Francesco Boccia (foto LaPresse)

Eppur si muove

Roberto Maroni

L’altro ieri è arrivato il sì delle regioni alla proposta del ministro Francesco Boccia della legge quadro per l'autonomia. C’è da essere ottimisti

Nel caos semiserio in cui si agita la politica romana (a colpi di querele di Conte a Salvini, di retroscena fantasiosi sul Mes, di Sì-No-forse sull’oscena plastic tax, di vuoti di memoria sull’Alitalia in crisi eterna, di un ritorno in grande stile del giustizialismo più becero) mi sono sforzato di trovare qualcosa di positivo. Tra poco arriva Natale, ho pensato, chissà. E la bella notizia l’ho trovata. Parlo della (quasi) dimenticata “autonomia differenziata”, quella richiesta in attuazione della Costituzione, con il referendum del 22 ottobre 2017, da Lombardia e Veneto, a cui poi si aggiunse l’Emilia-Romagna. Un percorso fin qui accidentato, zeppo di polemiche e tira e molla tra ministri e governatori che ne hanno sin qui bloccato la discussione in Parlamento. Un tema di grande rilevanza politica, su cui il governo che fu non ha certo dato una brillante prova di sé, nonostante la combattiva ministra Stefani. Ebbene, l’altro ieri è arrivato il sì delle regioni, comprese Lombardia e Veneto, alla proposta del ministro Francesco Boccia della legge quadro che farà finalmente partire il treno autonomista. Parola del governatore Luca Zaia: “E’ stata una riunione approfondita, abbiamo dato un primo assenso a un testo che deve avere alcuni aggiustamenti. Oltre alla cornice della legge quadro noi come regione siamo interessati alla firma dell’intesa”. L’autonomia è davvero in arrivo? Se lo dice il doge Luca Zaia, custode supremo dell’autonomia vera, c’è da essere ottimisti. Stay tuned.

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