◉ LA GIORNATA

Crisi ucraina, per l'America Putin è pronto a invadere. Biden sanziona il Nord Stream 2 

Enrico Cicchetti e Giovanni Battistuzzi

Putin invia truppe nel Donbas ma si dice "aperto al dialogo". L'occidente teme un'invasione su vasta scala. Dopo quelle americane ed europee arrivano le sanzioni di Australia, Canada e Giappone

La giornata. I paesi occidentali stanno coordinando una risposta dopo l'ultima escalation della crisi ucraina: la Russia lunedì si è mossa per riconoscere come indipendenti le due regioni separatiste ucraine di Donetsk e Luhansk e per schierare in quei territori truppe con "funzioni di mantenimento della pace". Martedì, Stati Uniti, Unione europea e Regno Unito hanno annunciato sanzioni contro banche, oligarchi e funzionari russi e hanno imposto limiti alla capacità di Mosca di raccogliere capitali sui mercati finanziari occidentali. La Germania, da tempo riluttante a coinvolgere il Nord Stream 2 nei piani di sanzioni contro il Cremlino, ha annunciato di avere interrotto le autorizzazioni al controverso gasdotto russo-tedesco. Trentasei ore dopo che Putin ha ordinato ai "peacekeepers" russi di entrare nelle due aree separatiste non ci sono ancora prove chiare che ciò sia avvenuto, ma continuano ad aumentare i bombardamenti lungo la “linea di contatto”. L'occidente teme un'invasione su vasta scala e da più parti (dal ministro delle finanze francese Bruno Le Maire a quello degli Esteri britannico Liz Truss, solo per fare alcuni nomi) si dice pronto a intensificare le sue misure contro Mosca. Anche Canada, Giappone e Australia annunciano sanzioni. Putin ora si dice "aperto al dialogo" e parla di possibili "soluzioni diplomatiche". Ma la Casa Bianca afferma che il presidente Biden non terrà più un vertice con il leader russo, come era stato suggerito nel fine settimana.

Nel frattempo, secondo quanto riferito, la Russia sta avvicinando le sue truppe al confine. Ha evacuato la sua ambasciata a Kiev e lì ha abbassato la bandiera


 

Biden sanziona il Nord Stream 2 

[23 febbraio 20.15]

La Casa Bianca ha appena annunciato sanzioni per la società che ha realizzato il gasdotto Nord Stream 2. "Oggi ho ordinato alla mia amministrazione di imporre sanzioni a Nord Stream 2 AG e ai suoi dirigenti aziendali", afferma il presidente Joe Biden in una nota. "Queste azioni sono un altro pezzo della nostra prima tranche di sanzioni in risposta alle azioni della Russia in Ucraina". Il progetto da 10 miliardi di euro (8,4 miliardi di sterline) è stato completato lo scorso settembre. La decisione degli Stati Uniti arriva dopo che il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha annunciato che l'oleodotto sarebbe rimasto sospeso in risposta alle mosse della Russia contro l'Ucraina.

 

Usa: "Le truppe russe sono pronte a invadere l'Ucraina su larga scala"

[23 febbraio ore 19.40]

Un alto funzionario della difesa degli Stati Uniti ha affermato che secondo il Pentagono Putin è pronto per un'invasione su larga scala, che potrebbe avvenire in qualsiasi momento. "È pronto e può succedere da un giorno all'altro, è certamente possibile che quel giorno sia oggi", dice il funzionario. Alla domanda sulle truppe russe che circondano l'Ucraina, il funzionario dice che sono "pronte a partire".

Circa l'80 per cento delle forze russe sono in una posizione che consente loro di invadere se gli vengono dati ordini, secondo l'ultima valutazione degli Stati Uniti. Lunedì si trovavano in quella posizione circa il 40-50 per cento delle truppe.

 

Gli sfollati dall'Ucraina potrebbero arrivare a cinque milioni 

[23 febbraio ore 18]

Gli Stati Uniti hanno detto all'Assemblea generale delle Nazioni Unite che un'invasione russa dell'Ucraina potrebbe portare alla fuga dal paese fino a cinque milioni di persone. "Se la Russia continua su questa strada, potrebbe - secondo le nostre stime - creare una nuova crisi dei rifugiati, una delle più grandi che il mondo deve affrontare oggi", afferma l'ambasciatrice americana alle Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield.

 

L'Ue adotta le sanzioni

[23 febbraio ore 17]
Il Consiglio Ue ha formalmente adottato il pacchetto di sanzioni contro la Russia dopo il riconoscimento delle repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk. Le misure saranno pubblicate entro oggi sulla Gazzetta ufficiale europeo e saranno direttamente applicabili. 

L'Unione Europea è pronta a imporre sanzioni al vicepresidente della Duma, Pyotr Tolstoi (il pronipote dell'autore Leone Tolstoi), secondo una bozza di documento vista da Politico, poiché è una "figura centrale della propaganda del governo" che "prende spesso posizione a favore dell'annessione della Crimea".

 

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha convocato per giovedì un vertice di emergenza per affrontare la crisi ucraina. "L'uso della forza e della coercizione per cambiare i confini non ha posto nel 21° secolo. Convoco un Consiglio europeo speciale domani a Bruxelles per discutere le ultime sviluppi relativi all'Ucraina e alla Russia", ha twittato Michel.

   


 

Attacco hacker ai siti di Kiev

[23 febbraio ore 16.30]

"È arrivato il momento di reagire, di reagire con forza" dice il presidente ucraino Zelensky perché "il destino dell'Europa si decide sul campo in Ucraina". Zelensky conferma le ambizioni di aderire all'Ue e alla Nato, nonostante l'ultimatum di ieri di Putin all'Ucraina affinché rinunci a far parte del patto atlantico. L'Ucraina non ha piani per ottenere armi nucleari, ha detto il ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, citato dalla Tass, dopo le accuse al riguardo di Mosca.

 

Intanto i siti web ufficiali del parlamento ucraino, del consiglio dei ministri, del ministero degli Esteri e del servizio di sicurezza sono stati tutti resi inattivi da un attacco hacker.

