Matteo Renzi ospite a "Porta a Porta" (foto LaPresse)

A volte ritornano

Roberto Maroni

Renzi prova a sfondare al centro, senza mettere in pericolo il governo. L'ex premier ha idee ambiziose ed è pronto a tornare alla ribalta

Ebbene sì, Renzi è tornato. Ha ripreso la scena con abilità, mettendo a frutto l’esperienza degli errori commessi nel recente passato assieme alla sveltezza nel calciare un rigore a porta (quasi) vuota. Da audace interprete di Machiavelli, il Matteo toscano ha capito che la mossa del Matteo padano gli dava la possibilità di prendersi la golden share del palazzo. Non a caso ha costituito subito i gruppi parlamentari, rinviando alla Leopolda di metà ottobre la nascita del nuovo partito. Di solito avviene il contrario: segno dei tempi convulsi a cui ci ha abituato la nuova “politica del cambiamento”. Si sentiva la mancanza di un leader a destra della sinistra? Beh, da quelle parti, al centro, c’è uno spazio politico importante, gruppi sociali e ceti produttivi che si sentono orfani di riferimenti affidabili. Ora due domande vengono spontanee: ce la farà questa volta il Rottamatore a non auto-rottamarsi? E le sue mosse spesso imprevedibili non metteranno in crisi il già fragile governo giallorosso? Io sono convinto che Renzi abbia tutto l’interesse a tenere in vita la legislatura. Perché ci sono nomine strategiche da fare, tra cui (nel 2022) il nuovo presidente della Repubblica. Ma soprattutto perché Renzi ha idee e proposte ambiziose (unire Leonardo a Fincantieri) che vuole realizzare per lasciare il segno. Se il suo ego smisurato non lo indurrà a un nuovo errore fatale, lo ritroveremo presto (piaccia o no) animoso spin doctor della politica antisovranista. Stay tuned.

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