Il racconto

Conte porta a pranzo Raggi: "Vedi cara, stasera in tv dirò che voterò Gualtieri"

Le ultime manovre di grillini e del Partito democratico in vista del secondo turno.

Simone Canettieri

La sindaca incontra prima il candidato sindaco del Pd poi il capo del M5s. Che le annuncia la scelta per il ballottaggio

Prima ha parlato quasi due ore con Roberto Gualtieri, poi ha avuto un faccia a faccia a pranzo con Giuseppe Conte. Entrambi le hanno cantato suppergiù la stessa filastrocca liberamente tratta da Francesco Guccini: “Vedi cara, è difficile a spiegare. E’ difficile parlare dei fantasmi di una mente. Vedi cara, tutto quel che posso dire è che cambio un po’ ogni giorno, è che sono differente”.

Virginia Raggi si è trovata così nella morsa. Da una parte il candidato del Pd al Campidoglio e dall’altra il presidente del suo partito. I due sono stati rispettivamente ministro dell’Economia e premier nel medesimo governo. Si stimano, “ne hanno viste e vissute di tutti i colori ai tempi del lockdown” e dunque fanno il tifo l’uno per l’altro. Il problema è come esternarlo senza urtare gli animal spirits che ancora governano il Campidoglio, seppur ormai per una manciata di giorni. 

 

Conte a Raggi: "In tv dirò che voto Gualtieri"


Poi in serata Conte a “Dimartedì”, su La7, ha detto in maniera ancora più netta che al ballottaggio nella capitale voterà per Gualtieri (e che se abitasse a Torino sceglierebbe Stefano Lo Russo). 

In mezzo c’è Raggi, madonna pellegrina del M5s, portata a spalla in questo momento da tutti i dirigenti grillini che temono di rimanere fuori dalla nuova segreteria contiana. Si tratta del nuovo organismo a cui sta lavorando l’ex avvocato del popolo ormai da mesi. Tanti posti, ma non per tutti. Qualcuno rimarrà in piedi. E dunque “ecco perché non possiamo non dirci raggiani”, dicono i parlamentari più riottosi al nuovo cambio di stagione. Anche perché oggi la sindaca uscente varcherà la sede del nuovo  partito – dove sono arrivati finalmente anche i mobili – per fare il punto sulle elezioni a Roma. Presenti i parlamentari locali e i consiglieri comunali uscenti. Voglia di corrente? Al momento sono spifferi. O meglio: necessità di esistere.


Una cosa per volta, comunque. Dopo Enrico Michetti è toccato a Gualtieri salire in Campidoglio. Quasi centoventi minuti di incontro senza acuti. Anche se il senso dei ragionamenti che il dem ha esposto alla grillina è stato il seguente: “Va bene, non ti vuoi schierare, lo capisco. Ma almeno non pendere verso il candidato di centrodestra. Almeno questo”. Sul piatto anche Gualtieri ha messo per Raggi un ruolo nella cabina di regia dell’Expo 2030. Anche se poi, entrando nel merito delle cose più programmatiche, il candidato del centrosinistra le ha rimarcato il “no” alle funivie e al tram che dovrebbe passare dai Fori imperiali. “I miei tecnici non sono d’accordo sulla fattibilità di queste due operazioni”. Risposta: “Beh, i miei sì”. 


All’inizio la grillina ha mostrato spigoli e freddezza. Specialità della casa. Poi – dicono, ma chissà se sarà andata così – è apparsa più conciliante. Alla fine Gualtieri si è presentato davanti alla stampa con la convinzione di avere incassato “una neutralità semi benevola”. Alla vigilia tutto faceva pensare, e credere, a una neutralità ostile. 


A Raggi giocare a fare la Gioconda, che non si sa dove guardi, conviene politicamente. E’ l’unico modo per garantirsi un futuro all’interno del Movimento. “Se credo all'intesa nazionale tra Pd e M5s? Mi sembra che questa intesa ci sia. A Roma io sarò all’opposizione in modo coerente e trasparente”, ha risposto la grillina alla domanda del Foglio. Il format non è cambiato nemmeno questa volta: prima l’incontro è stato allargato agli staff, poi sono rimasti da soli Raggi e Gualtieri. Il quale l’ha ringraziata “per il suo impegno contro le mafie che intenderò portare avanti”. L’ex ministro dell’Economia sarà stato più convincente di Michetti? C’è chi dice di sì. Anche perché il candidato del centrodestra non se la passa benissimo. Il web ogni tanto risputa i suoi interventi scombiccherati a Radio Radio. Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia masticano amaro. Ma domani tutti i leader (in forse il Cav.) lo sosterranno in una conferenza stampa al Tempio di Adriano. 
 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.