Doppio spettacolo

Mariarosa Mancuso

Due film diretti dai fratelli Safdie da godere in questa quarantena. Uno più bello dell’altro

Doppio spettacolo. Non troppo tradizionale. Il vecchio modello hollywoodiano al prezzo di un biglietto offriva un film di serie A e un film di serie B. Uno con le star di grande richiamo, e l’altro con attori e attrici di richiamo un po' minore. Uno con parecchi soldi a disposizione, l’altro girato al risparmio, riciclando quel che si poteva. O arruolando qualche regista male in arnese: capitò a Orson Welles, un genio che le sperimentò tutte per rovinarsi la carriera. Gli offrirono di dirigere “una cosaccia pessima ambientata a San Diego, con dentro un poliziotto disonesto” e lui ne tirò fuori “L’infernale Quinlan”.

 

Il doppio spettacolo da godere in quarantena sono due film – uno più bello dell’altro – diretti dai newyorchesi fratelli Safdie, Joshua detto Josh e Benjamin detto Benny. 36 e 34 anni, un apprendistato cominciato in giovane età, quando il padre Albert passava il tempo a filmarli, spesso in situazioni pericolose (il resto del tempo leggeva fumetti e guardava partite di pallacanestro). Credeva così tanto nelle terapeutiche virtù del cinema che come cura per le paturnie da separazione (sua e della consorte) esortò i rampolli a vedere “Kramer contro Kramer”. Loro si impossessarono della videocamera e cominciarono a girare finti documentari, storie horror, uno spot antifumo piuttosto macabro.

 

Andando in ordine cronologico si parte da “Good Time”, al festival di Cannes 2017 (fece un giretto in sala, ora è su Netflix dove si spera faccia scattare il passaparola). Rapine in banca che vanno male ne abbiamo viste. Nessuna dove il rapinatore porta con sé un fratello con ritardo mentale. Spaventato e tremebondo già quando cammina per strada, figuriamoci quando viene inseguito dalla polizia. Va a sbattere contro una vetrata, e viene arrestato. Tutto il film, a ritmo adrenalinico, segue i tentativi fatti da Robert Pattinson (l’attor giovane che faceva il vampiro nella saga “Twilight”, uscito benissimo dall’esperienza al pari di Kristen Stewart che voleva farsi mordere sul collo) per ritrovare il fratello. Scopre che sta in ospedale, piantonato dalla polizia, e progetta di portarlo via, con la barella e la faccia bendata.

 

Uncut Gems” – sempre su Netflix, titolo italiano “Diamanti grezzi” – è il Safdie movie del 2019. Anche qui un uomo corre, a volte per inseguire a volte per scappare, a caccia di denaro per pagare i debiti, perlopiù scommesse perse. Si chiama Howard Ratner, vende diamanti sulla 47esima strada e ha appena ricevuto dagli ebrei d’Etiopia un opale grezzo da un milione di dollari. La gemma che potrebbe risolvergli la vita – se solo smettesse di scommettere su tutto. Presta l’opale a un giocatore di basket – Kevin Garnett, proprio lui – e comincia un’infernale catena di guai (fanno da contraltare le piaghe d’Egitto che recita alla cena di Pesach). Adam Sandler è di tremenda bravura, i fratelli Safdie lo corteggiavano da dieci anni. Un fotogramma del film, con l’attore appeso fuori da una finestra, debitamente riprodotto in edizione limitata e firmato, è stato messo in vendita per raccogliere fondi contro il coronavirus.

 


Una precedente versione dell'articolo riportava il nome di Kobe Bryant invece di Kevin Garnett. Abbiamo corretto grazie alla gentile segnalazione di un lettore.

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