Italo abbandona lo studio di MasterChef Italia

Iginio Massari torna a MasterChef e la consueta strage di aspiranti chef è servita

Mahatma

Entrata epica del più grande pasticciere italiano, che puntualmente torna a terrorizzare i concorrenti. E' stata la puntata dell'eliminazione di Italo, che saluta a modo suo: "Io sono io e voi non siete un..."

Il pregiudizio su questa puntata di MasterChef era forte. Ci avevano fatto capire, dai promo e dai messaggi postati sui social, che per la prima volta in sette edizioni a giudicare la prova di pasticceria non ci sarebbe stato il mostro sacro Iginio Massari, cerbero d’altri tempi che in tutti questi anni ha mietuto vittime come neanche la Morte Nera nel Trecento, conquistando però orde di fan che vorrebbero, manco fosse una pratica sadomaso, essere insultati da lui per un pan di spagna venuto male. Le cose infatti, al momento dell’Invention test, si erano messe male: al suo posto si è palesata una bella ragazza salentina di ventuno anni che Forbes ha piazzato tra le grandi promesse della cucina mondiale. Per carità, tutto bene: sorriso davanti alle telecamere, illustrazione delle ricette come si deve, curiosità al punto giusto. Ma mancava il sale nella minestra, la macchina non ingranava. Noi volevamo il sangue. Poi, di colpo, la sorpresa. Dalla balconata si levava una voce stonata, acida come poche. Sembrava Fabio De Luigi che imita Iginio Massari. Invece era proprio Iginio che imprecava denunciando errori su errori, rimproverando “lei con la camicia a quadri, che cavolo sta facendo?”, insultando a destra e a manca ma sempre – garbatamente – dando del lei all’interlocutore. Entrata epica, trionfale, primi piani studiatissimi e musica in sottofondo azzeccata.

 
 
Sceso tra la plebe, non faceva altro che aumentare l’ansia degli aspiranti chef: "Pan di Spagna? Lei fa lancio del peso?", “la vedo molto in difficoltà”, “la vedo molto in ritardo”, “la vedo in stato confusionale”. Una carineria dietro l’altra, fino al giudizio inappellabile dell’assaggio: sguardo severo, altra dose di gentilezze vomitate sugli sciagurati concorrenti – “che roba è questa? Non riuscirò ad assaggiare altri dolci. Mi serve un goccio d’acqua”, diceva al povero Matteo, poi eliminato – dialogo con Italo che si tramutava in una sfida per capire chi fosse il più antipatico. E’ stato breve, ma intensissimo. Anche quest’anno. Massari funziona bene da ospite, da tribunale di ultima istanza che non accetta domande di grazia ma giudica e condanna. Alla prossima, Maestro.

  

Il resto della puntata è stato normale. Pochi guizzi – a proposito cari autori, se per il prossimo anno sopprimeste i siparietti in esterna di Bastianich ci fareste un regalo gradito – solite polemiche, piatti sbagliati e giudici sbraitanti. Dopo i cinesi, i norvegesi e gli ebrei, è stata la volta degli scout abruzzesi che hanno divorato pasta, arrosticini e dolci improbabili ricolmi di salsa al mirtillo. Al pressure ci è andato Italo, che nessuno sopportava più. Ha perso malissimo, non ricordando neppure gli ingredienti che aveva infilato in pentola e presentato davanti ai giudici sotto forma di tapas. Ci mancherà la sua spocchia – “io sono io e voi non siete un cazzo”, ha detto – la sua incrollabile fiducia in se stesso e il totale disprezzo per il resto dell'umanità. Gli altri sbarbatelli (più Giovanna la maestra acida) godono felici, hanno eliminato il vecchio rompiballe, non capendo che il pilota in pensione non sarebbe mai arrivato in fondo e che i veri ostacoli, con ogni probabilità, sono altri.

 

Nota finale d'invito alla riflessione: Barbieri ieri ci ha fatto notare che MasterChef è al giro di boa e noi siamo saltati sulla sedia. Il motivo? Semplice, non abbiamo la minima idea su chi possa vincere o quantomeno entrare tra i finalisti. Nessun elemento sembra spiccare. All’inizio sembrava che qualcuno in grado di avvicinarsi a sua maestà Federico Ferrero ci fosse, ma era una pia illusione. Speriamo che qualcosa cambi nelle prossime settimane.

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  • E' nato al nord (non serve dire dove né quando, anche perché sono informazioni buone per necrologi e che poco interessano il lettore più o meno interessato). Si considera maturo quanto a età, meno a dotazione intellettuale. Non se ne cruccia, sapendo che la capacità d'elaborazione mentale in codesto mondo non deve essere per forza alta (d'altronde Hegel e Kafka non sono più bestseller da qualche decennio). Segue lo sport in generale a eccezione delle bocce, del sumo e del golf, che considera una delle più grandi sciagure capitate all'umanità, quasi quanto lo sport trasmesso sulle reti Rai. (ne parla sovente su questo giornale) Appassionato di cucina televisiva, ama le pentole che si vedono a MasterChef (delle cui puntate cura periodicamente le recensioni sempre su questo giornale) e soprattutto la relativa dispensa. Ricorda con rimpianto la tv del cane di Paolo Limiti, Floradora.