Maria Elena Boschi (foto LaPresse)

Dove va la Leopolda. Intervista a Maria Elena Boschi

Salvatore Merlo

La deputata di Italia viva: “Stimo Carfagna. Ruberemo voti ai leghisti. Siamo il partito del pil” 

Roma. Ma è vero che ormai il Pd lo chiamate “Pdt”, cioè “Partito delle tasse”? E a questo punto Maria Elena Boschi mette su un’espressione che sembra quella di chi ha trovato una lumaca nell’insalata. “No”, dice. “Anche se talvolta viene da pensarlo. Persino nei 5 stelle ci sono quelli preoccupati per la pressione fiscale, guardate Luigi Di Maio…”. A proposito: Renzi è diventato molto amico di Di Maio. Si parlano continuamente. “Stanno al governo insieme, è normale che si parlino. Contro l’aumento dell’Iva abbiamo condiviso una battaglia. Ma per noi il rapporto con il M5s è a tempo determinato. E’ il Pd che è orientato ad allearcisi”.

 

In Umbria sicuro. Forse anche in Emilia-Romagna. Italia viva farà una lista autonoma, in Emilia? “Dipende. Zingaretti rilancia una sorta di alleanza strutturale. Quindi vedremo cosa succede in Emilia. Se il candidato sarà Bonaccini, come pare, tutto bene. Altrimenti…”. E in quali regioni farete invece i gruppi autonomi? “Il quadro completo ce l’ha Ettore Rosato. Io conosco alcune singole adesioni, quella del capogruppo del Pd regionale delle Marche, Fabio Urbinati, per esempio. Ieri si è aggiunto anche il sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto. E poi c’è Isabella Conti…”. Che è la conduttrice della Leopolda appena iniziata. E’ la “nuova Boschi”, dicono i giornali. “Isabella è molto brava, la conosco da anni e sono contenta che stia con noi”.

 

Le farebbe piacere se arrivasse anche Mara Carfagna? “Stimo Mara, farà la sua scelta”. E Carlo Calenda? In qualche modo lui ha anticipato quello che poi ha fatto Renzi. “Non è così. Calenda ha rotto col Pd in polemica con questo governo, che noi invece riteniamo sia utile per il paese”. Quindi Calenda no e Carfagna sì. “Mara non va tirata per la giacchetta. Però capisco benissimo il suo imbarazzo ad andare domani a Roma con CasaPound”. La piazza di Salvini, che si riunisce contemporaneamente alla Leopolda cominciata ieri a Firenze. “La Leopolda era stata convocata prima. Salvini ha scelto lui la stessa data, dopo”.

 

Ecco, appunto: Renzi e Salvini sono i duellanti/gemelli d’Italia? “Gemelli direi proprio di no. Renzi è l’unico leader che ha una vera visione contrapposta a quella di Salvini. E a differenza di Salvini parla a un mondo più ampio, che possiamo convincere: elettori della Lega, del Pd, ma anche dei Cinque stelle”. Della Lega? “Non tutta la Lega si identifica completamente in Salvini. C’è una Lega produttivista che soffre”. Siete il partito del pil, del ceto medio? “Il partito dello sviluppo e della crescita”. Anche Salvini ci prova. “Salvini parla al ceto medio, sì, ma poi lo tradisce. L’italianità si difende tornando protagonisti in Europa, facendo cose serie sulle partite Iva, sulle tasse, sul merito e le pari opportunità”.

 

Materia di contrasto con il Pd, le partite Iva. “Sul regime forfettario qualche regola in più va bene, ma non si può complicare troppo la vita ai lavoratori autonomi”. Siete contrari anche a quota 100. Ma che potere contrattuale avete? Non potete mica minacciare la crisi di governo: per costruire un partito ci vuole tempo. Avete bisogno che la legislatura duri. “Non si sta al governo per fare ricatti. Ma è importante insistere sulle cose giuste. Quota 100 è una misura ingiusta. Costa 20 miliardi in tre anni, che vanno tutti a vantaggio di pochi cittadini e pesano come un’ipoteca sulle pensioni dei ragazzi. Noi vorremmo usare queste risorse in altro modo, per esempio per aiutare le giovani coppie e le famiglie che vogliono avere figli. Per questo alla Leopolda il ministro Elena Bonetti presenterà il Family Act”.

 

E se non sarà abolita quota 100, che farete: crisi? “A questo governo crediamo. Il punto però è che bisogna fare cose buone per i cittadini. E non credo che quota 100 o mettere tasse sulle bevande zuccherate sia buono per i cittadini. Mancano le risorse? Le risorse si trovano negli sprechi pubblici. Non vanno cercate nelle tasche della gente. E poi c’è un altro grande elemento. Se vuoi fare una manovra espansiva, devi fare cose che favoriscano la crescita. Non il contrario”. Quindi governo debolissimo e legislatura solidissima? “Lo sento dire da voi giornalisti. La Costituzione dice che la legislatura dura cinque anni. E il governo ha il compito di evitare la crisi economica e recuperare credibilità in Europa. Cosa per la quale lavoriamo con impegno. Mettiamola così: non pretendiamo di decidere tutto noi, ma nemmeno subiremo le scelte degli altri”. Renzi pensa a un partito del 10 per cento. “Non mettiamo limiti all’ambizione”.

  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.