Ursula von der Leyen (Ansa)

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Inizia la corsa di von der Leyen per il bis alla Commissione Ue. Le condizioni di Macron

David Carretta

La presidente annuncia oggi la disponibilità a un secondo mandato, presentandosi come Spitzenkandidat del Ppe. Punterà sulla Difesa comune, come vuole l'inquilino dell'Eliseo. Ma per la riconferma servirà ottenere anche il sostegno di alcuni leader sovranisti

Il grande giorno di Ursula von der Leyen è arrivato. Oggi alle 12h30 la presidente della Commissione terrà una conferenza stampa nella sede della Cdu a Berlino, la Konrad Adenauer House, per annunciare la sua disponibilità a un secondo mandato, presentandosi come Spitzenkandidat del Partito popolare europeo (Ppe). Durante la conferenza stampa che si terrà al termine di un consiglio direttivo della Cdu, von der Leyen avrà al suo fianco il presidente del partito, Friedrich Merz.

Ci si aspetta un cambio di direzione sul Green deal, con maggiore attenzione alla competitività delle imprese europee e alle richieste avanzate dagli agricoltori, dopo un primo mandato che ha creato diverse tensioni con la base tradizionale della Cdu. Ma il marchio di fabbrica europeo di von der Leyen 2.0 è già stato preparato: la prossima Commissione avrà come missione la Difesa europea e più in particolare le capacità industriali nel settore. E' la condizione che ha posto Emmanuel Macron per sostenere un secondo mandato.

 


Sono David Carretta e questo è un estratto di Europa Ore 7 di lunedì 26 giugno, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo. Per ricevere la newsletter integrale nella tua casella di posta elettronica puoi iscriverti qui. È gratuito




L'idea del presidente francese è di trasformare la prossima Commissione in un'istituzione franco-tedesca, sfruttando le debolezze attuali della Germania per spingerla in direzione delle esigenze poste dalla Francia. Dopo un incontro con Macron la scorsa settimana all'Eliseo, von der Leyen ha iniziato a preparare il terreno prima con un'intervista al Financial Times e poi con una serie di interventi alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco. La narrazione è semplice: la minaccia posta dalla Russia di Vladimir Putin e il rischio di un ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca costringono l'Ue a muoversi, a diventare autonoma e a comprare europeo. Gli annunci sono facili: von der Leyen ha spiegato che, se sarà confermata per un secondo mandato, nella prossima Commissione ci sarà un commissario alla Difesa. L'attuale commissario francese, Thierry Breton, che è responsabile del Mercato interno ma ha anche il portafoglio della Difesa, ha già fatto gran parte del lavoro per lei. A fine mese la Commissione presenterà il Programma europeo di sviluppo industriale della difesa. Breton ci ha lavorato per mesi. Von der Leyen, senza nemmeno citarlo o ringraziarlo a Monaco, ha tratto ispirazione per anticipare il programma del suo secondo mandato.

Agli occhi di Macron, Breton dovrebbe essere il copresidente ombra della prossima Commissione. Dietro c'è tutta la dottrina protezionista della Francia, che quando parla di difesa europea pensa all'industria francese. Breton è stato anche in prima linea sulla regolamentazione dei giganti americani del digitale. Dietro le quinte ha operato contro gli accordi commerciali con il Mercosur o l'Australia e lavorato contro l'ortodossia dell'antitrust europeo. La preferenza comunitaria - il “Buy European” - dovrebbe essere al cuore della prossima legislatura non solo per il settore della Difesa. La promozione dei “campioni europei” dovrebbe estendersi a tutti i settori, dalle automobili elettriche alle fusioni degli operatori delle telecomunicazioni. La nuova dottrina potrebbe piacere anche a governi sovranisti come quello di Giorgia Meloni, che istintivamente sono favorevoli all'interventismo dello stato nell'economia.
 

Il problema per von der Leyen è che il suo opportunismo di breve periodo è in contraddizione con i suoi istinti più radicati. Se Macron vuole sviluppare la Difesa europea in contrapposizione degli Stati Uniti, von der Leyen è atlantista e continua a privilegiare i rapporti personali con Joe Biden. "La strategia di rafforzamento dell'industria europea della difesa deve essere strettamente coordinata con la Nato, in particolare per quanto riguarda i processi di pianificazione e la standardizzazione", ha dichiarato la stessa von der Leyen in un comunicato congiunto con il segretario generale dell'Alleanza, Jens Stoltenberg. Tradotto: la preferenza europea non deve escludere le imprese della difesa americane. A Monaco von der Leyen ha lasciato intendere che potrebbe scegliere una personalità diversa da Breton per il posto di commissario alla Difesa. "È molto importante che i paesi dell'Europa orientale abbiano un buon portafoglio, e la difesa è un buon portafoglio", ha detto la presidente della Commissione.

 

L'annuncio di oggi è solo la prima di una serie di tappe che von der Leyen deve superare per essere confermata per un secondo mandato. La sua nomina da parte del Ppe come Spitzenkandidat è scontata. Ma il patto con Macron è soggetto ai cambi di umore e posizione tipici del presidente francese. Ancor più difficile sarà trovare una maggioranza al Parlamento europeo a luglio. La marcia indietro sul Green deal potrebbe essere utile a garantirsi il sostegno di alcuni leader e partiti sovranisti e conservatori, così come la virata verso l'approccio “Europa fortezza” sull'immigrazione. Le molte concessioni fatte agli agricoltori nelle ultime settimane – dalla sospensione dei negoziati con il Mercosur alle barriere per i prodotti agricoli ucraini – sono un altro gesto in direzione della Francia, che non dispiace a sovranisti e conservatori. Von der Leyen sta scommettendo su tre grandi elettori: Macron, Ppe e Meloni. Ma a luglio potrebbe scoprire che senza i socialisti non potrà tornare nel suo mini appartamento dentro il palazzo del Berlaymont.

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