  

   

Kiev ha descritto l'operazione come "un altro massiccio attacco DDoS [distribuito denial-of-service] al nostro stato". Le banche e i siti web del governo sono inaccessibili, ha detto via Telegram Mykhailo Fedorov, ministro della Transizione digitale, aggiungendo che alcuni servizi sono stati ripristinati e altri interrotti intenzionalmente per "ridurre al minimo i danni dell'attacco". Nel momento in cui scriviamo, il sito web del parlamento e del Consiglio dei ministri sono già stati ripristinati, mentre il  sito web del ministero degli Esteri è ancora inaccessibile. È la seconda volta in pochi giorni che i servizi del governo ucraino sono stati interrotti da attacchi DDoS su larga scala, in cui i gruppi di hacker utilizzano grandi reti di computer per inviare una valanga di traffico a determinati siti web, costringendoli a fermarsi. La scorsa settimana, alcune banche e siti del governo hanno subito un attacco molto simile.

   


 

[23 febbraio ore 14.50]

La risposta della Russia alle sanzioni occidentali sarà "forte e dolorosa", ha detto il ministero degli Esteri russo. Mosca ha ora ammassato 180.000 soldati ai confini dell'Ucraina, ha detto il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian in una conferenza stampa con la sua controparte tedesca Annalena Baerbock a Berlino. Il primo ministro britannico Boris Johnson ha detto alla Camera dei Comuni che il Regno Unito fornirà "a breve un ulteriore pacchetto di sostegno militare all'Ucraina".

 

La Cina si è scagliata invece contro le mosse dei "altri paesi occidentali" per sanzionare la Russia. “Dal 2011, gli Stati Uniti hanno sanzionato la Russia oltre 100 volte. Le sanzioni statunitensi hanno risolto qualche problema?", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying in conferenza stampa.


 

L'informativa di Di Maio al Senato

[23 febbraio ore 12]

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio interviene al Senato per illustrare la posizione del governo italiano nella crisi tra Russia e Ucraina. Alle 16 il titolare della Farnesina parlerà alla Camera. Solo ieri aveva ricordato, partecipando alla riunione dei ministri degli Esteri dell'Unione europea a Parigi, che l'Europa dovrebbe "essere ferma e irremovibile rispetto alla pretesa di ritirare le truppe russe dall'Ucraina e riportare il dialogo e il confronto diplomatico e al tavolo". Le sue parole di oggi sono molto attese. 

  

L'Ucraina dichiarerà lo stato di emergenza

[23 febbraio ore 11.50]

Il consiglio di sicurezza nazionale ucraino ha deciso di dichiarare lo stato di emrgenza. Sarà imposto a tutte le regioni tranne Donetsk e Luhansk, dove le forze ucraine sono già in guerra con i separatisti sostenuti dalla Russia, e per ora dovrebbe durare 30 giorni. La decisione deve essere ora approvata dal parlamento di Kiev.


    

Mosca sfida le sanzioni e Kiev dice ai cittadini di lasciare la Russia

[23 febbraio ore 10]

Putin sottolinea che gli interessi e la sicurezza della Russia sono "non negoziabili" ma si dice "aperto al dialogo" e parla di possibili "soluzioni diplomatiche" per la crisi in Ucraina.

Il Pentagono conferma l'invio nei paesi baltici di un battaglione di fanteria (800 uomini) dall'Italia, nonché otto F35 e 20 elicotteri da attacco Apache dalla Germania, mentre altri 12 elicotteri dello stesso tipo saranno spostati dalla Grecia in Polonia.

 L'Ucraina annuncia la mobilitazione dei riservisti e chiede ai suoi connazionali di lasciare "immediatamente" la Russia. L'esercito di Kiev dice che un altro soldato è stato ucciso e sei sono rimasti feriti in bombardamenti da parte dei separatisti. "Chiediamo ai partner di imporre più sanzioni alla Russia ora. Ieri sono stati fatti i primi passi decisivi, e ne siamo grati. Ora la pressione deve aumentare per fermare Putin. Colpite la sua economia e i suoi amici. Colpite di più. Colpite forte. Colpite ora", scrive il presidente Zelensky su Twitter.

  

   

Il vicepresidente della Duma, Pyotr Tolstoi, dice che l'introduzione di sanzioni contro la Russia "non ha senso e non ha alcun valore, non ci interessano queste sanzioni, davvero". E, parlando alla radio belga la Première, ha minacciato: se le truppe russe dislocate nelle repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk non sono sufficienti per fermare i "nazionalisti ucraini", allora "faremo qualcosa".

   

Intanto, questa notte, i funzionari dei 27 paesi dell'Ue hanno lavorato sul testo completo delle sanzioni, che ora è pronto. Come segnala Politico, dovrebbero dare il via libera questa mattina entro le 11:00, il termine che gli ambasciatori dell'Ue si sono posti per dare "l'ok definitivo". I ministri degli Esteri applicheranno quindi le sanzioni in una procedura scritta, per la quale è stata fissata una scadenza alle 15:00.

 

L'Assemblea generale delle Nazioni Unite si riunisce in plenaria alle 16 italiane (le 10 a New York). Ci si aspetta che la Russia difenda la sua decisione di riconoscere le province secessioniste e usare il palcoscenico internazionale per spingere affinché anche più paesi le riconoscano. Varrà la pena tenere d'occhio anche la Cina. Ieri il suo ambasciatore all'Onu ha chiesto a "tutte le parti" di evitare di "alimentare le tensioni" e non ha condannato il Cremlino. Anzi, un portavoce del ministero degli Esteri cinese ha affermato che Pechino non pensa mai che le sanzioni siano il modo migliore per risolvere i problemi.


 

Australia, Canada e Giappone annunciano sanzioni contro Mosca

Canada, Giappone e Australia hanno annunciato durante la notte le proprie sanzioni contro la Russia.

Il Giappone ha proibito l'emissione di obbligazioni russe nel paese e ha congelato i beni di alcuni oligarchi russi. Il Canada sanziona i membri della Duma che hanno votato per riconoscere due territori separatisti nell'Ucraina orientale. Anche Canberra prenderà di mira otto membri del Consiglio di sicurezza russo ed estenderà le sanzioni esistenti alle regioni separatiste di Donetsk e Luhansk.


