La Brexit come assist alla globalizzazione
La sfida tra modelli di apertura, il colpo a Trump, i cattivi presagi per i nazionalisti. Il Wsj sostiene una tesi scandalosa: l’uscita del Regno Unito dall’Ue innescherà un meccanismo virtuoso che porterà benefici a tutti. Spunti per superare un trauma
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Ciao, Gran Bretagna
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Una partita a tre
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Brexit, si ricomincia
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Guai a chi tocca la zietta
È possibile che abbia ragione chi dice che la Brexit sarà un disastro, che la fuga dall’Unione europea della Gran Bretagna creerà un meccanismo vizioso che avrà l’effetto di indebolire sia l’Unione europea sia la Gran Bretagna e che alla fine per l’Europa e anche per il Regno Unito non potrà che essere una tragedia avere una Gran Bretagna destinata a diventare qualcosa di simile a una gigantesca Singapore pronta a trasformarsi in un paradiso fiscale per ricchi cinesi desiderosi di espatriare in Europa. È possibile che abbia ragione chi osserva la Brexit con uno sguardo apocalittico, ma è possibile invece che abbia ragione chi considera la triste festa dell’indipendenza della Gran Bretagna come un fatto traumatico che potrebbe però diventare incredibilmente un’opportunità per trasformare e migliorare tanto la Gran Bretagna quanto l’Europa.
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- Claudio Cerasa Direttore
Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.