Europa Ore 7

L'Ue rischia l'autocompiacimento sull'Ucraina

David Carretta

 Le proposte della Commissione sull'energia, la sorpresa Gazprom e Putin che vuole i pagamenti in rubli. I rifugiati dell'Ue, la produzione agricola, il crollo della fiducia consumatori della zona euro e la Nato che rafforza la sua presenza a est

I leader dell'Unione europea sono entrati in una fase pericolosa di autocompiacimento per la loro reazione iniziale alla guerra della Russia in Ucraina, che potrebbe spingerli a celebrare quanto fatto finora, senza dotarsi di nuovi strumenti per adattarsi alle mutazioni del conflitto voluto da Vladimir Putin. Dopo aver adottato quattro pacchetti di sanzioni in quattro settimane di guerra, i leader dei ventisette oggi potrebbero dichiarare una pausa nelle misure restrittive imposte alla Russia per cercare di fermare la guerra. Il Consiglio europeo, salvo sorprese, dovrebbe accontentarsi di “consolidare” i precedenti pacchetti e minacciare nuove sanzioni, ci ha detto un funzionario europeo: chiudere le falle, aggiungere nomi di oligarchi nella lista nera e poco più. Malgrado la presenza del presidente americano, Joe Biden, che prima di imbarcarsi per Bruxelles ha fatto sapere di voler annunciare altre misure per aumentare i costi della guerra di Putin. Come spiega Il Foglio, in un'intervista all'Economist il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha denunciato l'assopimento dell'Ue, malgrado il fatto che Bruxelles abbia un'opportunità storica di affermarsi come potenza geostrategica in grado di fare la differenza.
 

L'autocompiacimento è emerso dai discorsi di Charles Michel e Ursula von der Leyen ieri durante un dibattito al Parlamento europeo. “Putin pensava che avrebbe diviso l'Ue e i nostri alleati... si è sbagliato. Con i nostri partner abbiamo imposto le sanzioni più pesanti che abbiamo mai adottato”, ha detto il presidente del Consiglio europeo con toni trionfalistici. Le sanzioni “stanno già danneggiato duramente l'economia russa”, ha spiegato la presidente della Commissione: “Il rublo è precipitato al minimo storico all'inizio di questo mese. I tassi di interesse sono superiori al 20 per cento. Le agenzie di rating hanno declassato le obbligazioni russe allo status di spazzatura. Centinaia di aziende globali stanno lasciando la Russia, perché non vogliono alimentare la guerra di scelta di Putin. Questa, onorevoli parlamentari, è l'eredità che Putin lascerà in Russia. È diventato anche il peggior nemico del popolo russo”, ha spiegato von der Leyen. Il problema è che la natura della guerra è cambiata. Non è più un blitzkrieg, ma assedi di città e missili contro palazzi civili, in un conflitto che potrebbe durare mesi. L'Ue non ha fissato nuove linee rosse per intervenire con sanzioni più dure e alcuni suoi stati membri non vogliono pagare un prezzo più alto di quello attuale.

 

Al Consiglio europeo la Polonia chiederà un embargo delle importazioni di petrolio e carbone, nonché la chiusura dell'accesso a porti e strade dell'Ue per i trasporti russi. Un gruppo sempre più consistente di paesi è favorevole. Ma c'è il veto dell'Ungheria e dalla Germania ieri è arrivato un “no” preventivo ancor più pesante. Un embargo sulle importazioni di petrolio "da un giorno all'altro piomberebbe il nostro paese e l'intera Europa nella recessione" con “centinaia di migliaia di posti di lavoro a rischio", ha detto il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, davanti al Bundestag. In un dibattito davanti al Parlamento europeo, né Michel né von der Leyen hanno menzionato la possibilità di tagliare le importazioni di petrolio. La linea concordata è di ridurre il più rapidamente possibile la dipendenza energetica dalla Russia, ma senza embargo immediato o programmato.

Biden in mattinata parteciperà anche ai vertici della Nato e del G7. Gli europei si aspettano qualche pressione (non troppa) sulle sanzioni. L'intenzione dei leader europei è di chiedere al presidente americano di “tenere conto della situazione dell'Ue che sull'energia è diversa dagli Usa, visto che sono meno dipendenti”, ci ha spiegato il funzionario europeo. Von der Leyen ha anticipato che sarà annunciato un accordo per forniture aggiuntive di Gas liquefatto naturale americano per “i prossimi due inverni”. Gli Stati Uniti “possono essere un importante forniture per gas e petrolio”, ha detto il funzionario europeo. L'Ue chiederà a Biden anche “sostegno sui rifugiati”, sia in termini di aiuti finanziari che di accoglienza.

