Bannate tutti a FortnIlva

Maurizio Crippa

Se l’Italia fosse seria la metà di Epic Games, la ditta che produce Fortnite, si dovrebbero prendere tutti gli autori di balle sull'acciaieria di Taranto e allontanarli per sempre dalla politica

Desidero premettere che nonostante non sappia chi sia CiccioGamer – ma se è per questo non so manco chi sia Gianluigi Nuzzi – ho piena contezza di cosa sia Fortnite, per il tramite di alcuni miei parenti di primo grado: è un videogioco in cui ci si sfida online e si distribuiscono un sacco di mazzate a qualsiasi cosa capiti a tiro, e mi pare di capire che ci si diverta un mondo. Almeno come a leggere le interviste di Michele Emiliano. Questo per dire che capisco anche – e senz’altro di più di quanto un ministro grillino possa capire un piano industriale – che è una cosa dannatamente seria, e grave, e che segna una cesura, un prima e un dopo, il fatto che Epic Games, la ditta che produce Fortnite, abbia bannato per sempre – ergastolo ostativo da videogioco – un giovane giocatore, un po’ brufoloso ça va sans dire, che si chiama Jarvis Kaye e che è stato beccato a imbrogliare (poi lui lo ha ammesso con un commovente auto da fé). O per dire più propriamente per aver aver usato dei “cheat” e caricato sulla piattaforma “alcuni video in cui usavo un aimbot in modalità Solo e Playground”. Che sinceramente non so cosa significhi (ma non lo sa manco Nuzzi), ma mi sembra una cosa meno grave di “imbrogliare”. Comunque: bannato. A vita. Ecco, se l’Italia fosse seria la metà di Epic Games, si dovrebbero prendere tutti gli autori di “cheat” e altre balle nella storia di Ilva: Pd, Leu, Cinque stelle e persino Italia viva, e bannarli tutti a vita dalla politica. Così a giocare all’Ilva rimarrebbe solo Carlo Calenda, per una volta vincente. O a Fortnite.

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"