Horst Seehofer, Sebastian Kurz e Heinz-Christian Strache in conferenza stampa a Vienna (LaPresse)

Prima la Grande Germania

Redazione

Nella guerra nazionalista sui migranti l’asse Vienna-Monaco tradisce Salvini

L’asse Vienna-Monaco ha deciso di tradire Roma, nella guerra nazional-populista su una crisi dei migranti che non c’è. “Se i rifugiati registrati in Italia o in Grecia dovessero essere trovati sul confine austro-tedesco, dovranno essere collocati in centri di transito ed entro quarantotto ore riportati nel primo paese di ingresso”, ha detto il ministro dell’Interno tedesco, Horst Seehofer, dopo l’incontro ieri a Vienna con il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, il vicecancelliere Heinz-Christian Strache e il suo omologo Herbert Kickl. “Non renderemo né ora né in futuro l’Austria responsabile per i rifugiati dei quali non è responsabile”, ha spiegato Seehofer. La temporanea rinuncia a respingimenti verso l’Austria si può tradurre con “Grossdeutschland Zuerst”: “Prima la Grande Germania”. Matteo Salvini può essere ideologicamente vicino a Seehofer sull’Europa fortezza, con lui e Kickl discuterà di come chiudere la rotta del Mediterraneo centrale. “Confermo che la settimana prossima ci sarà un incontro – ha detto Seehofer – in preparazione della riunione dei ministri dell’Interno informale a Innsbruck, tra Roma, Vienna e Berlino. Decideremo cosa possiamo fare assieme, specialmente sulla rotta meridionale”.

   

L’ultimatum del leader della Csu bavarese, agli occhi degli europeisti, potrebbe essere visto perfino come un’ancora di salvezza all’Italia, visto che allontana per un po’ la potenziale chiusura del Brennero e il collasso di Schengen. Ma nel confronto tra nazionalisti, a prevalere sono gli interessi germanici. L’Italia dovrà negoziare con la Germania un accordo per riprendersi i migranti, e inevitabilmente dovrà rinnegare il rifiuto a un’intesa sui movimenti secondari. In caso contrario, “si dovranno pensare nuove misure”, ha minacciato Seehofer, che si tiene in tasca la carta dei respingimenti in Austria dei migranti che arrivano dai paesi che non firmano accordi. Grecia e Spagna lo hanno già fatto.

 

Perfino Viktor Orban, ideologo dell’asse antimigranti Vienna-Monaco-Roma, ci sta pensando. Incontrando il premier ungherese, Angela Merkel ancora una volta ha spiegato che cosa è per lei “l’anima” dell’Europa. E’ giusto “contrastare i trafficanti” e “proteggere le frontiere”, ma “dobbiamo ricordarci sempre che in gioco ci sono degli esseri umani e questo ha a che fare con uno dei principi di base dell’Europa”, ha detto la cancelliera: “L’anima dell’Europa è la sua umanità”. Orban ha detto che ci sono molte divergenze, ma che si troverà un modo di collaborare sulle frontiere esterne.