Le vere pressioni di Biden dovrebbero riguardare la Cina, in vista del vertice bilaterale con l'Ue del primo aprile. “La Cina per la prima volta ha messo in dubbio alcuni principi chiave per la nostra sicurezza, incluso il diritto di ogni nazionale in Europa a scegliere il suo orientamento", ha detto ieri il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Biden farà pressioni sugli europei affinché chiedano alla Cina di condannare l'invasione, di sostenere gli sforzi diplomatici e di non fornire alcun tipo di aiuto alla Russia. Il consigliere alla Sicurezza nazionale americano, Jake Sullivan, ha spiegato che gli Stati Uniti hanno inviato "un chiaro messaggio alla Cina sulle implicazione e le conseguenze di qualsiasi fornitura di equipaggiamento militare (...). Ci aspettiamo che facciamo passare messaggi simili nei loro contatti di alto livello con il governo cinese", ha spiegato Sullivan. Il grande interrogativo è se l'Ue è pronta a minacciare “conseguenze”, come hanno fatto gli Stati Uniti, se Xi Jinping risponderà positivamente alle richieste di sostegno di Putin. “Se la Cina va nell'altra direzione, ci saranno delle conseguenze”, ci ha assicurato un ambasciatore.

 


Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di giovedì 24 marzo, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

Le proposte della Commissione sull'energia - Sul Foglio spieghiamo che il Consiglio europeo rischia di trasformarsi in un campo di battaglia interno all'Ue su come rispondere all'aumento del prezzo dell'energia. Ieri la Commissione ha presentato una serie di proposte e opzioni. Come avevamo anticipato, tra le proposte ci sono la creazione di una Task force per acquisti comuni di gas (soprattutto Gas naturale liquefatto) e un regolamento per imporre il riempimento delle riserve di gas al 90 per cento entro il primo novembre (ma solo l'80 per cento quest'anno). Tra le opzioni, ci sono i due temi che dividono di più gli stati membri: un tetto al prezzo all'ingrosso del gas e dell'elettricità e il disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell'elettricità. Prima di fare proposte, la Commissione vuole avere “linee guida” dal Consiglio europeo, ci ha detto una fonte comunitaria. Solo che i ventisette non siano in grado di dare indicazioni perché sono troppo divisi.

La sorpresa Gazprom nel pacchetto dell'energia - Nelle proposte presentate ieri dalla Commissione, c'è anche una sorpresa che riguarda Gazprom. Nel nuovo regolamento sulle riserve di gas è prevista una nuova certificazione obbligatoria di tutti i gestori dei sistemi di stoccaggio per evitare potenziali rischi potenziali derivanti da influenze esterne sulle infrastrutture critiche. La certificazione sarà accelerata per alcuni gestori. Anche se non è menzionata, i criteri (proprietà extra Ue e livelli di riempimento a marzo 2021) si adattano perfettamente agli impianti di stoccaggio di Gazprom, che nella passata stagione sono stati riempiti a un livello inusualmente basso. Il colosso russo ha impianti di stoccaggio in Germania, Austria, Paesi Bassi e Repubblica ceca. Gli operatori che non riceveranno la certificazione dovranno rinunciare alla proprietà o al controllo degli impianti nell'Ue. Tradotto: gli stati membri potranno espropriare gli impianti di stoccaggio di Gazprom.

Putin vuole pagamenti in rubli, la Germania denuncia una violazione contrattuale - Vladimir Putin ieri ha annunciato che le società energetiche russe non accetteranno più pagamenti in dollari e in euro per le forniture di gas, creando molta agitazione dentro l'Unione europea. IL ministro tedesco dell'Economia, Robert Habeck, ha denunciato una "rottura del contratto" da parte di Mosca e l'intenzione di discutere con i partner europei "la risposta" all'annuncio di Putin. A Bruxelles diverse fonti hanno minimizzato l'annuncio di Putin, spiegando che potrebbe rivoltarsi contro le società energetiche russe. Ma la mossa ha avuto già un effetto sui mercati con un aumento del prezzo del gas. Il tema potrebbe essere discusso al Consiglio europeo.

