(Foto LaPresse)

Saremo tutti morti. Forse

Maurizio Crippa

In Olanda c’è un’intera famiglia che ha vissuto per nove anni barricata in cantina in attesa della fine del mondo. E niente, la fine del mondo non è arrivata, Greta sta bene anche lei, e il peggio che può capitarci, al momento, è che Renzi e Salvini facciano un governo insieme

"Nel lungo periodo siamo tutti morti”, rispondeva Keynes quando criticavano i tempi lunghi dei suoi modelli economici. Ma Keynes era un britannico d’altri tempi, aveva humor. Le nuove generazioni sono più catastrofiste, sia colpa di Greta o di CdB che vuole mangiarsi i figli al prezzo di un menù baby di McDonald’s, al punto che i magnifici bimbi di @paolapeduzzi ritengono che nel breve periodo “saremo tutti morti”, sempre per colpa del McDonald’s (ma lei non si perde d’animo: ve lo salviamo noi il pianeta). Ma non tutti hanno mamme così, e l’incubo della catastrofe imminente è diventato un mood, uno stato d’animo che ci portiamo appresso, virale (da virus) sui social media e per così dire sdoganato come fosse una cosa normale. Fin quando, almeno, non arrivano notizie che risvegliano dal sonno della ragione che genera mostri per riportarci nella misura della realtà. Notizie come questa, che viene dall’Olanda con il suo sentore di fake news. C’è un’intera famiglia che ha vissuto per nove anni barricata in cantina in attesa della fine del mondo. Finché il figlio maggiore è uscito e si è infilato in un pub (e dove sennò?) e ha raccontato la storia. La polizia ha trovato in un bosco di Ruinerwold una fattoria e una scala che scendeva nel rifugio, e ha trovato il vecchio padre malato e sei figli, manco bambini: dai 18 ai 25 anni. E niente, la fine del mondo non è arrivata, Greta sta bene anche lei, il peggio che può capitarci, al momento, è che Renzi e Salvini facciano un governo insieme. Nel qual caso, saremo tutti morti prima che Keynes abbia il tempo di dire una sillaba.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"