Matteo Renzi e Nicola Zingaretti (foto LaPresse)

Per fare un partito ci vuole un albero. La nuova sfida tra Renzi e Zingaretti è green

David Allegranti

Il governatore lancia il piano regionale “Ossigeno”: un albero per ogni abitante del Lazio. Il leader di Italia Viva rilancia la campagna un albero per ogni iscritto. Domani, alla Leopolda, verrà piantato il primo 

Roma. Prima gli alberi erano solo nei simboli di partito (Ulivo, Quercia), adesso il centrosinistra - un po’ a corto di idee - ha deciso di mettersi sulla scia di Greta e di piantarli direttamente. Matteo Renzi annuncia che domani alla Leopolda ci sarà “la cerimonia di presentazione del simbolo che ha vinto la gara online e che sarà il nostro simbolo… Parlamentari e Millennials, tutti insieme, saliranno sul palco per svelare il logo e simbolicamente pianteranno il primo albero: come sapete per ogni iscritto Italia Viva pianterà un albero e inizieremo proprio da Firenze”.

 

Ma il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti lo ha anticipato di 24 ore e oggi ha lanciato la “rivoluzione green” con la piantumazione di sei milioni di alberi per “trasformare la Regione e renderla sempre più attenta alle sfide della qualità dell’aria e alla cura del territorio, delle aree verdi e dei parchi”. La campagna non si chiamerà Lazio Viva (anche se sarebbe stato un autentico colpo da maestro) bensì “Ossigeno” e alla Regione costerà 12 milioni di euro dal 2020 al 2022, per produrre e acquistare “alberi e arbusti autoctoni certificati” (prima gli alberi italiani, anzi laziali!). Obiettivo, spiegano dalla Regione Lazio, è arrivare alla piantumazione di 6 milioni di alberi, “uno per ogni abitante del Lazio”. Insomma, Bill Gates voleva un computer in ogni casa, Zingaretti preferisce piantare le margherite in ciascun giardino (ogni riferimento alla vecchia appartenenza politica dello scissionista Renzi è puramente casuale).

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  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.