Le proposte della Commissione per aiutare i rifugiati ucraini - La Commissione ieri ha presentato una comunicazione con una serie di raccomandazioni per gli stati membri nell'accoglienza degli oltre 3,5 milioni di ucraini che hanno lasciato il paese per la guerra di Putin. L'obiettivo è di garantire che i rifugiati beneficiari della protezione temporanea possano effettivamente accedere al diritto all'istruzione, all'assistenza sanitaria, all'alloggio e all'occupazione. Alcune misure sono dedicate alla protezione dei minori, con procedure standard per quelli non accompagnati. La Commissione ha anche istituito una “piattaforma di solidarietà” che riunisce gli stati membri e le agenzie dell'Ue per organizzare i trasferimenti di persone verso i paesi che dispongono di capacità di accoglienza. Ma “non faremo le quote obbligatorie”, ha detto la commissaria agli Affari interni, Ylva Johansson.

Nel 2021 più 28 per cento di rifugiati nell'Ue - A proposito di rifugiati, ieri Eurostat ha pubblicato le cifre del 2021, registrano un aumento del 28 per cento delle richieste di protezione internazionale nell'Ue rispetto all'anno precedente. Lo scorso anno nell'Ue sono state presentate 535 mila domande di asilo contro 417 mila nel 2020. I livelli sono simili a quelli del 2014, prima della crisi dei rifugiati siriani del 2015 e 2016. Con l'attivazione della direttiva sulla protezione temporanea per i rifugiati ucraini e l'arrivo di oltre 3,5 milioni di persone, i numeri saranno molto più alti dell'ultima crisi. Secondo alcune stime, il numero complessivo di rifugiati ucraini potrebbe salire a 8 milioni in caso di prolungamento del conflitto.
 

Le proposte della Commissione per aiutare la produzione agricola - Di fronte al blocco delle esportazioni agricole provocato dalla guerra di Putin in Ucraina, la Commissione ieri ha presentato una serie di misure straordinarie per aumentare la produzione nell'Ue. L'Ue userà la riserva di crisi con un pacchetto di sostegno da 500 milioni (il totale potrebbe salire a 1,5 miliardi con gli aiuti nazionali) per sostenere i produttori più colpiti dalle conseguenze della guerra in Ucraina. E' previsto un anticipo ai pagamenti diretti agli agricoltori a partire dal 16 ottobre 2022. Saranno introdotte misure di sicurezza del mercato a sostegno del settore delle carni suine, per la sua situazione particolarmente difficile del settore. Ci sarà una deroga eccezionale e temporanea per consentire la produzione di tutte le colture alimentari e correlate ai mangimi su terreni lasciati a riposo. La Commissione, inoltre, ha proposto un nuovo e autonomo quadro temporaneo di emergenza che copre anche gli agricoltori, i produttori di concimi e il settore della pesca. Gli stati membri potranno anche applicare aliquote ridotte dell'Iva e incoraggiare gli operatori economici a limitare i prezzi al dettaglio. Di fronte alle critiche per non aver tenuto conto del Green deal e della sostenibilità ambientale, il commissario all'Agricoltura, Janusz Wojciechowski, ha risposto così: “Cosa dovrebbe fare ora, in questa situazione drammatica in Ucraina? La reazione deve essere di produrre più cibo nell'Ue quest'anno perché abbiamo bisogno di più cibo”.


Wojciechowski accusa Putin di un Holodomor 2.0 - Il commissario all'Agricoltura, Janusz Wojciechowski, ieri ha accusato la Russia di un “metodo simile a quello usato dal regime sovietico contro il popolo ucraino e il Kazakhstan" negli anni trenta durante l'Holodomor,la grande carestia che provocò milioni di morti sotto il regime di Stalin. Ci sono “molti casi di attacchi intenzionali contro l'infrastruttura agricola. L'unica interpretazione è che vogliono la fame e usare questo metodo come metodo di aggressione”, ha detto Wojciechowski. Anche la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha lanciato accuse molto dure contro Vladimir Putin per gli effetti della sua guerra sulla sicurezza alimentare globale. “Putin sta bloccando centinaia di navi piene di grano nel Mar Nero”, ha detto von der Leyen al Parlamento europeo: “Le conseguenze si faranno sentire dal Libano, dall'Egitto e dalla Tunisia, all'Africa e all'Estremo Oriente. Chiedo a Putin di lasciare andare quelle navi. Altrimenti, non solo sarà responsabile di guerra e di morte, ma anche di carestia e fame. Lasci partire quelle navi!”.

