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Il colloquio

Cingolani (Leonardo): "L'Ue ha bisogno di un commissario alla Difesa”

Luca Roberto

L'ad dell'azienda a partecipazione pubblica: "Gli operatori del settore hanno bisogno di essere messi in sinergia. La troppa frammentazione non sta aiutando l'Europa"

Un commissario europeo alla Difesa sarebbe un passo importantissimo. E’ una misura non sufficiente ma sicuramente necessaria per cercare di rafforzare l’Europa”. L’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, al Foglio dice di trovarsi assolutamente d’accordo con la proposta promossa da Ursula von der Leyen. E cioè quella, come ha raccontato Politico negli scorsi giorni, di inserire un titolare alla Difesa nella prossima Commissione europea, nel caso in cui fosse rieletta. “Si tratterebbe di una figura di grande importanza”, dice Cingolani. “In questi mesi abbiamo visto quanto abbia pesato la frammentazione. Non solo politica, ma anche nel coordinamento dell’industria della difesa. In più sarebbe un acceleratore per arrivare finalmente a una difesa comune”.

 

Nelle intenzioni di Ursula von der Leyen, un commissario europeo alla Difesa non dovrebbe essere una specie di super ministro che supera le prerogative geopolitiche dei corrispondenti ministri dei paesi membri. Più che altro, dovrebbe avere un ruolo di coordinamento in tema di investimenti nel campo della Difesa, soprattutto in seguito ai vari pacchetti di spesa che l’Ue ha disposto per aiutare l’Ucraina negli ultimi due anni. E che dovrebbero andare a sostanziare tutto il discettare sull’autonomia strategica europea, di cui a lungo ha parlato anche il presidente francese Emmanuel Macron. “Non ho notizie di primo piano, mi baso su quanto ho letto”, premette Cingolani al Foglio ragionando sulla proposta. “L’Europa può essere potenzialmente il secondo investitore al mondo dopo gli Stati Uniti nell’industria della Difesa. Ma per mettere a profitto questi investimenti c’è bisogno di un coordinamento”, spiega l’amministratore delegato e direttore generale di Leonardo. “Ecco perché per prima cosa l’Unione europea dovrebbe chiarire come vuole organizzare lo spazio europeo della difesa”. In termini di compiti, il manager della compagnia a partecipazione pubblica che si occupa di difesa, aerospazio e sicurezza crede che l’istituzione di un commissario possa supplire alle mancanze che si sono evidenziate nel corso degli ultimi anni. “Al centro vanno messe le aziende che garantiscono le tecnologie. Il problema è che molto spesso chi produce è slegato l’uno dall’altro. Ogni paese fa per sé. E invece i produttori devono lavorare in sinergia. Facendo degli accordi tra le aziende”. Ma l’ulteriore considerazione è anche di natura più tecnica. “Il futuro vede un grande interscambio fra le tecnologie. Gli aerei, le navi, devono potersi parlare tra loro per garantire il massimo dell’efficienza. Oramai andiamo in questa direzione”, aggiunge ancora Cingolani. “Ecco perché è importante che ci sia una figura in grado di coordinare il lavoro a livello europeo”.

 

Il grande sottinteso è che invece l’estrema frammentazione in cui è organizzato il settore della Difesa europeo non permetta affatto di affrontare queste sfide a livello sistemico. E questo avviene a detrimento di una spesa che nel budget dell’Unione è prevista in crescita, soprattutto con il rinfocolarsi delle tensioni a livello internazionale. A ogni modo la nascita di un commissario secondo Cingolani si spiega anche con un’altra ratio: “Guardiamo sempre all’esempio degli Stati Uniti. Lì hanno due-tre materie che sono di competenza federale. Le altre invece sono delegate ai singoli stati. Ecco, io credo che l’Europa sulle grandi questioni finanziarie, di sviluppo economico, debba decidere a un livello più alto. La Difesa deve far parte di queste materie trasferite a Bruxelles. Credo che questo passaggio permetterebbe all’Unione europea di rafforzarsi”.

 

Per il ruolo di commissario, peraltro, iniziano già a girare dei nomi. I primi a cui s’è pensato sono quelli del fronte più esposto, cioè quello con la Russia. E cioè il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski. Così come la premier estone Kaja Kallas, che negli scorsi giorni è finita nella black list del Cremlino. Per adesso il governo italiano ha preferito non sbilanciarsi su questa ipotesi, anche se il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha detto che “l’Europa deve lavorare per avere una sua difesa e un vero esercito europeo. Il Ppe è impegnato in questo e la Commissione europea ha iniziato a muovere i primi passi”. E anche il ministro della Difesa Guido Crosetto a più riprese ha sostenuto la necessità di lavorare a un sistema europeo di difesa che predisponesse un esercito, una marina e un’aeronautica europei. Insomma, è quello l’obiettivo finale? “Penso che un commissario possa essere un grande acceleratore. Mi pare che lo abbia sostenuto anche Mario Draghi nel discorso che ha fatto giovedì a Washington”, dice ancora al Foglio Cingolani, che di Draghi è stato ministro della Transizione ecologica. “E’ un punto importante che può essere una svolta. E noi non possiamo che essere a favore”.

  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.