(foto LaPresse)

Oboli e immobili

Matteo Matzuzzi

Si riparte con gli scandali vaticani, ed è sempre questione di soldi. Ma le grandi riforme dove sono?

Estorsione, peculato, truffa aggravata e autoriciclaggio sono le accuse formulate dal Promotore di giustizia vaticano (il pm) nei confronti del broker Gianluigi Torzi, contro il quale è stato spiccato un mandato di cattura prontamente eseguito dai gendarmi vaticani. I beninformati, che in casi del genere non mancano mai, assicurano che la vicenda legata alla compravendita del famoso palazzo londinese non è che la punta dell’iceberg di uno scandalo ormai pronto a deflagrare oltretevere. Certo, l’obolo di San Pietro usato soprattutto per operazioni immobiliari legittima a sollevare più d’un sopracciglio. In ogni caso, si prospetta una nuova, ennesima, resa dei conti in Vaticano. E’ dai tempi di Vatileaks, con i corvi volteggianti sui Sacri palazzi, che scandali più o meno rilevanti vengono a galla assestando colpi non indifferenti alla curia. Se fosse stato per il Papa – dicono – sarebbe già tutto cambiato, dopotutto è quello che in tanti avevano chiesto durante le congregazioni generali del pre Conclave. Poi, vuoi per le solite resistenze interne, vuoi perché chiudere Ior & co. non è la cosa più facile del mondo, il piano delle grandi riforme si è fermato. Ora Francesco ha tutti uomini suoi nei posti-chiave, per cui l’occasione per ribaltare (ammesso che lo si voglia fare) tutto c’è. Ma davvero questo è l’obiettivo? A guardare l’evoluzione del pontificato sul fronte delle riforme, sembrerebbe che dopo un iniziale entusiasmo – è sufficiente ricordare le infinite commissioni che venivano create – la quiete abbia prevalso. Resta da capire perché.

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.