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Ursula von der Leyen sotto accusa su Israele. Domani un vertice straordinario

David Carretta

La risposta israeliana a Gaza spacca i vertici delle istituzioni dell'Ue e gli stati membri. Michel costretto a convocare i leader e a negoziare una dichiarazione comune dei ventisette che implicitamente smentisce la linea della Commissione

L'Europa geopolitica, che aspirava a diventare un attore globale grazie all'unità e determinazione mostrate durante la guerra della Russia contro l'Ucraina, è evaporata in appena una settimana, dopo l'attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre. Dopo la solidarietà unanime dello scorso fine settimana, la risposta israeliana a Gaza ha creato una profonda spaccatura ai vertici delle istituzioni dell'Unione europea e tra gli stati membri. Come spieghiamo sul Foglio, sono emerse due linee incarnate rispettivamente dalla presidente della Commissione e dall'Alto rappresentante per la politica estera. Nel corso di tutta la settimana, Von der Leyen ha espresso un sostegno incondizionato a Israele nella sua risposta a Hamas, omettendo di ricordare al governo di Benjamin Netanyahu i paletti del diritto internazionale. Dall'altra parte, Josep Borrell ha sottolineato in più occasioni la volontà di evitare l'escalation e condannato l'assedio di Gaza. Per mettere un po' d'ordine e ritrovare un equilibrio, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, è stato costretto a convocare un vertice straordinario dei leader domani e a negoziare una dichiarazione comune dei ventisette che implicitamente smentisce la linea von der Leyen.

La presidente della Commissione è finita sul banco degli imputati con l'accusa di aver oltrepassato in più occasioni le sue prerogative. Prima c'è stato l'annuncio del commissario al Vicinato, Oliver Varhelyi, di una sospensione degli aiuti ai palestinesi. Poi ci sono stati i molteplici messaggi di von der Leyen di solidarietà a Israele, senza mai menzionare i palestinesi, la situazione umanitaria o il rispetto del diritto internazionale. Infine, c'è stato il viaggio in Israele con la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, durante il quale la presidente della Commissione ha fatto quello che un diplomatico definisce “un assegno in bianco” a Netanyahu. “Questo è il momento dell'unità. Questo è il momento di unire le forze contro il terrore e Israele può contare sull'Ue”, ha detto von der Leyen: “So che la risposta di Israele dimostrerà che è una democrazia”. Solo sabato è arrivata una leggera correzione di rotta da parte di von der Leyen. “La Commissione aumenterà immediatamente l'attuale portafoglio di aiuti umanitari previsti per Gaza di 50 milioni di euro. Questo porterà il totale a oltre 75 milioni", ha detto von der Leyen, dopo una telefonata con il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres. Nel comunicato von der Leyen ha detto per la prima volta la frase “nel pieno rispetto del diritto internazionale umanitario".

Durante tutta la settimana, Borrell ha più volte cercato di contenere gli effetti delle dichiarazioni di von der Leyen. In un'intervista al Pais, l'Alto rappresentante ha ricordato che spetta al Consiglio Affari esteri e al Consiglio europeo fissare le linee della politica estera dell'Ue. Diversi governi hanno protestato pubblicamente o privatamente per le decisioni e le prese di posizioni di von der Leyen. I più vocali sono stati Francia, Spagna, Belgio, Irlanda, Paesi Bassi e Lussemburgo. “Non comprendo cosa la presidente della Commissione abbia a che fare con la politica estera dell'Ue, di cui non ha la responsabilità”, ha detto l'europarlamentare francese di Renew, Nathalie Loiseau. La dichiarazione a nome dei ventisette leader pubblicata ieri da Michel (vengono menzionati il diritto umanitario e internazionale, la protezione di tutti i civili, la fornitura di aiuti umanitari a Gaza, la necessità di evitare un'escalation regionale e il processo di pace) serve a mettere una toppa. Michel ha “mandato un segnale a Israele, ai paesi arabi e al sud globale sul fatto che l'Ue mantiene una linea basata sul rispetto del diritto internazionale”, ci ha detto un diplomatico.

Il vero atto d'accusa contro von der Leyen è contenuto nella lettera con cui Michel ha convocato i leader per il vertice in videoconferenza di domani. La presidente della Commissione non è menzionata. Ma il presidente del Consiglio europeo elenca le sue manchevolezze. Primo, l'Ue “è sempre stata e dovrà sempre essere una ferma sostenitrice della pace e del rispetto del diritto internazionale, come nel caso della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina”, ha scritto Michel: “L’Ue deve adoperarsi per fornire assistenza umanitaria ed evitare un’escalation regionale del conflitto e qualsiasi violazione del diritto umanitario”. Secondo, “un forte impegno con gli attori regionali è fondamentale” e non va persa “di vista l’importanza di ricercare una pace duratura”. Terzo, “il conflitto potrebbe avere gravi conseguenze in termini di sicurezza per le nostre società. Se non stiamo attenti, ciò può potenzialmente esacerbare le tensioni tra le comunità e alimentare l’estremismo”. Quarto, “c’è il rischio di ulteriori ondate migratorie verso l’Europa”.

Di fatto, von der Leyen è accusata di aver minato la coerenza della posizione dell'Ue nel mondo, di aver indebolito la sua capacità di giocare un ruolo di mediatore onesto, di aver messo in pericolo gli ostaggi europei e di aver aver messo a rischio la sicurezza interna di alcuni stati membri per la sua posizioni pro israeliana. L'attentato contro un insegnante in Francia venerdì e le tensioni comunitarie in Belgio e in altri paesi vengono citati come esempi delle conseguenze dell'assegno in bianco sugli stati membri dell'Ue. La rivalità con Michel non è più sufficiente a giustificare lo scontro. Diversi esperti di politica estera hanno criticato von der Leyen. “Prima sulla Tunisia e ora su Israele e Palestina, von der Leyen ha perseguito politiche personali, perfino ideologiche, senza mandato”, ha spiegato Tarek Megrisi dell'European Council on Foreign Relations: “Facendo così ha danneggiato gli interessi strategici dell'Europa, l'integrità dell'Ue e la sua unità”.

L'accusa è politicamente pesante: la Commissione che von der Leyen aveva definito geopolitica lavora per gli interessi della sua presidente e non dell'Ue. Mentre i leader dell'Ue litigavano tra loro, nel fine settimana è stato il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, a condurre un'offensiva diplomatica che ha dato alcuni risultati. Un altro caso potrebbe esplodere questa settimana, nel summit Ue-Stati Uniti a Washington. Von der Leyen incontrerà con Michel il presidente americano, Joe Biden. Dietro le quinte diversi diplomatici dicono che von der Leyen è pronta a firmare accordi più favorevoli agli Stati Uniti che all'Ue.