     

22 FEBBRAIO 

La giornata. Ieri Putin ha deciso di riconoscere le autoproclamate repubbliche di Lugansk e Donetsk e ha inviato truppe di "mantenimento della pace". Nella notte è stata convocata una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che la Russia per turno presiede, e si è cercata un'intesa per un nuovo tentativo diplomatico. L'obiettivo rimane evitare il conflitto. Dopo la mossa del Cremlino, il governo tedesco ha deciso di sospendere le autorizzazioni per il gasdotto russo-tedesco Nord Stream 2. Unione europea e Regno Unito decidono di intervenire con nuove sanzioni, che colpiscono funzionari, oligarchi e banche russe. Bruxelles anche dice di essere pronta varare ulteriori misure per rispondere a eventuali nuove azioni aggressive del Cremlino. Anche il presidente americano Joe Biden, nella serata italiana, ha spiegato quali sono le mosse di Washington: "Quattro blocchi diversi di sanzioni". Intanto Putin ammete che l'accordo di pace di Minsk non esiste più e la Duma dà il via libera al dispiegamento di forze militari al di fuori della Russia. 

 


    

Aggiornamenti sulle sanzioni Ue

[22 febbraio ore 21.10]

Via libera definitivo dei 27 ambasciatori Ue al pacchetto di sanzioni sul quale il Consiglio Affari Esteri riunito a Parigi ha dato il suo placet politico all'unanimità. La presidenza francese spiega che nella notte saranno fatta le dovute verifiche tecniche e giuridiche e, nella giornata di domani, le sanzioni saranno pubblicate sulla Gazzetta ufficiale europea. A quel punto l'applicazione delle misure "sarà immediata", spiega la presidenza francese del semestre Ue.


  

Biden annuncia le sanzioni americane alla Russia

[22 febbraio ore 20.30]

"Annuncio nuove sanzioni in risposta alle mosse della Russia", ha detto Biden. Saranno più dure di quelle del 2014 e gli Stati Uniti sono pronti a inasprirle, sostiene il presidente americano, se la Russia proseguirà l'invasione. Si tratta di "quattro blocchi di misure dirette verso diverse istituzioni e una banca militare. Ci saranno sanzioni anche sul debito russo: escludiamo il governo di Mosca dalla finanza occidentale. Non potrà più commerciare in titoli occidentali e prendere soldi in prestito da noi. Domani imporremo sanzioni anche contro alcuni oligarchi russi". 

"Difenderemo ogni territorio della Nato e rispetteremo gli impegni presi. Crediamo che la Russia attaccherà, potrebbe anddirittura marciare su Kiev. Mosca si è avvicinata ancora più alla Bielorussia, ci sono movimenti di navi nel Mar Nero e sul confine c'è materiale medico, sacche di sangue delle quali non ci sarebbe bisogno se non si stesse progettando una guerra". 


 

L'Ue approva all'unanimità sanzioni contro la Russia

[22 febbraio ore 18.50]

I ministri dell'Ue hanno concordato all'unanimità di imporre nuove sanzioni contro la Russia, ha detto l'alto rappresentante dell'Ue per gli Affari esteri, Joseph Borrell, che ha poi specificato che le misure colpiranno 351 membri della DUma e 27 fra persone ed entità in tre aree: i responsabili di decisioni che hanno minacciato l'integrità dell'Ucraina ed entità finanziarie che li hanno supportati; nel settore della difesa chi ha svolto un ruolo nell'invasione o nella destabilizzazione; le relazioni economiche tra Ue e le due regioni del Donbass; le banche che hanno finanziato chi ha preso le decisioni in violazione del diritto internazionale. Oltre a prendere di mira la capacità dello stato russo e del governo di accedere ai mercati finanziari e dei servizi della Ue. Le sanzioni per entrare in vigore dovranno essere adottate formalmente, cosa che avverrà a breve.

"È evidente che le sanzioni non fanno miracoli, ma fanno male e costano. Pensiamo che la storia non sia finita. Le sanzioni non sono come un semaforo rosso. Fanno male economicamente", dice Borrell. "Abbiamo preferito conservare alcune capacità di deterrenza – aggiunge – per rispondere a eventuali nuove azioni della Russia e temiamo molto che ce ne saranno".


 

L'accordo di pace di Minsk non esiste più, dice Putin

[22 febbraio ore 17.40]

Il presidente russo Vladimir Putin ha detto che l'accordo di pace di Minsk sull'Ucraina orientale è stato interrotto molto prima che la Russia si muovesse per riconoscere due regioni separatiste ucraine. L'accordo, ammette, non esiste più.

 

Ucraina, Russia, Francia e Germania si sono incontrati in una piattaforma di dialogo che si chiama Formato Normandia e che da quando è stata creata, nel giugno del 2014, ha lavorato per trovare una soluzione al conflitto nell’Ucraina orientale. I colloqui dei quattro paesi hanno portato al protocollo e al memorandum di Minsk del 2014 e al pacchetto di misure del 2015. Questi documenti vengono chiamati accordi di Minsk, la città in cui sono nati. Gli accordi indicano le condizioni per arrivare alla risoluzione del conflitto. La parte più controversa riguarda il conferimento di uno status speciale alle zone di Donetsk e Lugansk, l’organizzazione di elezioni locali, il ripristino del controllo del governo ucraino sul confine e il disarmo dei combattenti. Qui spiegavamo di cosa si tratta e perché era difficile che potessero davvero mettere fine alla guerra.

   

  

Prima di chiudere la sua breve conferenza stampa, il leader del Cremlino ha chiesto all'Ucraina di disarmarsi, ha detto che le ambizioni nucleari di Kiev sono rivolte contro la Russia e che la decisione migliore che l'Ucraina potrebbe prendere sarebbe quella di rinunciare a entrare a far parte della Nato. A una domanda esplicita su questo, Putin ha risposto che le mole delle truppe russe, che oggi il Senato ha accordato di dispiegare nel Donbass, dipenderà dalla situazione sul campo.


