(foto LaPresse)

Muscoli di cartone

Massimo Solani

500 euro di multa a chi getta a terra mascherine e guanti. Ma voi avete mai provato a chiamare i vigili?

L’ultima trovata è l’ordinanza che prevede multe fino a 500 euro per chi butta guanti monouso e mascherine in terra. “Voglio essere chiara – ha minacciato la sindaca Virginia Raggi – tolleranza zero contro chi getta questi rifiuti per strada”. Magari accanto ai cumuli di immondizia non raccolta che hanno ricominciato a crescere nelle strade romane. Il fatto è che dev’essere un pallino della prima cittadina quello della tolleranza zero. Un refrain buono per mostrare i muscoli con quei toni autoritari che tanto successo riscuotono nella comunicazione politica, da Matteo Salvini fino al governatore campano Vincenzo De Luca. A patto, però, di dimenticarsi della sostanza. Del resto, solo per tornare con la memoria agli ultimi mesi, Virginia Raggi il pugno duro l’ha minacciato di recente contro i vandali di Villa Pamphilij (“Tolleranza zero per chi non rispetta la nostra città”, 30 aprile), contro chi abbandona rifiuti in strada (“Tolleranza zero verso chi inquina il territorio di Roma”, 28 febbraio) o in discariche abusive (“Tolleranza zero per gli zozzoni”, 14 ottobre 2019).

 

Non meno muscolari le minacce contro chi non rispettava le disposizione del governo durante il lock down (“Dobbiamo darci una regolata adesso, o progressivamente arriverà l’Esercito. Stanno fioccando le multe”, 20 marzo) o i furbetti del buono spesa (“Nessuno pensasse di fare il furbo, perché vi becchiamo e vi portiamo davanti al giudice”, 11 aprile). Una efficienza di facciata che nelle settimane della “fase 1” della lotta contro il contagio da coronavirus ha raggiunto il suo apice con il lancio del sistema unico di segnalazione on line con cui il Campidoglio invitava i cittadini a denunciare gli assembramenti in contrasto con le regole dell’emergenza sanitaria. Solo che la “delazione 2.0” alla quale si potevano addirittura allegare foto, non sembra aver funzionato in maniera molto efficiente. A quanto pare infatti, stando a diverse testimonianze, dopo le registrazioni le segnalazioni sono rimaste a giacere per giorni nei server capitolini fin quando un mail di risposta non annunciava che il servizio non era più operativo. Difficile avere miglior sorte provando a fare una segnalazione di qualunque tipo al centralino del comando generale della Polizia Locale di Roma Capitale. Come confermano anche gli improperi lasciati dagli utenti nelle recensioni di Google, la norma è un’interminabile attesa senza risposta prima che cada la linea. Nei momenti più fortunati, invece, capita di frequente che dopo la risposta di una operatrice l’odissea prosegua con il trasferimento di chiamata ai Gruppi sul territorio. Anche in questo caso, però, l’attesa è quasi sempre lunga, quanto invece vana e frequentissima la caduta della linea senza risposta. Ma che importa, l’importante è promettere tolleranza zero.

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