Giorgio Morandi, Paese, 1936

Contro l'arte sociale, che è solo propaganda e conformismo

Camillo Langone

Si legga “Il mio Morandi” di Luigi Magnani per capire la forma perfetta e l'assenza di contenuto del pittore bolognese

Contro l’arte sociale, che è solo propaganda, si legga “Il mio Morandi” di Luigi Magnani (Johan & Levi). Magnani era un grande collezionista e un puro esteta: del pittore bolognese, con cui intrattenne amicizia ventennale, lo attiravano la forma perfetta e l’assenza di contenuto. Ci fa sapere che Giorgio Morandi aveva come guide spirituali Leopardi e Pascal, che era un pessimista, un antifuturista, ovviamente un anticomunista: “Nutriva così viva avversione alla violenza da indursi per timore a rinunciare, durante alcune estati del turbolento dopoguerra, all’abituale soggiorno nella sua amata Grizzana. “Capirà, mi hanno riferito che su di una casa hanno scritto VIVA STALIN…””. Contro l’arte sociale, che è solo propaganda, conformismo, socialismo, intolleranza, si legga questo libro sul mite misantropo la cui “pittura ci distoglie da ogni interesse presente, ci trasporta nelle serene regioni in cui, come nei suoi paesaggi, giunge soltanto una flebile eco del mondo”. Contro l’arte sociale, le serene regioni.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).