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Tutti i problemi della proposta di riforma dell'immigrazione nel Regno Unito

Gregorio Sorgi

Patel ha spiegato che “la Gran Bretagna non può più essere dipendente dalla manodopera straniera”. Non è proprio così

Londra. Le categorie produttive britanniche hanno condannato la riforma dell’immigrazione proposta dal ministro dell’Interno Priti Patel. Il governo di Londra ha annunciato un sistema a punti che favorirà gli immigrati qualificati e con una buona conoscenza dell’inglese. Solo i cittadini stranieri con uno stipendio oltre 25.600 sterline potranno richiedere il visto dopo il 2021, anche se è prevista una soglia più bassa per alcune professioni. Molte aziende si sono lamentate che la strategia del governo comporterà una carenza nella manodopera straniera, e potrebbe costringerle a diminuire la produzione. Il governo intende ridurre il numero di immigrati poco qualificati nella speranza di liberare nuovi posti di lavoro per i cittadini britannici. Il leader del Brexit Party Nigel Farage ha approvato la riforma, sostenendo che “è un grande passo nella giusta direzione”.

  

 

I giovani cittadini europei che ogni anno si recano in Gran Bretagna per cercare un lavoro e imparare l’inglese verrebbero esclusi con il nuovo sistema. L’esperienza professionale, i titoli di studio e la conoscenza della lingua saranno fondamentali per raggiungere la soglia di settanta punti necessaria per ottenere il visto lavorativo. Patel ha spiegato che “la Gran Bretagna non può più essere dipendente dalla manodopera straniera, che spesso percepisce degli stipendi bassi”, e si è augurata di potere continuare ad attrarre gli immigrati qualificati.

  

  

Il ministro ha negato che la riforma comporterà la fine “dell’idraulico polacco”, un’espressione che identifica il fenomeno dell’immigrazione dai paesi dell’est Europa e che ha alimentato il sentimento euroscettico durante gli anni della crisi. Tuttavia, gli esperti stimano che circa il 70 per cento degli immigrati che si sono trasferiti in Gran Bretagna dopo il 2004 verrebbero esclusi dal 2021. La strategia del governo potrebbe creare grandi problemi per alcuni settori commerciali, come l’edilizia o la ristorazione, che impiegano molti dipendenti stranieri. La Confindustria britannica avverte che molte aziende saranno a corto di manodopera. Basta pensare che Pret a Manger, un importante fast food, impiega un britannico per ogni cinquanta dipendenti. Il direttore della catena di ristoranti Carluccio’s si è lamentato che la gran parte dei suoi impiegati non verrebbe ammessa in Gran Bretagna con le nuove regole. “La Brexit comporterà un aumento dei costi e la chiusura di alcuni ristoranti”, ha aggiunto. 

  

  

La reputazione di Londra potrebbe risentire della nuova strategia del governo. Il tabloid londinese e filo conservatore Evening Standard ha criticato il piano sull’immigrazione, sostenendo che la capitale britannica avrà meno chance di ospitare conferenze ed eventi internazionali che vengono realizzati anche grazie agli operai stranieri. La riduzione dell’immigrazione potrebbe addirittura complicare alcuni progetti del governo, come la linea ad alta velocità HS2 o la costruzione di un milione di nuove case entro i prossimi cinque anni, che necessitano della manodopera straniera. Patel sostiene che i costi della riforma verranno bilanciati da un aumento dell’occupazione tra i britannici. Il ministro ha spiegato che 8 milioni di persone tra i 16 e i 64 anni sono disoccupate, non seguono corsi di formazione e sono pronte a prendere il posto degli immigrati stranieri. Tuttavia, molti esperti hanno sottolineato che questi numeri comprendono anche gli studenti, i pensionati e i lavoratori socialmente utili. Anche la soglia salariale viene ritenuta proibitiva. I genitori di Patel, che sono emigrati dall’Uganda negli anni Sessanta, sarebbero stati respinti con le nuove regole.

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