 

Il Parlamento dà il via libera al dispiegamento delle forze al di fuori della Russia

[22 febbraio ore 17]

La camera alta del parlamento russo ha votato all'unanimità a favore del conferimento al presidente Putin dell'autorità di schierare forze armate all'estero. Ciò consente formalmente a Putin di inviare truppe nella regione ucraina del Donbass. Secondo Mosca i militari svolgeranno compiti di pace keeping. Gli Stati Uniti hanno affermato che chiamare quell'invio di truppe un'operazione di pace è "una sciocchezza".

    

   

"Pensiamo che sia l'inizio di una invasione", ha detto Jonathan Finer, del consiglio di sicurezza nazionale americano alla Cnn, commentando gli ultimi sviluppi della crisi russo-ucraina. Joe Biden parlerà alle 14 locali, le 20 in Italia. 

Prima della riunione informale dei capi delle diplomazie dei paesi Ue iniziata a Parigi si è tenuto un G7 straordinario dei ministri degli Esteri. Per l'Italia ha partecipato Luigi Di Maio. Il focus è ovviamente sulla crisi in Ucraina e il coordinamento tra gli alleati sulle sanzioni alla Russia.


   

Ecco le sanzoni europee e britanniche contro Mosca

[22 febbraio ore 15.30]

L'Unione europea ha pubblicato la sua proposta di sanzioni contro la Russia. Bruxelles dice di avere pronte nuove misure se Putin farà altre mosse contro l'Ucraina.

Per ora le sanzioni sono rivolte contro:

  • Chiunque sia coinvolto nella decisione di riconoscere le autoproclamate repubbliche del Donbass: 351 membri del parlamento russo che hanno sostenuto il riconoscimento insieme a 11 funzionari che lo hanno proposto;
  • Le banche russe che finanziano le operazioni militari e di altro tipo in quei territori;
  • La capacità russe di accedere ai mercati e ai servizi finanziari europei;
  • Gli scambi dalle due regioni separatiste da e verso l'Ue.

 

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Ora tutti i 27 stati membri dell'Ue dovranno accettare le sanzioni proposte. Le divisioni tra i paesi europei sulla politica estera sono fonte di preoccupazione, soprattutto nel caso dell'Ungheria – il primo ministro Viktor Orban ha uno stretto rapporto con Mosca – mentre Italia, Austria e Germania sono impensieriti per le forniture e i prezzi energetici.

   

Intanto anche il governo britannico ha pubblicato i dettagli delle sanzioni che intende imporre alla Russia. Londra congelerà i beni di tre oligarchi russi: Gennadiy Timchenko, Boris Rotenberg e Igor Rotenberg. Sono state anche annunciate sanzioni contro cinque banche.

   

  • Timchenko è l'uomo più ricco della Russia, secondo Bloomberg. È fondatore del gruppo di investimento privato Volga Group, specializzato in investimenti in asset energetici, trasporti e infrastrutture. Nelle motivazioni pubblicate da Londra si spiega che Timchenko è il principale azionista della banca “Rossiya”, un attore chiave nel National Media Group che sostiene la politica russa che sta destabilizzando l'Ucraina. Dopo l'annessione della Crimea, la Banca "Rossiya" ha ampliato le sue filiali e la fornitura di assicurazioni e investimenti in tutta la Crimea e Sebastopoli; offre supporto alle attività militari e alla formazione di importanti collegamenti che consentono di spostarsi agevolmente all'interno della penisola. Ha insomma sostenuto il consolidamento della Crimea nella Federazione Russa dopo l'annessione illegale del 2014.
  • Boris Rotenberg comproprietario (con il fratello Arkady) del gruppo SGM (StroyGazMontazh), la più grande impresa di costruzioni di gasdotti e linee di alimentazione elettrica in Russia. È considerato uno stretto confidente del presidente Putin. Rotenberg è uno dei principali azionisti di SMP Bank e siede nel suo consiglio di amministrazione. Il settore finanziarioè di importanza strategica per il governo russo.
  • Igor Rotenberg, il figlio maggiore ed erede di Arkady Rotenberg, è l'azionista di maggioranza di Gazprom Drilling. È un importante uomo d'affari con stretti legami famigliari con Putin. È il presidente del cda dei Sistemi Telematici Nazionali (NTS). NTS svolge attività nel settore dei trasporti, che è di importanza strategica per il governo russo. Igor Rotenberg è anche azionista di RT-Invest Transport Systems (RTITS). RTITS, che gestisce il sistema di pedaggio "Platon", altrettanto strategico per Mosca.

  

Le due banche colpite sono Rossiya, per i motivi spiegati sopra, la Black Sea Bank Development and Reconstruction, una banca della Crimea creata subito dopo l'annessione illegale del 2014, e gli istituti russi Is ("Industrial Savings") Bank, GenbankPJSC Promsvyazbank, il cui compito principale è finanziare le imprese del settore della difesa. Tutti gli istituti colpiti hanno facilitato, con i loro servizi, l'integrazione della Crimea nella Federazione russa attraverso il sistema finanziario.


          

Berlino sospende le autorizzazioni per il Nord Stream 2

[22 febbraio ore 12.40]

Il governo tedesco ha deciso di sospendere le autorizzazioni per il gasdotto Nord Stream 2. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha spiegato di aver chiesto al ministero federale dell'Economia di prendere le misure amministrative necessarie affinché il gasdotto non possa essere "certificato, per il momento", dice la Bild. "Senza questa certificazione, il Nord Stream 2 non può entrare in funzione", ha detto il leader di Berlino. Sempre parlando alla Bild, il capo del gruppo Ppe (Conservatori) al Parlamento europeo Manfred Weber è stato ancora più radicale. Il vice della Csu sostiene sia giunto il momento di staccare la spina al più importante progetto economico tedesco-russo degli ultimi anni, ideato dall'ex cancelliere Gerhard Schröder (del partito socialista Spd) e promosso dal suo successore Angela Merkel (Cdu). “Nord Stream 2 non ha futuro. Il governo federale deve interrompere immediatamente il progetto. Il tempo della pacificazione è finito. Si tratta di guerra e pace". 

