(foto Unsplash)

Magia e Elettricità

Edoardo Camurri

I due elementi chiave della guerra spirituale che genera un’altra forma di Immaginazione

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“Viviamo nel tempo dei maghi”, così è scritto sopra; in codice binario, la lingua della Macchina algoritmica, il codice virale che si autoriproduce e che così ritraduce la vita, i pensieri e le emozioni di ciascuno di noi; replicandoci, riutilizzandoci, parodiandoci, condizionandoci nei suoi server ad altissimo consumo energetico.

 

E’ il patto faustiano di cui stiamo scrivendo da tempo qui su 2666. La Macchina algoritmica, il diavolo di Goethe, ci offre la Conoscenza dandoci strumenti tecnologici che ci illudono di averla a portata di mano e in cambio noi le cediamo l’anima, ben nutrita da miliardi di Watt di potenza, attraverso la consegna continua di dati personali da elaborare.

 

Magia e Elettricità. Sono questi due elementi chiave della guerra spirituale che è in corso e che ora è necessario appuntare in attesa di svilupparne le conseguenze.

 

MAGIA. Abbiamo visto come l’obiettivo a medio termine della Macchina algoritmica sia la conquista di un mondo che abbiamo abbandonato da tempo, di cui abbiamo smesso di praticarne le regole e la disciplina, e la cui scomparsa, diceva il grande filosofo Henry Corbin, significa “una catastrofe dello spirito”: il mondo dell’Immaginazione; si tratta di un regno che la Macchina algoritmica intende sostituire, sempre secondo la logica parodica del trickster gnostico, con il cyberspazio. Intendiamo qui Immaginazione nel senso antico del termine, cioè come un luogo che sta in mezzo, tra le percezioni sensibili e l’astrazione intellettuale, e che rende possibile alla materia della realtà esterna, con cui veniamo in contatto tramite gli organi percettivi, di spiritualizzarsi e, contemporaneamente, di dare figura e dimensione ai concetti astratti, alle forme intelligibili che pensiamo. E l’Immaginazione, come lo spazio digitale, è infatti uno schema, una matrice, una rete; è il regno dove si scatenano i significati, dove materia e spirito si incontrano, dove le parole dell’intelletto entrano in contatto con gli oggetti esterni e iniziano a denotarli, se ne impossessano, provando a condizionarli. Per questo l’Immaginazione è lo spazio dove la magia è possibile; dove l’invisibile può determinare il visibile: è l’acceleratore dell’esistenza in cui spirito e materia si rincorrono e collidono. Da questo punto di vista la Macchina algoritmica spiritualizza la nostra materia, cioè traduce e decodifica i nostri pensieri, sentimenti, comportamenti e, a sua volta, materializza il proprio spirito riversando contenuti per controllarci attraverso una programmazione di significati specifici destinati a ciascuno di noi. Codificare e decodificare. Materializzare e spiritualizzare. Immaginazione e spazio digitale. Mago e Cyborg.

 

Il parallelismo ci insegna anche come qualunque immagine sia in potenza un atto magico, un’unità di significato lanciata nella vita e che lotta per la propria replicazione e che, come un virus, è destinata a mutare, a seconda delle condizioni ambientali che trova e delle menti e dei cuori nei quali riesce a penetrare e a farsi strada. E’ la logica dei meme, unità di significati culturali, icone del cyberspazio, utilizzati e dispersi da coloro che ancora oggi praticano la magia sfruttando lo spazio creato dalla Macchina algoritmica, parodia e sviluppo occulto dell’Immaginazione antica.

 

Nella guerra delle forze dell’apertura (irriconoscibili, dadaiste, mistiche e psichedeliche) contro la logica faustiana della chiusura della Macchina algoritmica (onnipresente, demiurgica, totalitaria e ansiogena), il cyberspazio come immaginazione è dunque il regno su cui si gioca la battaglia: è infatti il punto di incontro tra la nostra materia vivente e l’astrazione binaria del potere estrattivo e propagandistico digitale.

 

ELETTRICITA’. La Macchina algoritmica funziona perché è attaccata alla corrente elettrica. Osservazione che così, su due piedi, è degna di Bouvard e Pécuchet; ma che è anche, nello stesso tempo, e forse proprio per questo stesso motivo, capace di scatenare conseguenze piuttosto vertiginose. L’energia proviene da quel trauma geologico che è la storia della formazione della Terra: l’impatto con gli asteroidi, la formazione di un nucleo interno; un oceano ferroso, nutrimento dei vulcani e, rimanendo nella direzione del linguaggio dell’Immaginazione: inconscio planetario, regno dei fabbri, inferno, fuoco, notte, Novalis. E’ il senso della lotta primordiale degli elementi di Empedocle (Acqua, Aria, Terra, Fuoco) da cui deriva ogni forma di energia possibile e su cui, da sempre, si sono disegnati i conflitti umani. Secondo il filosofo politico Carl Schmitt, la Seconda Guerra mondiale era un conflitto tra le potenze della Terra e del Mare e bisognava comprendere come Fuoco e Aria si sarebbero organizzati nel futuro per riuscire a arrivare all’essenza del politico. Ora ci troviamo in questa stessa situazione. La Macchina algoritmica funziona perché è attaccata alla corrente elettrica e ha bisogno di acqua per raffreddarsi; la Macchina algoritmica, come gli uomini che vuole sostituire, deve quindi continuamente stringere e negoziare un patto con gli elementi di Empedocle; deve cioè offrire i suoi sacrifici devoti a quell’universo primordiale, solennemente materiale, caotico e indifferente, da cui dipende.

 

La guerra spirituale che è in corso incontra quindi la materia prima di ogni cosa e questo incontro, tecnicamente e per definizione, genera un’altra forma di Immaginazione, un altro spazio dove la magia è possibile.

 

Rimangono a questo punto in sospeso molti temi che 2666 proverà a indagare. Uno su tutti: in che cosa consistono i sacrifici che la Macchina algoritmica offre al Caos? Che cosa può donare la struttura digitale astratta alla materia primordiale infernale? Si rinnova su un altro piano il patto faustiano: il Caos concede alla Macchina algoritmica la conoscenza assoluta, il Machine Learning, in cambio dell’accesso alle nostre anime tradotte (nel senso anche di trasportate) dentro un codice binario verso quel regno di fabbri infernali.