Foto Mauro Scrobogna /LaPresse

Il duello per la capitale

Gualtieri contro Michetti. Dalla sfida di Roma passano i destini di Letta e Meloni

Redazione

Oggi e domani si vota per il nuovo sindaco: come vi arrivano i due candidati, dove si gioca la sfida per il Campidoglio e chi sarà eletto in Consiglio. La vera posta in palio per i leader nazionali. Un vademecum con gli approfondimenti del Foglio

L'ultima immagine della campagna elettorale è il dibattito tv, con tanto di dream team sulla romanità: Roberto Gualtieri si porterebbe in giunta Fabiola Gianotti ("Una grande scienziata che potrebbe darci una mano") ed Elodie ("Una bravissima cantante che darebbe spazio ai giovani"); Enrico Michetti invece, senza nulla togliere "ad Ottaviano Augusto, il più grande imperatore della storia", non saprebbe rinunciare "alla competenza di Giulio Andreotti" e "all'immagine della Sora Lella".

Due mondi a confronto, che oggi si giocheranno la partita finale per Roma. Sono stati mesi logoranti da entrambe le parti - la candidatura sul filo dell'equilibrio fra Raggi e Calenda per l'ex ministro dem, dopo il no di Zingaretti; quella in extremis e a suon di gaffe per il pupillo di Giorgia Meloni -, culminati nel drammatico sabato che ha seguito il primo turno. Quelli scontri erano legati al governo dell'Italia e non a quello della capitale. Ma è questa la città che Gualtieri o Michetti dovranno essere pronti a ereditare, dopo cinque anni di amministrazione Virginia.

 

Com'è andato il primo turno

Alla tornata elettorale del 3 e 4 ottobre la maggioranza relativa dei consensi è andata al candidato del centrodestra Enrico Michetti (334.548, il 30,1 per cento sul totale dei votanti). Roberto Gualtieri per il centrosinistra segue a circa tre punti di distanza (299.976 voti, 27 per cento), mentre sono rimasti fuori dalla corsa al Campidoglio sia il leader di Azione Carlo Calenda (219.878 voti, 19,8 per cento), sia Virginia Raggi per il Movimento 5 stelle (211.936, 19,1 per cento). Tutti gli altri 18 candidati, distaccatissimi, non sono andati invece oltre lo 0,6 per cento.

 

Chi è il favorito

La partita è apertissima: se si considera la base elettorale totale, Michetti e Gualtieri al primo turno sono stati votati rispettivamente dal 15 e dal 13,5 per cento degli aventi diritto. I sondaggi sono sospesi da settimane causa par condicio, ma in quasi tutto il periodo della campagna elettorale hanno sorriso al candidato dem: su 17 rilevazioni delle principali agenzie da giugno a settembre, in solamente due casi (tra fine giugno e inizio luglio) è stata stimata la vittoria al ballottaggio di Michetti, in uno si è prevista una sostanziale parità mentre nei restanti 14 l'affermazione di Gualtieri con in media 10 punti di scarto - compresa l'indagine più recente, di Swg, 9-15 settembre: l'ex ministro è dato al 58 per cento. Inoltre il centrosinistra può contare sull'endorsement di Calenda, il petardo centrista che ha fatto il botto al primo turno - sua la lista più votata di tutta la capitale - e su quello di Giuseppe Conte insieme a gran parte della classe dirigente grillina. Più sibillina invece la sindaca uscente, che non ha dato precise indicazioni di voto e promette opposizione a oltranza: Michetti punterà ai suoi consensi nelle periferie. E sugli indecisi: quasi tre romani su quattro, due settimane fa, non si sono recati alle urne o hanno scelto altri candidati. Quel che è certo è che la sfida romana non definirà solo il prossimo sindaco.

Dal Campidoglio passano anche le sorti dei leader nazionali. Enrico Letta, rinfrancato dopo la buona prova del centrosinistra alle amministrative e legittimato dalla sua vittoria personale alle amministrative, da una sconfitta di Gualtieri ne uscirebbe molto ridimensionato nelle sue ambizioni di federatore dell'area progressista, e anche nel Pd le voci di chi chiede il congresso prenderebbero a farsi sentire di nuovo. Giorgia Meloni sul suo Michetti si è giocata tutto: lo ha scelto, lo ha difeso, lo ha coccolato. E dopo il primo turno, ha perfino rilanciato, politicizzando al massimo la sfida e proponendosi quasi come la vera candidata da scegliere. Tutto, ovviamente, per conquistarsi sul campo la leadership nel centrodestra. Un azzardo, certo, che in caso di disfatta si risolverebbe in un gesto autolesionista.

 

Quali saranno i nomi dei consiglieri eletti

Chi vince si aggiudicherà un consistente premio di maggioranza, da 29 consiglieri comunali su 48. C'è però una lista di posti già 'sicuri', sia per il centrodestra sia per il centrosinistra. Ad aprire la prima seduta della nuova assemblea capitolina sarà Rachele Mussolini (Fdi), che con 8.264 preferenze è stata la più votata di Roma. Dentro anche Simonetta Matone, la prosindaca designata da Salvini e Meloni per affiancare Michetti. Mentre dall'altra parte sarà Sabrina Alfonsi (Pd), presidente uscente del I Municipio, a guidare la coalizione in Consiglio. In caso di successo di Gualtieri ci saranno 18 consiglieri dem, uno in più di quanti ne eleggerebbe Fratelli d'Italia se vincesse Michetti.

 

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