   

Come abbiamo spiegato qui, prima che la Russia iniziasse a esercitare la sua pressione militare sul confine ucraino, l’Agenzia federale tedesca per le reti aveva sospeso il via libera al gasdotto, ormai pronto a entrare in funzione. Formalmente potrebbe essere tutto sbloccato quando la controllata di Gazprom si metterà in regola con le richieste europee di gestione della rete. Ma le tensioni politiche con la Russia mettono ancora una volta in discussione l’entrata in funzione della contestata infrastruttura che dovrebbe rifornire l’Europa di 55 miliardi l’anno di gas senza passare dall’Ucraina. 

  

     
Non bisogna immaginare dunque che sia la costruzione del gasdotto ad essere interrotta. Il Nord Stream 2 è stato completato il 6 settembre 2021. Si estende per 1.230 chilometri sotto il Mar Baltico (è il più lungo del mondo) è costato 11 miliardi di dollari ed è per il 51 per cento di proprietà di Gazprom, la compagnia energetica russa a maggioranza statale. La mossa del cancelliere Scholz è dunque simbolica e diplomatica: non significa che non acquisterà più il gas russo nè che interromperà l'uso del Nord Stream 2 (che ancora non è stato avviato, appunto per i detti problemi formali). Ma la Germania è il principale cliente di gas naturale russo e la decisione del cancelliere è considerata come una delle misure più forti che l'Europa potesse adottare. La Germania, sospendendo l'autorizzazione del gasdotto interrompe per il momento l'avanzamento del processo di certificazione. E apre così un tavolo diplomatico e fa pressione sul Cremlino

  

Le forniture globali di gas russo continueranno ininterrotte, ha detto Putin. "La Russia mira a non interrompere le forniture ai mercati mondiali, a migliorare le relative infrastrutture e ad aumentare gli investimenti nel settore del gas", ha scritto in un commento letto in un vertice sul gas in Qatar.

      

"Penso che la nostra posizione sia sempre stata molto chiara: Nord Stream 2 è un progetto politico e un progetto commerciale e così deve essere visto", ha spiegato il portavoce della Commissione Ue, Eric Mame. Del resto la presidente Ursula von der Leyen "ha sempre detto che il gasdotto è sul tavolo quando si tratta di rispondere alla aggressione russa all'Ucraina". 


     

L'esperienza di un italiano a Donetsk

"Qui è guerra e nessuno riesce a fare niente per risolverla". L'AdnKronos ha parlato con un italiano che si è trasferito in Ucraina con la sua famiglia 18 anni fa e oggi vive a Donetsk, il capoluogo di una delle due repubbliche autoproclamate del Donbass riconosciute ieri dalla Russia. "In città la situazione è calma, ma fuori è piu' critica. I bombardamenti non si fermano da tre-quattro giorni e verso il confine si sente il rumore delle bombe che cadono", racconta nell'intervista, nella quale spiega come a Donetsk ci sia "un'invasione di fatto" da otto anni, da quando cioè è scoppiata la guerra del Donbass tra le forze ucraine ed i separatisti filo-russi. "Ormai sono otto anni che il conflitto va avanti, sebbene gli scontri non hanno avuto sempre la stessa intensità. Il mio nipotino è nato qui nel 2014 e si può dire che è un bambino di guerra", afferma l'uomo, che ha preferire mantenere l'anonimato e che esclude per il momento di lasciare Donetsk. "Restiamo qui fin quando sarà possibile resistere. Non è facile spostarsi dopo 18 anni e non possiamo caricare tutto su un aereo ed andarcene", dichiara evidenziando anche le difficoltà di muoversi in "un'area dove ci sono i combattimenti. Tramite l'Ucraina non posso uscire perché ora è difficile raggiungere Kiev. L'unica strada è attraverso il confine con la Russia, ma serve un visto e quindi è complicato spostarsi". L'uomo precisa di non avere contatti con i nostri rappresentanti diplomatici, "anche se ogni tanto ci arriva un messaggio della Farnesina che chiede di andarcene, ma non è cosi facile". Putin, a suo parere, ha "creato il terremoto più grande del 21esimo secolo". Resta l'amarezza per una situazione che si sarebbe potuto risolvere se la comunità internazionale in questi anni "avesse fatto qualcosa. In otto anni non si è trovato un accordo, ognuno si è fatto gli affari propri, ma nell'ultimo mese sono arrivati tutti in Ucraina - conclude - Ma cosa hanno risolto? Ora il mondo è diverso e si dovrà trattate su tutte altre basi con Putin".


   

L'Ue discute sulle sanzioni, Orbán cerca di mettersi in mezzo. La Germania sospende Nord Stream 2 e fa pressioni sulla Uefa

[22 febbraio ore 12.30]

La Commissione europea sta lavorando a un pacchetto di sanzioni alla Russia, che ricalca quello imposto al momento dell'annessione della Crimea, mettendo al bando importazioni ed esportazioni da entità separatiste e colpendo direttamente gli interessi dei notabili russi in prima linea nel Donbass. L'unanimità però non c'è. L'Ungheria di Orbán ha sottolineato "l'importanza del dialogo" e ha cercato di rimandare il discorso e indebolire il pacchetto di sanzioni.

Nel frattempo la Germania ha deciso di sospendere l'autorizzazione del gasdotto Nord Stream 2 e Scholz cerca, con Italia e Austria, di aumentare l'impatto delle sanzioni. Non solo in campo economico.

La Federcalcio tedesca infatti sta chiedendo insistentemente alla Uefa di spostare altrove la finale di Champions League che si dovrebbe disputare a San Pietroburgo.


 

Erdogan prova a mediare tra Russia e Ucraina

[22 febbraio ore 11.35]

"Consideriamo inaccettabile questa decisione della Russia. Ripetiamo il nostro appello al buon senso e al rispetto del diritto internazionale da parte di tutte le parti". A Reuters il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan,si è offerto di mediare tra Mosca e Kiev, mettendo in guardia la Russia da un'invasione dell'Ucraina, ma criticando la gestione della crisi da parte dell'Occidente.


