Antonino Canavacciuolo, Antonia Klugmann, Bruno Barbieri, Joe Bastianich

Il primo ingrediente di Masterchef è il male

Camillo Langone

Antonia Klugmann è un master e ha dovuto dimostrarlo superando una prova di iniziazione che somiglia a un episodio di nonnismo

“Il bello di questo lavoro è che non ci sono differenze di genere quando presenti il tuo piatto in tavola” proclama, con sovrano disprezzo dell’evidenza, Antonia Klugmann, la colonnella Klugmann del programma Masterchef. Lei è un master, chiaro, e trattandosi di televisione squisitamente bdsm ha dovuto dimostrarlo superando una prova di iniziazione che somiglia a un episodio di nonnismo, come racconta il compiaciuto Bruno Barbieri: “Abbiamo voluto testarla trattandola non proprio bene”. Dunque il primo ingrediente di Masterchef è il male: altro che riso, radicchio, pepe di Sichuan. La colonnella Klugmann è una maestra severa che dopo la lezione di gender ne assesta una di etica: “Essere attenti all’ambiente è un obbligo!”. Ai distratti, ai refrattari, a chi si oppone all’avanzata del moralismo gastronomico è diretta la sua sfuriata: “Io sono spaventata dalle persone che credono di poter fare a meno di queste preoccupazioni ambientali: sono antichi, inadeguati, poco alla moda, fuori da ogni gioco”. Dice proprio così, e con un tono che mette spavento, altro che spaventata, la colonnella Klugmann. Diserti chi può.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).