La sindaca Virginia Raggi con la presidente del IV municipio Roberta Della Casa su via Tiburtina

5 stelle cadenti

Gianluca De Rosa

Sfiduciato un altro Consiglio municipale M5s (il IV). Scene e discorsi surreali di un mondo finito

Roma. La storia era cominciata come quelle provocazioni che, troppo tardi, ci si rende conto che era meglio evitare. “I miei consiglieri non sono soddisfatti? Hanno la facoltà di presentare una mozione di sfiducia se lo ritengono opportuno, ma su altro il consiglio non può incidere”. Roberta Della Casa, minisindaca grillina del IV municipio, fedelissima di Virginia Raggi, è stata sfiduciata all’unanimità dal consiglio municipale riunito in videoconferenza. A firmare la mozione votata ieri sono stati tutti e 15 i consiglieri M5s. La provocazione è stata presa alla lettera. A nulla sono valsi i tentativi di mediazione del capogruppo grillino in Campidoglio Giuliano Pacetti e di alcuni parlamentari. La rottura è stata inevitabile. E mentre i consiglieri grillini confermavano con orgoglio la loro posizione contro “la protervia e l’arroganza” di Della Casa, sorda alle richieste del consiglio, sul Blog delle stelle con un post scriptum di due righe il capo politico del Movimento, Vito Crimi, li sospendeva “con decorso immediato”, avviando un procedimento disciplinare.

 

Il IV municipio cade come già accaduto dal 2016 alle giunte grilline di III, VIII e XI. Ma questa volta la sfiducia arriva dall’intera maggioranza. Lo psicodramma grillino, aiutato dalle difficoltà dello streaming, oscilla tra il demenziale e il grottesco. Lo si capisce subito, quando nel suo intervento introduttivo, dopo essere stata apostrofata come “inadeguata” e “incorreggibile” dalla capogruppo M5s, Germana Di Pietro, Della Casa si lancia a braccio in un intervento surreale. “Come presidente sono stata scelta con l’inganno”, dice. “La mia disponibilità per altri ruoli sarebbe stata scomoda. Io suggerivo al portavoce uscente (Danilo Barbuto, marito dell’attuale consigliera capitolina Maria Agnese Catini ndr) di candidarsi, ma qualcuno ha ritenuto fosse meglio tentare il colpaccio altrove, insomma mi trovo qui per caso, mai sostenuta da questo gruppo”. Presidente per sbaglio. Peggio, per frode. Poi la minisindaca abbandona l’oratoria libera e passa a un discorso scritto che dice redatto per affrontare l’emozione, ma la malizia non può escludere lo zampino della comunicazione grillina in Campidoglio. D’altronde il IV municipio è tra quelli coinvolti in Mafia Capitale. Le fondamenta ideologiche del grillismo capitolino. Tocca andarci piano. La capogruppo grillina, lungimirante, nel suo discorso aveva detto: “Spero non ci sentiremo dire che riconsegnamo il municipio a Mafia Capitale”. Ma le allusioni nel discorso scritto di Della Casa arrivano puntuali. “Questa mozione, sicuramente caldeggiata da chi vuole danneggiare Roma, è un atto scellerato. Io ho le mani libere (sic!), altri lo dovranno dimostrare”. Poi l’elogio di Virginia Raggi “minuta, gentile, con una forza fuori dal normale, intelligente, combattiva. Mi onoro di essere al suo fianco”. Sarà la sindaca a scegliere se delegare Della Casa al disbrigo delle faccende ordinarie del municipio.

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