 

Draghi : "Quella russa è un’inaccettabile violazione della sovranità democratica"

[22 febbraio 11.10]

In apertura del suo discorso alla cerimonia al Consiglio di Stato, il presidente del Consiglio Mario Draghi è intervenuto sulla crisi tra Russia e Ucraina. "Voglio prima di tutto esprimere la mia più ferma condanna per la decisione del governo russo di riconoscere i due territori separatisti del Donbass. Si tratta di un’inaccettabile violazione della sovranità democratica e dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Sono in costante contatto con gli alleati per trovare una soluzione pacifica alla crisi ed evitare una guerra nel cuore dell’Europa. La via del dialogo resta essenziale, ma stiamo già definendo nell’ambito dell’Unione europea misure e sanzioni nei confronti della Russia".


 

L'Europa pronta a sanzioni contro la Russia

[22 febbraio ore 10.20]

L'Alto Rappresentante per la Politica Estera Ue, Josep Borrell, ha dichiarato che "oggi pomeriggio adotteremo le prime sanzioni contro la Russia. Dopo il Forum per la Cooperazione Indo-Pacifica inizierà "un Consiglio degli Affari Esteri informale "per discutere un dossier di sanzioni" dopo il riconoscimento da parte di Mosca delle regioni separatiste di Donetsk e Lugansk. "Continueremo a coordinarci con i nostri partner europei e alleati perché quello che è avvenuto ieri è un gravissimo ostacolo a una soluzione diplomatica di questa crisi", ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Intanto il parlamento della Repubblica popolare di Lugansk ha ratificato oggi l'accordo di amicizia, cooperazione e mutuo soccorso con la Russia.


 

La Russia è pronta ad annettersi tutto il Donbass

[22 febbraio ore 9]

L'Ucraina ha chiesto alla Russia di rinunciare al riconoscimento delle Repubbliche autoproclamate del Donbass.''Cancelli la decisione sul riconoscimento e torni al tavolo negoziale'', ha affermato l'ambasciatore ucraino alle Nazioni Unite, Sergiy Kyslytsya, durante la riunione di  emergenza dell'esecutivo Onu. Il Cremlino però non sembra voler tornare sui suoi passi e anzi potrebbe rilanciare.

Secondo il giornalista del Moscow Times Pjotr ​​Sauer, il vicepresidente della Duma russa Leonid Kalashnikov ha affermato che la Russia riconoscerà l'indipendenza dell'intera regione di Donetsk e Luganks. E questo nonostante solo un terzo dei territori sia di maggioranza russofona e controllato dai separatisti filorussi.

 

 

Nella notte al confine tra Ucraina e Russia sono morti due soldati ucraini, colpiti da i colpi d'artiglieria dei filorussi, secondo il rapporto sulla situazione delle operazioni delle forze congiunte ucraine pubblicato questa mattina.


   

L'Onu cerca una soluzione alla crisi. Gran Bretagna, Stati Uniti e Francia annunciano sanzioni

[22 febbraio 7.45]

Nella notte è stata convovata una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dove la Russia è presidente di turno, per cercare un'ultima e disperata soluzione diplomatica alla crisi ai confini dell'Ucraina dopo che lunedì Putin ha deciso di riconoscere le autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk. Il biasimo per la scelta del presidente russo è stato collettivo.

Per il sottosegretario agli affari politici dell'Onu, Rosemary Dicarlo, "le prossime ore e giorni saranno critici. Il rischio di un grande conflitto è reale e deve essere prevenuto a tutti i costi". Un rischio sottolineato anche dall'ambasciatrice americana all'Onu, Linda Thomas-Greenfield: "Putin sta testando il sistema internazionale, la nostra determinazione, sta vedendo fino a che punto può spingerci". L'America continua a "credere nella diplomazia come unico luogo per risolvere responsabilmente le divergenze. Ma un attacco all'Ucraina è un attacco alla sovranità di ogni stato membro dell'Onu e alla Carta delle Nazioni Unite e avrà conseguenze rapide e gravi".

L'ambasciatrice britannica all'Onu Barbara Woodward ha annunciato che il Regno Unito "annuncerà nuove sanzioni contro Mosca. La Russia ci ha portato sull'orlo del baratro, la esortiamo a fare un passo indietro", prima di esorare il Consiglio di Sicurezza ad "assumersi le proprie responsabilità sulla pace e la sicurezza, deve essere unito nel chiedere alla Russia una de-escalation e condannare l'aggressione alla sovranità e integrità territoriale".

Anche Stati Uniti e Francia hanno annunciato sanzioni.

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha firmato un ordine esecutivo che blocca qualunque nuovo investimento, scambio commerciale o finanziamento da parte di entità americane nelle regioni separatiste ucraine di Donetsk e Luhansk.


     

     

21 FEBBRAIO

La giornata. Con un messaggio alla nazione Vladimir Putin ha detto che la Russia ha riconosciuto le regioni separatiste dell'Ucraina, Lugansk e Donetsk, come stati indipendenti e ha inviato truppe di "mantenimento della pace" nelle aree del Donbass. Secondo il presidente russo l'Ucraina è un pericolo per la sicurezza nazionale russa, ha armi nucleari ed è "una marionetta nella mani" dell'Occidente.

Ben prima delle parole di Putin la situazione nelle zone di confine tra Ucraina e Russia continuava a peggiorare con un incremento delle violazioni del cessate il fuoco e attacchi sempre più frequenti sotto falsa bandiera.

 

Putin riconosce le autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk e dà la colpa alla Nato

[21 febbraio ore 20.45]

Vladimir Putin, nel suo discorso alla nazione, ha annunciato il riconoscimento dell'indipendenza delle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk.

Per il presidente russo infatti "l'Ucraina minaccia la sicurezza della Russia", in quanto "è una marionetta nelle mani degli Stati Uniti" che "ha rubato il gas russo e ha ricattato Mosca", che "si sta preparando a distruggere le chiese russe, persino la religione è stata inserita in questa campagna punitiva antirussa". Ha aggiunto che la minaccia di un ingresso dell'Ucraina nella Nato è una preoccupazione e un "pericolo" per la sicurezza nazionale russa.

Putin ha puntato il dito contro la Nato che "ci ha ingannato sull'espansione a est: hanno detto che non lo avrebbero fatto e invece è esattamente ciò che è accaduto", sebbene, a eccezione delle repubbliche baltiche non ci siano membri Nato ai confini della Russia e che l'ingresso dell'Ucraina all'interno dell'alleanza atlantica non sia ancora in programma, come ribadito da più parti in questi giorni.

Il presidente russo ha sottolineato che "l'Ucraina non è un paese confinante, ma parte integrante della nostra storia. La situazione nel Donbass è diventata estremamente critica. Sono nostri compagni, Donetsk e Lugansk, abbiamo legami storici e culturali. Spesso gli ucraini stessi si considerano parte della Russia. Siamo uniti da sempre, nell'unità dello spirito".

"L'Ucraina – ha spiegato Putin – è dominata da oligarchi che hanno portato avanti gli interessi delle loro aziende e dividere l'Ucraina dalla Russia e questi oligarchi hanno sfruttato la frustrazione dei cittadini ucraini e hanno messo in atto un colpo di stato. I fondi ricevuti dall'estero non sono finiti nelle tasche dei cittadini, ma in quelle degli oligarchi. I cittadini hanno sofferto sempre di piu". Fondi che secondo il presidente russo sono giunti a Kiev anche dalla Russia: "Abbiamo aiutato anche con i debiti. Stiamo parlando di centinaia di milioni di dollari. Nel 2017 eravamo pronti ad accollarci tutto il debito e, in cambio, il paese avrebbe dovuto rinunciare ad alcuni dei suoi asset all'estero".

   

Putin dice di voler riconoscere le repubbliche di Donetsk e Lugansk

[21 febbraio ore 19.10]

Vladimir Putin ha telefonato al presidente francese Emmanuel Macron e al cancelliere tedesco Olaf Scholz per informarli della decisione di firmare il decreto sul riconoscimento delle repubbliche di Donetsk e Lugansk.

L'Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell ha fatto un ultimo appello al presidente russo affinché "rispetti il diritto internazionale e gli accordi di Minsk e ci aspettiamo che non riconosca l'indipendenza" delle regioni separatiste. "Se lo farà siamo pronti a reagire come un unico fronte", ha aggiunto Borrell.

La mossa di Putin era stata anticipata dalle dichiarazione del ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, che ha detto di aver chiesto formalmente ai membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu di riunirsi per discutere di quanto sta accadendo ai confini dell'Ucraina e trovare una soluzione per una "de-escalation reale" in modo di "garantire la sicurezza dell'Ucraina, sottolineando come l'Occidente, in un accordo, si era impegnato di proteggere Kiev dopo gli sforzi per rimuovere le armi nucleari dal paese dopo la caduta dell'Unione sovietica.

La richiesta avanzata da Kuleba pone le basi per la convocazione di una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha convocato una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale ucraino.


    

Il consiglio di sicurezza russo

[21 febbraio ore 15.45]

Putin riunisce in diretta tv il consiglio di sicurezza. "L'occidente non è pronto ad accettare le proposte russe", dice il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. E conferma che la data del suo summit con il segretario di stato americano Blinken è giovedì 24 febbraio a Ginevra

Sulle risposte alle richieste della Russia ci "sono progressi, non sono significativi, ma ci sono progressi, il nostro approccio di principio ha scosso gli Stati Uniti e i loro alleati, costretti ad adottare molte delle proposte russe per quanto riguarda il controllo delle armi", ha detto Lavrov. 

Mosca sta considerando la richiesta di riconoscimento dei separatisti ucraini, ha detto il presidente russo Vladimir Putin. La Russia ha fatto di tutto per risolvere pacificamente e con mezzi diplomatici i conflitti e le contraddizioni nel Donbass, ha detto Putin durante il Consiglio di sicurezza nazionale, ma "Kiev ha già condotto tra operazioni punitive contro il Donbass e sembra proprio che si stia avventurando in un'altra. Gli ultimi sviluppi dimostrano che le autorità ucraine non hanno nessuna intenzione di implementare gli accordi di Minsk". Joe Biden "mi ha detto che una moratoria di qualche tipo", sull'adesione dell'Ucraina alla Nato, "è possibile", dice Putin, e sottolinea che la moratoria "semplicemente riflette la realtà, cioè che l'Ucraina non è pronta" a fare parte del patto atlantico. 

  

È entrata in vigore una no-fly zone dichiarata dalla Russia sul Mar d'Azov, a est della Crimea. Mosca ha emesso il notam (avviso agli aviatori) nella tarda notte di domenica, escludendo gli aerei di linea commerciali dalla zona, che confina con il cruciale porto ucraino di Mariupol, vicino alla linea di contatto tra le forze separatiste filo-russe e quelle governative.


   

Cosa sappiamo sugli attacchi nel Donbass

[21 febbraio ore 14]

La situazione in direzione di Mariupol non fa che peggiorare. Nelle zone contese del Donbass è difficile avere un'idea chiara di chi sta sparando a chi. È qui che l'esercito ucraino e i separatisti sostenuti dalla Russia combattono dal 2014. Nel loro ultimo rapporto, relativo al 17-18 febbraio, gli osservatori internazionali dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) parlano di centinaia di violazioni del cessate il fuoco. Da allora la situazione è andata deteriorandosi.

  

La mappa delle violazioni del cessate il fuoco del 18 febbraio (Osce)

 

I ribelli sostengono che oggi le forze ucraine abbiano attaccato postazioni dell'autoproclamata repubblica popolare di Donetsk nell'area di Kominternovo e che continuino a bombardare gli insediamenti. Sarebbero stati colpiti dai mortai, dicono, un ospedale e una centrale elettrica e un miliziano sarebbe rimasto ucciso. "Una granata ucraina ha distrutto un valico di frontiera russo" nella regione di Rostov, a 150 metri dal confine, incalza Mosca, nonostante Kiev neghi tutto e, anzi, sostenga che sia stata l'artiglieria russa a bombardare aree civili, in un'operazione sotto falsa bandiera.

