(foto LaPresse)

Brindiamo col vaffanbicchiere alla salute di Gaia Tortora

Guido Vitiello

Segnatevi la data: il 26 gennaio 2020 Marco Travaglio ha avuto finalmente il V-day che si meritava

Chi si ricorda del vaffanbicchiere che Michele Santoro indirizzò al direttore generale della Rai Mauro Masi, all’epoca delle videomachie berlusconiane? Avrei voluto brevettarlo, il vaffanbicchiere®. Lo immaginavo nella forma dell’urinoir di Duchamp, ma con un manico ad ansa. Sarebbe tornato utile, negli anni a venire, per brindare alla faccia di molte facce da culo. Poi ho lasciato perdere, perché sono troppo pigro anche per la Schadenfreude.

 

Ci ho ripensato però questa domenica pomeriggio leggendo il tweet di Gaia Tortora sull’ultima sortita di Marco Travaglio, secondo il quale non c’è nulla di scandaloso se un presunto innocente è in carcere: “Finora ho sopportato e sono stata una signora. Ora basta Travaglio… Mavaffanculo”.

 

 

Avrei brindato volentieri col mio vaffanbicchiere alla salute di Gaia Tortora, e alla faccia di Travaglio, cadetto provetto di quei giornalisti che brindarono (lo raccontò all’epoca Vittorio Feltri) alla carcerazione scandalosa di un innocente ben più che presunto, suo padre Enzo.

 

Ebbene, domenica 26 gennaio 2020 – segnatevi la data, sarà festa nazionale – Marco Travaglio, che tredici anni prima era stato incoronato da Beppe Grillo come ministro della Giustizia ideale di quel Movimento che in Piazza Maggiore a Bologna dava il suo primo osceno vagito, ha avuto finalmente il V-Day che si meritava. E poche ore dopo proprio Bologna (è il karma) ha restituito a Grillo e ai suoi scagnozzi, con gli interessi, l’eco di mille vaffa, seppellendoli. Quasi quasi brevetto il vaffanboomerang®.

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