Chi esce per primo? Sarà una danza graduale, stabiliamo le regole
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Adesso occorre decidere: riusciamo a isolare i malati dai sani?
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C'è un altro mondo che è nelle nostre condizioni, sempre. Cominceremo a capirlo?
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L'azzardo svedese
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Un chip che mette in conflitto sicurezza e libertà
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La Finlandia previdente che fa scorte di mascherine da settant'anni
Milano. Dopo molte resistenze, in tutto il mondo sono state prese misure restrittive per debellare la pandemia di coronavirus, in ogni paese si replica più o meno sempre lo stesso film, con alcune eccezioni – in Europa spicca la Svezia – e con alcune differenze – dopo una sola settimana di clausura, la rete inglese è già piena di lamentele sui parrucchieri chiusi. Stiamo scoprendo però che questa – questa clausura, questo lockdown – era la parte più semplice: riaprire sarà molto più difficile. Quando? Come? Soprattutto: chi? Il dibattito è aperto. I danesi aprono dopo Pasqua: l’hanno detto con la stessa sicumera con cui hanno chiuso tutto subito e pagato tutti gli stipendi pubblici senza scomodare “bazooka” o “whatever it takes” vari. Molti altri vedono Pasqua come la soglia massima della chiusura accettabile, anche se man mano che la data si avvicina sono tutti più cauti: facciamo appena dopo Pasqua. Persino il più volubile di tutti, quel Donald Trump che cambia idea ogni giorno e nel frattempo mena, sta facendo scivolare la data della riapertura sempre più in là, piano piano ma inesorabilmente perché i contagi continuano a salire in America, e finché salgono nessuno – nemmeno gli elettori trumpiani che han preso con più facilità il virus sottogamba – ha voglia di violare le regole della quarantena. Ma bisognerà riaprire, questo si sa, e sarebbe utile che questa riapertura avesse delle regole perché altrimenti la riserva di senso civico e responsabilità sociale che abbiamo ritrovato nel nostro tinello finirà subito, e finirà male.
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- Paola Peduzzi
Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi