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Contro il romanzo

Camillo Langone

Richard Millet ci ricorda che la postletteratura è l'inferno. Ormai leggere vera letteratura “è diventata un’attività antisociale”

 

Si eviti il romanzo, perché “la letteratura è ormai solo ciò che si sottrae all’egemonia romanzesca”. Si eviti l’attuale romanzo postletterario siccome “non è che una potenziale sceneggiatura”, vale a dire “il proscenio del cinema o della televisione, ovvero dell’opinione maggioritaria”. Sto virgolettando Richard Millet, “L’inferno del romanzo. Riflessioni sulla postletteratura” che Transeuropa ha ristampato eroicamente (quanti lettori può avere un libro secondo cui il romanzo corrente è “lo zelota universale della religione del Bene”, al servizio di “quella ideologia chiamata Donna”?). Millet mi consola: se i romanzi sono l’inferno la mia difficoltà a leggerli e a scriverli dimostra che non sono messo così male, che il mio indirizzo è il purgatorio, non la Geenna. Il lettore di sensibilità minoritaria stia lontano dal romanzo, innanzitutto dal romanzo in classifica, consapevole che leggere (leggere vera letteratura) “è diventata un’attività antisociale”.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).