede, ha innescato nelle scorse settimane un nuovo scarica barile tra comune di Roma e Regione Lazio. Dopo una lunga trafila di rimpalli Virginia Raggi ha ceduto alle pressioni regionali: a settembre inizierà lo sgombero del campo. Intanto, ha promesso la sindaca, gli accessi ripristinati e protetti dai new jersey di cemento saranno presidiati anche dall’esercito.

 

“E’ l’ennesimo caso di uso improprio che si fa delle Forze armate”, dice il generale Vincenzo Camporini, capo di stato maggiore della Difesa dal 2008 al 2011 e oggi vicepresidente dell’Istituto affari internazionale, da sempre criticò con l’abuso dell’esercito per scopi civili. “Le Forze armate devono intervenire in caso di emergenza a supporto delle amministrazioni che hanno bisogno di aiuto, ma davvero un campo rom può essere considerato un’emergenza?”, chiede sottintendendo la risposta. “Purtroppo l’esercito è diventato l’estrema ratio a cui gli amministratori ricorrono quando non sanno più bene che cosa fare. L’esempio emblematico è l’emergenza rifiuti a Napoli: la produzione di immondizia non è un fatto eccezionale, eppure anche in quel caso servì l’intervento”. Tra i militari in tanti la pensano come lui. “Alluvioni, terremoti epidemie sono fatti abnormi che avvengono al di là della routine quotidiana, è in questo caso che l’esercito deve intervenire”, dice ancora l’ex Capo di stato maggiore. “Tutto quello che è ordinaria amministrazione, invece, dovrebbe spettare a chi è istituzionalmente preposto a farlo, se questo non è possibile gli amministratori dovrebbero trarne le conseguenze. Sennò le Forze armate diventano l’alternativa a San Gennaro”.

 

A Castel romano comunque di militari ancora non se ne vedono: ieri davanti all’ingresso del campo stazionavano due auto dei vigili e due blindati della polizia di Stato. L’esercito davanti a questo campo, più lontano dai centri abitati rispetto a molti altri, non è mai stato nonostante anche nei primi mesi del 2019 fu annunciato l’invio di un contingente. Perché possa esserci l’intervento dei militari, d’altronde, serve l’assenso del ministero dell’Interno. “Raggi deve chiedere al prefetto, non può annunciare certe cose senza che questo sia avvenuto”, spiegano fonti del Viminale, che sottolineano anche come la richiesta abbia scatenato una certa ironia: “Se stavolta serve l’esercito la prossima che facciamo, chiamiamo la Nato?”. Anche qui vedono la cosa come il segno dell’insipienza dell’amministrazione nel risolvere i problemi.

 

Il Campidoglio comunque è pronto a spiegare le sue ragioni al prossimo comitato provinciale della sicurezza pubblica (il tavolo settimanale in prefettura con forze dell’ordine e istituzione).

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