Crollo della fiducia consumatori della zona euro per la guerra di Putin - A marzo l'indice della fiducia dei consumatori è precipitato di 9,9 punti nella zona euro rispetto a febbraio, con un crollo simile a quello che era stato registrato all'inizio della pandemia di Covid-19, secondo la stima flash della Commissione europea. La stessa traiettoria è stata registrata per l'Ue, dove la fiducia dei consumatori è scesa di 9,4 punti. Per entrambi gli indicatori (-18,7 per l'area euro e -19,6 per l'Ue a 27), "la guerra in Ucraina ha trascinato la fiducia dei consumatori ben al di sotto della sua media di lungo periodo", ha detto la Commissione.

La Nato rafforza la sua presenza a Est - I leader della Nato oggi decideranno di rafforzare la presenza militare dell'Alleanza atlantica sul suo fianco orientale in risposta alla guerra di Vladimir Putin in Ucraina. "Mi aspetto che i leader diano il loro accordo a un rafforzamento della postura della Nato in tutti i settori, con aumenti maggiori nella parte est dell'Alleanza", ha detto il segretario generale, Jens Stoltenberg, in una conferenza stampa ieri. Quattro nuovi "battlegroups" dovrebbero essere dispiegati in Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia. Stoltenberg ha spiegato che i leader della Nato dovrebbero decidere di aumentare gli aiuti militari all'Ucraina, incluso l'invio di equipaggiamento di protezione contro minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari.

Verso la proroga di Stoltenberg - Il mandato del segretario generale della Nato scade a ottobre e Jens Stoltenberg si era già fatto nominare governatore della Banca centrale norvegese a partire da dicembre. Ma i suoi piani rischiano di essere compromessi. Oggi i leader dell'Alleanza atlantica discuteranno della possibilità di estendere il suo mandato come segretario generale per diversi mesi, se non un anno. La ragione principale è evitare tensioni e frizioni su un cambio di leadership della Nato nel pieno della guerra di Putin contro l'Ucraina. “Questa è una decisione che devono prendere i 30 alleati”, ha detto Stoltenberg in una conferenza stampa ieri. “La mia attenzione è sulla preparazione del vertice” e “lascio agli alleati decidere altre cose”, ha spiegato il segretario generale della Nato.

Verso la conferma di Michel per altri due anni e mezzo - Durante il vertice dei capi di stato e di governo di oggi non dovrebbero esserci problemi per la conferma di Charles Michel come presidente del Consiglio europeo per altri due anni e mezzo. E' la presidenza francese dell'Ue che sta portando avanti la procedura per la nomina di Michel. Finora, a parte l'ex premier belga che appartiene alla famiglia politica europea dei liberali di Renew, non sono state avanzate altre candidature. La decisione di confermare Michel dovrebbe essere formalizzata all'inizio del Consiglio europeo, dopo l'incontro dei capi di stato e di governo con Joe Biden.

Prima defezione importante dentro il regime Putin - Anatoly Chubais, l'inviato per il clima della Russia, ha dato le dimissioni e ha lasciato il paese. Secondo Bloomberg, la ragione è la guerra di Vladimir Putin in Ucraina. Chubais era uno dei pochi riformatori degli anni 1990 che era rimasto nella struttura di governo del Cremlino, pur mantenendo buone relazioni con l'Occidente. Sempre secondo Bloomberg, anche la presidente della Banca centrale russa, Elvira Nabiullina, avrebbe cercato di dimettersi all'inizio della guerra in Ucraina, salvo scontrarsi con il rifiuto di Putin. Nel frattempo non ci sono notizie di apparizione pubbliche del ministro della Difesa, Sergei Shoigu, dall'11 marzo. Sul Foglio Micol Flammini spiega il peso delle dimissioni di Chubais. A proposito delle ultime notizie dal fronte, sempre sul Foglio Daniele Raineri spiega come i soldati russi sono passati da sfondatori e sfondati: uno su cinque è fuori combattimento.

