Bye bye Europe. La Grande scommessa di BoJo
È arrivato il giorno dell’addio. Ma tra Regno Unito ed Europa unita c’è una lunga storia di attrazione e repulsione. Adesso Londra è sola tra America e Cina, e quando vorrà stabilità, la dovrà cercare a Bruxelles
-
Senza l'Europa c'è la barbarie
-
Dove sono finiti gli anti Brexit? Studiano mesti una nuova battaglia
-
Il parlamento Ue ha approvato l'accordo sulla Brexit
-
Ciao, Gran Bretagna
-
La Brexit vista dai principali magazine europei
-
Si può ricomporre la frattura della Brexit? I tentativi di BoJo e degli “esausti”
-
La Brexit come assist alla globalizzazione
-
I piani di Boris Johnson per il post Brexit
-
Per l'Europa la sfida della Brexit inizia ora. Primo obiettivo: restare uniti
-
Una partita a tre
-
Il Capodanno della Brexit
-
La Brexit è realtà. Ma per valutarne le conseguenze ci vorranno anni
-
Brexit, si ricomincia
-
Le crepe in casa
-
Il rompicapo del voto irlandese: vincono in tre e nessuno vuole fare alleanze con l'altro
-
La Tav di Johnson spacca i Tory (ma lui li rabbonisce con gli autobus)
-
La paura del vuoto
-
Guai a chi tocca la zietta
-
Sbiadisce il British dream
-
Tutti i problemi della proposta di riforma dell'immigrazione nel Regno Unito
-
Il Regno Unito alle prese con il ritorno dell'indipendentismo scozzese
Il mandolino del capitano Corelli suona il valzer delle candele. Non parliamo di Nicolas Cage che lo ha interpretato sullo schermo, ma dello scrittore inglese Louis de Bernières creatore del personaggio che gli ha portato successo. “Nel 1975 avevo 20 anni e ho votato per la partecipazione della Gran Bretagna nell’Unione europea”, racconta sul Financial Times. “Nel 2016 la mia generazione ha votato per tornare indietro. Perché abbiamo cambiato idea?”. E’ la domanda che si pongono in molti, a cominciare da noi, al di qua della Manica, che siamo restati nell’Unione e vogliamo rimanerci. Le sue risposte per la verità sono abbastanza scontate: la eurocrazia di Bruxelles, il timore di un superstato, la forza egemonica della Germania dopo la riunificazione, la voglia di recuperare i legami con il Commonwealth, i ricordi del glorioso passato e via sospirando. “Abbiamo commesso un errore”, insiste, “e tuttavia io sono europeo per cultura e per eredità” (la sua famiglia ha origini francesi ugonotte). I britannici, questo il suo pensiero, stanno meglio da soli. Contro tutti? No, insieme a tutti. Tedeschi e francesi, portoghesi e spagnoli, scozzesi e irlandesi, se siamo o no nell’Unione europea, siamo comunque tutti una famiglia. “La nostra relazione con l’Europa sarà in futuro quella che è stata per duemila anni, una oscillazione tra i poli dell’amore e dell’odio, rispetto e mancanza di rispetto, ammirazione e disdegno, cooperazione e maleducazione, fascino e disprezzo, dipende da quel che la provvidenza getta sul nostro cammino”. La pensa così, in sostanza, anche Boris Johnson il quale, respinta sia la Britannia europea sia una piccola Britannia, sogna una Britannia globale: GB non sarà più l’acronimo per Great Britain, ma per Global Britain.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE