Una medaglia con ritratto di Giovanni Pontano

La costante venerazione di Pontano per il seno

Camillo Langone

Rispetto al grande merito di aver riconquistato Otranto, profanata dai Turchi, sono peccati piccolissimi le molte amanti e forse è un merito ulteriore la deferenza, nella sua opera, nella sua vita, del noto organo ghiandolare

“Pectora, mammae, papillae, sinus…”. Giovanni Pontano sta parlando di tette o meglio zinne, siccome visse soprattutto a Napoli. Io in quanto cristiano sono più medievale che rinascimentale e però i libri di Gardini, maestro di erudizione e scorrevolezza, li considero tutti necessari compreso l’ultimo “Rinascere. Storie e maestri di un’idea italiana” (Garzanti), dedicato agli scrittori del Quattro-Cinquecento. Pontano senza Gardini sarebbe rimasto per me solo un nome remoto mentre adesso so che fu “incarnazione stessa della versatilità, dell’enciclopedismo e dell’abbondanza, precettore di principi, soldato, diplomatico, autorità delle lettere, primo ministro…”. Rispetto al grande merito di aver riconquistato Otranto, profanata dai Turchi, sono peccati piccolissimi le molte amanti e forse è un merito ulteriore la costante venerazione, nella sua opera, nella sua vita, del noto organo ghiandolare: “Spontaneamente il seno, mia vita, hai denudato, / i capezzoli, e me li hai messi in mano”. Ecco un bel rinascere.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).