Kuleba dice che l'Unione europea si è assopita: dateci armi e sanzioni

Il ministro degli Esteri ucraino chiede di disconnettere le banche di Mosca dal sistema Swift, di chiudere i porti europei alle navi russe e di introdurre un embargo sul gas e sul petrolio. Per Bruxelles è un’opportunità storica di affermarsi come una potenza geostrategica in grado di fare la differenza

Intervistato dall’Economist, il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha detto che il suo paese sta affrontando due prove: da una parte l’aggressione russa, dall’altra l’esitazione occidentale. “Quello che abbiamo visto all’inizio della guerra è stata l’ascesa dell’Unione europea come un attore potente, in grado di portare un cambiamento. Ma quello ho visto negli ultimi dieci giorni è un ritorno alla normalità in cui non è possibile decidere con azioni forti e rapide, e questo è deplorevole”. Secondo Kuleba l’elenco delle richieste russe sarebbe rimasto lo stesso, ma nelle ultime settimane sarebbe cambiato il tono di voce. “E questo cambiamento dipende da due cose: dall’impatto delle sanzioni imposte alla Russia e dal successo ucraino sul campo di battaglia. Questi sono i due fattori che rafforzano la posizione ucraina e indeboliscono quella russa nei colloqui”.  

  

Se la Russia  non è più sicura di sé come all’inizio, rimane però ferma su tutte le questioni chiave ed è per questo motivo che non si può parlare di un reale cambiamento. Sentono la pressione delle sanzioni, le menzionano sempre e chiedono che vengano revocate e quindi il suo messaggio ai paesi occidentali è molto semplice: “Servono più sanzioni, ora, senza alcuna esitazione”, dice Kuleba all’Economist. Ma nonostante ciò il ministro degli Esteri ucraino dice di aver osservato negli ultimi dieci giorni un rallentamento, coperto da argomentazioni come “dobbiamo aspettare e vedere come funzionano le sanzioni attuali, non dobbiamo affrettarci con nuove sanzioni finché non comprendiamo appieno l’impatto di quelle già imposte, non possiamo imporne altre perché causeranno più danni a noi che alla Russia”.

    

Dice che questa per l’Unione europea rappresenta un’opportunità storica di affermarsi come una potenza geostrategica in grado di fare la differenza, “Ma se continuano come hanno fatto negli ultimi giorni, perderanno la loro reputazione. E perderanno tutto ciò che hanno guadagnato nei primi giorni e nelle prime settimane di guerra”. Kuleba chiede di disconnettere la Banca centrale russa e tutte le banche russe dal sistema Swift, di chiudere i porti europei alle navi russe e alla lavorazione delle merci russe e di introdurre un embargo sul gas e sul petrolio russi.

    

Quando i miei colleghi, ministri degli Esteri, mi chiamano e mi chiedono come possono aiutarmi, dico sempre due cose: armi e sanzioni.  Dateci armi e sanzioni, e noi ucraini faremo il resto del lavoro.  Ci siamo sempre resi conto che non ci sarebbe stato nessun paese a combattere al nostro fianco, e che questa sarebbe stata la croce che avremmo dovuto portarci. Ma per aiutarci, i paesi possono fare due cose: inviarci le armi necessarie e imporre sanzioni. L’Ue non può nascondersi dietro l’argomento ‘impossibile’, perché ciò che abbiamo visto solo tre settimane fa è che tutto è possibile, se c’è una volontà politica di farlo.  La vera spiegazione di ciò che sta accadendo ora è la mancanza di volontà politica.  E questo arriva nel momento in cui gli ucraini continuano a versare sangue, a morire, mentre il paese viene distrutto”.