(Foto LaPresse)

Il grande coming out della minoranza italiana in Italia

Guido Vitiello

Dopo il primo gay pride di New York nel 1970, rimarrà nella storia la prima festa dell'Orgoglio italiano dell'ottobre 2019

Il primo Gay Pride risale al giugno del 1970, a New York City; la prima festa dell’Orgoglio italiano è invece dell’ottobre 2019, in piazza San Giovanni a Roma. E’ stato il grande coming out della minoranza italiana in Italia, una data che finirà nei libri di storia. Come dimenticare la coraggiosa testimonianza di Giorgia, che ha preso la parola a nome di una delle categorie più discriminate nel nostro paese, quella delle madri di famiglia italiane e cattoliche? “Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono italiana, sono cristiana: non me lo toglierete!”, ha gridato in piazza. Giorgia è una delle tante donne che la lobby Lgbt, in combutta con il sistema paramafioso degli affidi, l’Ufficio anagrafe e i Fratelli musulmani, vuole privare in un colpo solo di tutte e quattro le insegne identitarie. Altro picco memorabile è stato l’intervento di Maria Giovanna, esponente di una minoranza perfino più emarginata e invisibile, le ex giornaliste Rai con posto fisso nei talk-show. Qui non si trattava di sesso ma di tradizioni alimentari, e del Cous Cous Clan (così lo chiama un altro stimato ideologo d’area) che lavora segretamente per annetterci all’Eurabia. E noi dobbiamo resistere, resistere, resistere, come su un’irrinunciabile linea di Lepanto, o almeno su una passabile trattoria romagnola: “Che sia il crocefisso, che siano i tortellini, è il rispetto per quello che noi siamo”. E cosa siamo? Guardiamoci dentro in un esercizio di autocoscienza, scrutiamo la nostra interiorità, esaminiamo il nostro ripieno: il pollo non c’è.