Zelensky 1 - Renault 0 - Aveva fatto molto discutere la decisione di Renault di riprendere la produzione di automobili in Russia all'inizio della settimana. Ieri il presidente ucraino, Volodymyr Zelensy, ha parlato davanti all'Assemblea nazionale, denunciando Renault, Auchan, Leroy Merlin e altre imprese francesi di farsi "sponsor della macchina di guerra della Russia" e chiedendo loro di "lasciare il mercato russo". In serata, il consiglio di amministrazione di Renault ha annunciato la sospensione di tutte le sue attività industriali in Russia e di valutare "tutte le opzioni possibili" sulla sua partecipazione maggioritaria nel costruttore russo AvtoVaz. In un editoriale Il Foglio spiega che l'offensiva di Zelensky contro le aziende francesi incarna il conflitto tra profitti e valori.

 

L'Osce denuncia le irregolarità elettorali in Ungheria - L'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) ieri ha denunciato il mancato rispetto di alcuni standard democratici nelle elezioni legislative che si terranno in Ungheria il 3 aprile. In un rapporto preliminare della missione di osservazione elettorale datato 21 marzo, l'Osce sottolinea che le raccomandazioni dell'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell'organizzazione sulla trasparenza dei finanziamenti elettorali e la confusione tra governo e partiti politici non sono state rispettate. I problemi evidenziati dal rapporto sono diversi: registrazione degli elettori in collegi dall'esito incerto, firme false per la presentazione delle candidature, spazi elettorali a vantaggio del partito di governo, spesa sproporzionata del governo sul referendum sulla legge anti-Lgbt, assenza virtuale dei politici di opposizione nei programmi della televisione pubblica. "Senza fondamento", ha risposto il portavoce di Viktor Orbán. Oggi è giovedì ed esce il nuovo numero della rubrica “EuPorn - il lato sexy dell'Europa”, che è la sorella maggiore di questa newsletter. Paola Peduzzi e Micol Flammini spiegano come l'Ungheria si prepara al voto: pur di difendere il rapporto con Putin, Orbán mette il veto all’unità europea.

 

Oggi probabile accordo sul Digital Markets Act - "Penso di sì", ci ha risposto Andrea Schwab alla nostra domanda se oggi sarà trovato un accordo tra il Parlamento europeo e la presidenza francese dell'Ue sul Digital Markets Act, che insieme al Digital Services Act rappresenta la pietra miliare della nuova regolamentazione europea per le grandi piattaforme digitali. Schwab è il relatore del Parlamento europeo nei negoziati che sono entrati nella loro fase finale. I Digital Markets Act definirà cos'è una piattaforma e le regole a cui dovrà sottostare, nonché la ripartizione dei poteri tra autorità europee e nazionali. Il Parlamento è pronto a fare concessioni sul ruolo futuro della Commissione in cambio di regole più stringenti sulle violazioni strutturali delle regole e l'inclusione nel campo di applicazione del regolamento degli assistenti virtuali. Se non ci sarà intesa, è possibile un nuovo “trilogo” tra Parlamento, Consiglio e Commissione il 5 aprile. Ma la presidenza francese del Consiglio dell'Ue ha fretta di chiudere prima delle elezioni presidenziali del 10 aprile.

 


Accade oggi in Europa

– Consiglio europeo

– Vertice straordinario del G7

– Vertice straordinario della Nato

– Parlamento europeo: mini-sessione plenaria (dibattito sul Piano d'azione europeo sull'energia)

– Parlamento europeo: giornate della solidarietà con l'Ucraina

– Parlamento europeo: conferenza stampa della presidente Metsola dopo il suo intervento al Consiglio europeo

– Parlamento europeo: audizione dei commissari Suica, Schmit e Dalli sulla strategia europea per l'assistenza

– Commissione: discorso del vicepresidente Schinas alla Conferenza annuale europea sulla cybersicurezza

– Commissione: discorso della commissaria Johansson al Comitato economico e sociale europeo sulla guerra in Ucraina e il suo impatto economico e sociale

– Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sui limiti ed eccezioni al diritto di riproduzione per i server che forniscono spazio di archiviazione per uso privato (cloud computing)

– Banca centrale europea: riunione del Consiglio generale della Bce

– Banca centrale europea: pubblicazione del bollettino economico

– Comitato economico e sociale: sessione plenaria

– Eurostat: dati sul commercio internazionale di beni nel 2021