E il sindaco di Capalbio scrisse ai romani: “Venite, e quanti siete?”

Gianluca Roselli

Il questionario post covid alle 2.500 famiglie di non residenti. Mappatura completa e 20 metri in più per ogni stabilimento

Roma. “Quest’anno funziona così: prima si prenota l’ombrellone, poi si cerca dove alloggiare…”. Sorride Adalberto Sabbatini, uno dei quattro soci dell’Ultima Spiaggia, lo stabilimento più famoso di Capalbio che, con le sue file perfette di ombrelloni blu, da sempre assai ben distanziati, ha fatto la storia del costume e della politica italiana. Poi scruta il cielo: “Il primo week end post riapertura è andato abbastanza bene, i proprietari di seconde case sono arrivati tutti a vedere le condizioni delle abitazioni. Certo che se continuano questi nuvoloni, altro che Covid, qui è il meteo che ci frega…”. Nella spiaggia di Capalbio, da Chiarone (dove stanno l’Ultima e La Dogana) fino su alla Torba (Frigidaire, Parasol…), il distanziamento tra gli ombrelloni non è mai stato un problema. “I nostri erano pure superiori ai 10 mq imposti dalle direttive (3,3 x 3,3 metri, dice la norma), ora li abbiamo allargati ancor di più con lo stesso numero di posti: ho già pieno per luglio e agosto. E non abbiamo aumentato i prezzi eh!”, precisa Sabbatini.

 

Già, perché il comune di Capalbio, con l’operazione Mare Sicuro, ha permesso agli stabilimenti di allargarsi 20 metri sulla spiaggia libera, così da esser sicuri del distanziamento. Qui, infatti, dei 12,5 km di costa, solo un paio sono in concessione ai privati, il resto è libera. Su una parte sono stati messi dei picchetti segnaletici, per il resto ci si affida al buonsenso. Si sono aumentati i parcheggi e un simpatico trenino farà la spola da Capalbio Scalo a Macchiatonda. Ma l’iniziativa che ha fatto più scalpore è stato il questionario inviato dal sindaco Settimio Bianciardi a tutti i proprietari di case, prime e seconde. Così romani e milanesi si sono visti recapitare la missiva con cui il Comune chiedeva nell’ordine: quanti sarete quest’estate, in che periodo venite, pensate di avere ospiti o di affittare e, soprattutto, dove andrete in spiaggia? Qualcuno ha storto il naso, ma la maggior parte (2.200 circa su 2.500) ha accettato di farsi “mappare”. “Il progetto ‘mare sicuro’ l’abbiamo potuto realizzare proprio grazie a questo screening di case e agriturismi”, racconta Bianciardi, sindaco da maggio 2019, dopo gli anni di Luigi Bellumori. Complice l’autarchia vacanziera, quest’anno è boom di richieste di case per luglio e agosto.

 

Non è facile fare il sindaco, a Capalbio. Perché oltre a tutte le normali rogne, tocca poi mediare di continuo tra residenti e “foresti”. Che non sono persone qualunque: upper class romana e milanese, politici, giornalisti e imprenditori che s’intromettono spesso e volentieri nelle decisioni che riguardano un pezzo di Maremma che considerano anche “loro”. Il successo di Capalbio, del resto, lo si deve soprattutto a “quelli di fuori”, l’intellighenzia di sinistra che a inizio degli anni Ottanta decise di eleggere “questo borgo in mezzo a una campagna piena di zanzare e lontano dal mare” (scrive Giovanna Nuvoletti ne L’era del cinghiale rosso) a buen retiro estivo. Il bacio di Achille Occhetto alla moglie Aureliana (non sia mai, un segretario comunista!) fece il resto e Capalbio divenne la Piccola Atene, eccetera. Ma è proprio per questo che il sindaco di Capalbio ha sempre i riflettori addosso, nel bene e nel male.

 

Nel corso degli anni frizioni tra residenti e “foresti” ce ne sono state parecchie. E quel 47,2 per cento preso dalla Lega alle Europee 2019 (primo partito, col Pd fermo al 21) è sembrato uno schiaffo dei maremmani di Borgo Carige alle ville ben nascoste nella Maremma e al borgo “entro le mura”, dove l’80 per cento sono seconde case e d’inverno c’è quasi da aver paura. Altre volte, invece, i due gruppi si coalizzano, come il fronte comune contro le speculazioni e, soprattutto, la famigerata autostrada, scacciata via come un pensiero cattivo.

 

Novità dell’estate 2020, infine, è la neonata Fondazione Capalbio, che sarà il punto di raccordo di tutte le iniziative culturali, ma pure contenitore di nuove idee. Presidente è Maria Concetta Monaci, che a Capalbio tutti conoscono come proprietaria del Frantoio, il locale (bar e ristorante) più amato in paese. E già si pensa, per il 2021, a una mostra su Niki de Saint Phalle, la creatrice dei mostri del Giardino dei Tarocchi. Ma l’idea è quella di sfruttare spazi alternativi, non solo piazza Magenta, per arte, musica, danza e performance varie. Qui, per esempio, si sente ancora nostalgia per il Capalbio Short Film Festival, che non c’è più. Quest’anno per forza di cose ci sarà un programma limitato, ma Capalbio Libri e Premio Capalbio, così come cinema e poesia in piazza, sono confermati.