(foto LaPresse)

La pandemia ci rende come piccioni in gabbia e segna la morte del libero arbitrio

Edoardo Camurri

La società governata come fosse un branco di pesci

2666 deve tornare a Nick Land. Ne scrivemmo qui un paio di mesi fa. I lettori perdoneranno questa ripetizione (d’altronde che cos’altro stiamo vivendo se non una continua replicazione e ripetizione dell’identico? Il virus si replica e si ripete, i bollettini medici si replicano e si ripetono, le giornate si replicano e si ripetono, la Macchina algoritmica continua a replicare e ripetere il nostro continuo flusso di dati, le ore diciotto sui balconi si replicano e si ripetono nel loro progressivo avvicinarsi al proprio destino ballardiano), e anche oggi, in piena pandemia, questa replicazione e ripetizione non sarà certo capace di turbare l’ipnosi di questa nera domenica della vita.

 

Due mesi fa, 2666 ricordava, rievocando il lavoro di Nick Land presso il dipartimento di Filosofia dell’Università di Warwick – una ricerca che era un misto di filosofia analitica, analisi computazionale, osservazione ossessiva di pattern, occultismo, magia del caos e rave party – come nel 1994 Land arrivò a scrivere un testo profetico e allarmante: “La Neo-Cina arriva dal futuro. Droghe ipersintetiche si combinano col voodoo digitale. Retro-malattia. Nanospasmo. Oltre il Giudizio di Dio. Collasso: sindrome cinese planetaria, dissoluzione della biosfera nella tecnosfera, crisi della bolla speculativa terminale, ultravirus”. Non solo, 2666 dava conto anche di come, dopo quel momento, Land sparì quasi del tutto dalla circolazione – molti ritenevano che il suo cervello si fosse completamente bruciato – ricomparendo molti anni dopo in Cina, a Shanghai, per diventare, là dove secondo lui si sarebbe manifestata una nuova rivelazione dell’essere, il pastore di una società postumana governata dalla Macchina algoritmica. Sostenuto da un miliardario come Peter Thiel, il fondatore di PayPal e uno dei finanziatori di Facebook, nel 2013 Land scrisse un manifesto intitolato The Dark Enlightenment, l’Illuminismo oscuro, oggi un testo di riferimento del movimento neoreazionario americano. Vi si legge, nella traduzione di Claudio Kulesko, un’altra profezia strettamente legata a quella del 1994: “Data una popolazione profondamente infettata dal virus zombie e pronta a caracollare in un cannibalistico arco di collasso sociale, l’unica opzione è la quarantena. A risultare essenziale non è un isolamento comunicativo, ma una desolidarizzazione funzionale della società, capace di intensificare i circuiti di retroazione – esponendo al massimo grado la popolazione alle conseguenze delle sue stesse azioni. La società solidale, all’inverso, è amica del parassita”.

 

Stiamo assistendo a tutto questo, siamo diventati la proiezione di un incubo landiano. La Neo Cina arriva dal futuro e la pandemia accelera l’avvento del governo della Macchina algoritmica post umana. E’ un’idea che si può ritrovare e sviluppare anche partendo dal lavoro di uno dei visionari più potenti di questi tempi, Alex Pentland, settantenne, computer scientist del Mit, consulente del World Economic Forum, di Google, di Telefonica, di Twitter, di Ibm, della Commissione europea, del governo cinese, del governo americano, eccetera. Pentland si ispira alle teorie del fondatore della psicologia comportamentista di Harvard, Burrhus Skinner: studiando gli animali, ingabbiandoli in una sala di laboratorio, lavorando con esperimenti capaci di punire e premiare i comportamenti, attraverso stimoli elettrici e rinforzi, per Skinner è possibile indirizzare e determinare il comportamento degli uomini, facendo compiere loro, con certezza matematica, le scelte che la Macchina algoritmica – ma questo è già Pentland, non più Skinner – ritiene essere le migliori. Grazie alla massiccia raccolta dei dati rilasciati dai nostri telefoni, dalle telecamere di video sorveglianza, dalle tracce che continuamente lasciamo online, Pentland è convinto che la Macchina algoritmica abbia conquistato quello che lui definisce “lo sguardo di Dio”: non possiamo più pensare in termini (lui li chiama settecenteschi) di individuo, libero arbitrio, di politica, ma l’umanità deve costruire un sistema nervoso globale ed elettrico capace di vedere se stesso come un meccanismo fatto di pattern, un po’ come gli stormi degli uccelli o i branchi di pesci, facilmente governabile e prevedibile attraverso alcuni strumenti di “pressione sociale”. Si tratta insomma di una fisica sociale che richiama gli esperimenti sugli animali di Skinner: favorire l’istinto mimetico degli esseri umani enfatizzando gli esempi corretti, rafforzare e premiare pubblicamente i comportamenti virtuosi delle persone e deplorare e condannare pubblicamente i comportamenti che non lo sono e pianificare ogni decisione sulla base della struttura algoritmica che istante dopo istante si forma. E’ quanto, per esempio, avviene già oggi in Cina quando, sui maxischermi delle città, attraverso il riconoscimento facciale, compaiono i volti di cittadini non adempienti alle regole. Ed è quanto avviene in molte grandi aziende, attraverso il controllo dei dipendenti strutturato come se fosse un videogioco: un sistema capace di premiare, in una specie di raccolta punti digitale, i lavoratori più efficaci e obbedienti.

 

La Neo Cina arriva dal futuro. La pandemia accelera questo processo. La paura spinge ad accettare ogni soluzione (si intensificano, insomma, i circuiti di retroazione di cui parla Land). Siamo i piccioni dentro la gabbia di Skinner; che ricordava: “Ciò che sta per essere abolito è l’uomo autonomo. […] Non esitiamo a dire addio all’uomo in quanto tale. Solo spodestandolo possiamo passare […] dall’inaccessibile al manipolabile”.