Italo, protagonista di MasterChef Italia (foto Sky)

MasterChef ha trovato la nuova Rachida: è Italo il pilota vegliardo

Mahatma

Puntata epica dello show culinario: odio distillato contro l’anziano concorrente che ricambia con insulti, gestacci e vendette. Klugmann sbotta. Sconcerto finale per il promo che presenta la prova di pasticceria e non si vede Iginio Massari

Qui si è combattuti come mai accaduto nelle precedenti sei edizioni di MasterChef italia. La puntata di ieri è stata epica, tutta costruita su Italo il vegliardo comandante d’aereo in pensione odiato da tutti come neanche capitò alla povera Rachida. Hanno tentato di metterlo in difficoltà con ogni mezzo possibile, rifilandogli perfino avocado e sgombro nell’Invention test. E lui vince, con il plauso corale dei giudici. Gli sbarbatelli bofonchiano, fanno smorfie polemiche e insofferenti perché credono di essere già dei Cracco provetti. Per tutta risposta, si beccano un sonoro “cornuti e stronzi” da Italo che trionfante torna al posto. Giovanna, la maestra inacidita – quando sarà sbattuta fuori qui daremo feste come neanche il Re Sole nella sua Versailles – studia piani per eliminare “quel vecchiaccio”, e alla fine lui sopravvive anche al Pressure, sbattendo fuori la dominicana Joayda, quella costretta a vivere in quel “posto sfigato” che è Campobasso.

 

Italo non demorde, non va a salutare i compagni una volta tornato in balconata – “con le iene non ci sto” – parla di acido muriatico che scorrerebbe nel gruppo, rifiuta le sportive strette di mano degli altri. Per prendere la parola alza il dito medio rivolto ai suoi colleghi d’esterna. Un personaggio. Forse fin troppo personaggio, però, visto che perfino Klugmann – con cipiglio pari alla Rosemarie Aquilina, la giudice americana che ha condannato il medico della nazionale yankee di danza a 175 anni di galera – sbotta e ordina al comandante in quiescenza di andare “fuori dalle balle” quando lui imperterrito continuava a fare casino nelle cucine dell’hotel di lusso milanese della prova in esterna. Tutti noi spettatori avremmo pensato a una sua uscita, quando nel duello finale del Pressure gli si era parata davanti la solare Joayda. Lei presenta un piatto bellino, con spume e cocco. Lui un’orrenda pasta al pomodoro con parmigiano e basilico degna della ciotola per cani della scorsa settimana. E invece, la sua “pasta alla Zichichi” vince. Per lo sconcerto degli altri che si mettono a imprecare e piangere. Che roba trash, ragazzi.

 

L’esterna era impegnativa: preparare un banchetto per 48 persone di religione ebraica, riuniti in quell’hotel dopo il Bar Mitzvah di un ragazzino. Bastianich va in sinagoga e segue la lettura del passo biblico, le brigate vanno in cucina a cucinare pietanze kosher sotto lo sguardo di Marco e Ovadia, che viene chiamato una volta “Ovidio” e l’altra “Ovaida”. E’ dura: non possono accendere i fuochi né mettere cose nelle pentole. Deve farlo uno dei due supervisori. Italo è capo brigata ma di fatto non fa nulla, se non comandare – “è un dittatore”, dicono di lui i suoi compagni – e far perdere tempo. Ne vedremo delle belle. Dolore finale: nel promo della prossima puntata si vedono dolci, creme e bigné. Ma non si vede lui, una delle più serie ragioni che spingono gli affezionati telemorenti a guardare MasterChef: Iginio Massari. Al suo posto una tale Isabella. Epic fail.

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  • E' nato al nord (non serve dire dove né quando, anche perché sono informazioni buone per necrologi e che poco interessano il lettore più o meno interessato). Si considera maturo quanto a età, meno a dotazione intellettuale. Non se ne cruccia, sapendo che la capacità d'elaborazione mentale in codesto mondo non deve essere per forza alta (d'altronde Hegel e Kafka non sono più bestseller da qualche decennio). Segue lo sport in generale a eccezione delle bocce, del sumo e del golf, che considera una delle più grandi sciagure capitate all'umanità, quasi quanto lo sport trasmesso sulle reti Rai. (ne parla sovente su questo giornale) Appassionato di cucina televisiva, ama le pentole che si vedono a MasterChef (delle cui puntate cura periodicamente le recensioni sempre su questo giornale) e soprattutto la relativa dispensa. Ricorda con rimpianto la tv del cane di Paolo Limiti, Floradora.