Il Cdm

Per i 100 euro di Meloni servirà “l'autocertificazione” dei redditi. E Salvini prepara il condono

Gianluca De Rosa

Il Cdm dà il via libera al bonus dal sapore elettorale della Meloni. Le coperture? Nel 2025. E per l'erogazione prima della dichiarazione dei redditti servirà un passaggio burocraticon con i datori di lavoro

al bonus cento euro per le famiglie con redditi bassi e almeno un figlio a carico, ancora sì al decreto Coesione “per mettere a sistema i fondi con Pnrr e fondo complementare”, niente da fare, invece, per la norma Salva Rizzo, ovvero la deroga per la raccolta firme che avrebbe consentito a Democrazia sovrana, il movimento rossobruno del comunista Marco Rizzo e dell’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno di correre alla prossime elezioni europee. E’ questa la sintesi del Consiglio dei ministri lampo che si è svolto ieri poco prima di pranzo.  


Sulla norma più attesa, quella che le opposizioni hanno già ribattezzato con disprezzo come gli “80 euro di Meloni”, almeno per adesso la premier non ci mette la faccia. Dopo il rapidissimo cdm, in conferenza stampa  per parlare del bonus c’era il viceministro dell’Economia Maurizio Leo. Assente Meloni e anche il titolare di Via XX Settembre,  Giancarlo Giorgetti. Una scelta non casuale. Il bonus è fatto  rientrare dal governo all’interno dei decreti attuativi della delega fiscale, un dossier in mano al viceministro di FdI.  “Come prevedeva la delega il nostro obiettivo è detassare le tredicesime, questo è un primo tassello per farlo con un bonus una tantum che sarà erogato a gennaio del 2025 per andare  incontro alle fasce medio-basse, in un momento particolare come quello tra fine anno e inizio anno nuovo”, ha spiegato Leo.  Insomma, il bonus da cento euro per le famiglie di lavoratori dipendenti con reddito complessivo inferiore a 28 mila euro e almeno un figlio a carico, non sarebbe che un anticipo di quello che il governo vuole fare in futuro, detassare le tredicesime. La realtà più brutale è che il bonus sarà erogato a gennaio 2025 per evitare la difficile ricerca delle coperture, in questo modo invece la spesa ricadrà sul bilancio dell’anno prossimo, rinviando il problema. Leo ha confermato che la platea interessata è di circa 1,1 milioni di famiglie, per un costo complessivo dunque di 110 milioni di euro. Ma non c’è solo questo. Il provvedimento fa riferimento al reddito complessivo, non solo a quello da lavoro, si farà  riferimento alle dichiarazioni dei redditi relative all’anno 2024 che però a gennaio non saranno ancora state compilate. Come fare dunque per  ricevere il bonus già a inizio anno? Per permettere l’erogazione i sostituti d’imposta, ovvero i datori di lavoro, raccoglieranno per ciascun dipendente un’autocertificazione che attesti che nell’anno fiscale non ci sono stati altri guadagni tali che, se integrati al reddito da lavoro, portano al superamento della soglia prevista di 28 mila euro. Cosa non si fa insomma per una norma elettorale. A FdI che lancia i 100 euro, intanto, ieri Matteo Salvini rispondeva annunciando che entro maggio presenterà il suo “piano Casa per sanare le piccole irregolarità che ci sono dentro le mura domestiche”. In pratica, un condono.


Dal Cdm di ieri invece è saltata  la norma per permettere a  Rizzo e  Alemanno di presentarsi alle  europee anche senza aver raccolto le firme necessarie. Due giorni fa Rizzo era stato ricevuto a Chigi. Il governo non aveva escluso un intervento, a patto però che ci fosse il tacito consenso di tutti i partiti. Così non è stato. “A fronte della ferma contrarietà di altre formazioni politiche minori e per di più con accuse da più parti al governo di voler varare un provvedimento per qualche astruso secondo fine, l’esecutivo ha valutato opportuno non accogliere la richiesta”, hanno fatto filtrare da Palazzo Chigi. L’ipotesi aveva mandato su tutte le furie Sud chiama nord, il movimento del sindaco di Taormina Cateno De Luca. “Una norma ‘ad personam’ a discapito di tutti gli altri partiti”, aveva tuonato lui chiedendo di essere ricevuto al Quirinale.