editoriali
Rossobruni d'Italia. Gianni Alemanno su Israele coagula il suo piccolo fronte del rifiuto
L'ex sindaco di Roma lancia il “Forum per l’indipendenza”. Tra i nomi, Moni Ovadia, Marco Rizzo e Fabio Granata. Così la destra antisraeliana sposa l'antisionismo di sinistra
Gianni Alemanno lancia il “Forum per l’indipendenza”. Tra i nomi, Moni Ovadia, Marco Rizzo e Fabio Granata. Politica certo, la “spina rossobruna” al fianco destro di Giorgia Meloni, ma anche la coagulazione dei peggiori istinti occidentali durante la guerra di Israele a Hamas.
Dopo il 7 ottobre, infatti, abbiamo assistito all’emergere di numerose pulsioni antisraeliane. C’è il nuovo (si fa per dire) antisionismo di sinistra, l’idea che Israele sia occupante, usurpatore, colonialista, bellicista, assassino di civili, con tutto quel che ne consegue in Europa per numerosi partiti, come quello di Jean-Luc Mélenchon, che non va alle marce contro l’antisemitismo ma a quelle contro l’islamofobia e diventa afasico sui 1.200 morti nei kibbutz. Poi è riemersa la destra antisraeliana: in questo caso, non per banale terzomondismo d’accatto, ma per antioccidentalismo, l’idea che Israele sia un super occidentale, specchio della retorica iraniana sul Grande e il Piccolo Satana (alla destra, piace l’Iran).
Alcuni dei personaggi chiamati a raccolta da Alemanno sul 7 ottobre hanno portato in tv i peggiori schiamazzi antisraeliani. Dopo la strage di Hamas, Alemanno aveva detto: “Sì alla lotta al terrorismo, no all’appoggio incondizionato” (a Israele). In un recente convegno sulla situazione in medio oriente che ha visto la partecipazione a Siracusa dell’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno e dell’assessore alla cultura del Comune di Siracusa, Fabio Granata, quest’ultimo ha assunto una nettissima posizione contro Israele.
Dunque un ritorno della vecchia anima rautiana della destra sociale italiana, al tempo molto vicina al panarabismo di Nasser, col Fronte della Gioventù che si assestò su posizioni antisioniste, e che ora si porta dietro le viscere antioccidentali trasversali allo spettro ideologico italiano.
L'editoriale del direttore