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Mafia Cardinale

Maurizio Crippa

Bergoglio ingaggia Giuseppe Pignatone, ex procuratore generale di Roma, come capo del Tribunale vaticano

Con tutto il monte Calvario di cose cui ha da pensare, pover’uomo – le cose serie come l’Amazzonia e il mondo annegato nelle bottigliette, ma anche quelle più da circo Barnum ecclesiale, come guerre di religione e scismi che pare di stare in un romanzo di Wu Ming – Papa Francesco non si fa mancare niente. Tipo il nuovo scandalo finanziario in Vaticano, che si rubavano pure l’obolo di san Pietro, i fetentoni. Ogni volta che tra le Mura leonine sembra imboccata la via di povertà e trasparenza, cose che Francesco ci tiene parecchio, non come prima che la polvere dei peccatucci finiva dritta sotto il tappetto, scoppia la bomba (carta) e arriva una nuova inchiesta. Sulle ruberie, tra monsignori e cardinali, non se ne verrà mai fuori: è più forte di loro. E allora ecco l’arma fine di mondo di Bergoglio: ingaggia Giuseppe Pignatone, ex procuratore generale di Roma, come capo del Tribunale vaticano. Sì, proprio il giudice di Mafia Capitale. Che in fondo con Mafia Cardinale sono parenti stretti, e molti comprimari rischiano di essere gli stessi: il Vaticano è una Roma condensata. Del resto è dai tempi di Alì Agca e Emanuela Orlandi che un altro magistrato tutto d’un pezzo, Rosario Priore, tenta di farsi aprire le porte e i cassetti della Curia per venirne a capo. Solo che l’hanno lasciato sempre fuori dall’uscio. Ma se stavolta non ce la fa manco Pignatone, che farà Francesco? O richiama al lavoro Mastro Titta, o chiude la baracca e si trasferisce a Zagarolo, come gli suggeriva Guido Morselli.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"