Carlo Verdelli (LaPresse)

Difendersi dal contagio e difendersi dall'odio

Adriano Sofri

Dagli hater del direttore di Repubblica a Facebook, alla nuova app di contact tracing. Alcuni dubbi e un penisero

Le minacce e le ingiurie di cui si compiace qualcuno, al riparo dell’anonimato di posta e media sociali, contro Carlo Verdelli e i suoi cari, sono inspiegabili. Oppure sono spiegabili, dal momento che Verdelli è una persona intelligente, mite, coraggiosa e leale. E libera. Dunque conoscere lui permette di immaginare i suoi odiatori. Vorrei aggiungere un pensiero. Stiamo chiedendoci se e come servirci delle formidabili risorse dei nostri telefoni e delle loro applicazioni per difenderci meglio dal contagio di una brutta malattia. Abbiamo, com’è ragionevole, dubbi ed esitazioni. Ne avremmo di meno se sapessimo che chi adibisce così a lungo, per mesi, posta, facebook e twitter agli scopi degli odiatori del direttore di Repubblica, viene scoperto. E’ inquietante pensare che facebook sappia chi siamo, ciascuno di noi. E’ più inquietante pensare che non possa saperlo.

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