I rapporti dell'Osce parlano di impatti su entrambi i lati della cosiddetta "linea di contatto", che separa il territorio controllato dal governo dalle aree gestite dai separatisti. Intanto Kiev avverte che Mosca sta confezionando e rilanciando una marea di notizie false. Questa mattina, per esempio, è iniziato a circolare un video raccapricciante che pretendeva di mostrare un bambino smembrato da un proiettile ucraino. Il governo ucraino accusa i separatisti di aver preso i cadaveri dagli obitori e di averli fatti saltare in aria per inscenare una carneficina.


 

La lista nera

[21 febbraio ore 12]

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha respinto i resoconti dell'intelligence americana secondo cui la Russia ha una "lista nera" di ucraini da catturare o uccidere dopo l'invasione. In una lettera inviata a Michelle Bachelet, Alto commissario Onu per i diritti umani, l'ambasciatore di Washington presso le Nazioni Unite ha affermato che la pianificazione post-invasione della Russia avrebbe comportato torture, sparizioni forzate e "diffuse sofferenze umane". 


    

1,2 miliardi Ue a Kiev

[21 febbraio ore 11.30]

Il Consiglio Ue ha finalizzato l'adozione dell'operazione di assistenza macrofinanziaria di emergenza di 1,2 miliardi di euro in forma di prestiti per promuovere la stabilità in Ucraina. Intanto diverse importanti compagnie aeree europee hanno annunciato che sospenderanno o ridurranno i voli per l'Ucraina a causa di problemi di sicurezza. Il ministro delle infrastrutture ucraino ha insistito sul fatto che lo spazio aereo del paese rimane aperto.

 


    

Oltre 60.000 civili evacuati dalle aree controllate dai ribelli, dice Mosca

[21 febbraio ore 11.20]

Il ministro russo per le emergenze ha detto che oltre 60.000 civili sono stati evacuati dalle aree controllate dai ribelli nell'Ucraina orientale in Russia. Gli Stati Uniti sostengono che le evacuazioni siano un cinico tentativo di distrazione e servano per creare un clima vittimista utile a giustificare l'incombente invasione russa dell'Ucraina.


   

Il Cremlino non esclude il vertice Biden-Putin ma frena: ancora nessun accordo

[21 febbraio ore 10.40]

Il Cremlino ha detto che non ci sono ancora piani concreti per un vertice sull'Ucraina tra Vladimir Putin e Joe Biden, ma che una chiamata o un incontro potrebbe essere organizzato in qualsiasi momento. Circa due ore prima il presidente degli Stati Uniti aveva concordato "in linea di principio" su un summit con il presidente russo, come proposto dalla Francia, dopo le due telefonate tra Macron e Putin di questa mattina.

Insomma, il confronto non è escluso ma afferma al momento non ci sono accordi in tal senso. "Naturalmente noi non escludiamo" la possibilità di tenere colloqui, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, secondo l'agenzia Interfax. "Se necessario certamente i presidenti di Russia e Stati Uniti in ogni momento possono prendere la decisione di avere dei contatti per telefono o di persona. Questa sarà una loro decisione". 

"L'incontro - ha aggiunto Peskov - è possibile se i leader dei due paesi lo riterranno opportuno. Al momento vi è chiara comprensione sulla necessità di continuare il dialogo a livello di ministri". Qualsiasi vertice dipende dall'esito dei colloqui tra il Segretario di Stato Antony Blinken e il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov in Europa questa settimana.

L'Eliseo aveva spiegato che il confronto, esteso a "tutte le parti in causa", si sarebbe concentrato su "sicurezza e stabilità strategica in Europa".  

 

Il Cremlino ha anche annunciato che oggi il presidente Putin presiederà una riunione non programmata del potente consiglio di sicurezza russo. Le tensioni sull'Ucraina saranno quasi certamente in cima all'agenda.


 

L'Ucraina chiede sanzioni subito

[21 febbraio ore 9.15]

Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba è a Bruxelles per il consiglio Affari Esteri e ha detto di aspettarsi già da oggi "delle decisioni, non solo dei messaggi politici. Ci sono tutte le ragioni per imporre una parte delle sanzioni già ora".

"L'Ucraina è sotto attacco dal 2014 e quello che stiamo vedendo ora è un'operazione ibrida - ha aggiunto -, con l'aumento delle truppe ai nostri confini, cyberattacchi, guerra d'informazione".


   

La diplomazia e la propaganda

[21 febbraio ore 8]

Mentre il presidente francese Emmanuel Macron prosegue i suoi sforzi diplomatici per una de-escalation, gli Stati Uniti confermano che un'invasione russa dell'Ucraina ormai è alle porte. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha concordato "in linea di principio" di tenere un vertice con il presidente russo Vladimir Putin per discutere della crisi, come proposto dalla Francia — dopo due telefonate tra Macron e Putin, durate quasi tre ore in totale —. Ma i colloqui avranno luogo solo se la Russia non invaderà il suo vicino, ha detto la Casa Bianca. L'ufficio di Macron ha detto che i dettagli del possibile vertice saranno discussi giovedì durante un incontro tra il Segretario di Stato americano Antony Blinken e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov.  L'Eliseo ha detto che i leader russo Putin e ucraino Zelensky hanno deciso di riprendere i colloqui attraverso il formato Normandia, un gruppo creato per risolvere il conflitto che comprende Russia, Ucraina, Francia e Germania. Tuttavia, come scriviamo in Europa Ore 7 di oggi, alcuni osservatori temono che il nuovo ordine europeo immaginato da Marcon sia una grande concessione a Putin e possa provocare una frattura interna al fronte occidentale.

    

    

Secondo le stime degli Stati Uniti, Mosca ha ammassato dai 150 mila ai 190 mila soldati vicino ai confini dell'Ucraina. Un funzionario dell'intelligence americana ha detto alla Cnn che la Russia ora ha quasi il 75 per cento delle sue forze convenzionali schierate nell'area.

   

    

Il Cremlino nega qualsiasi intenzione di invadere ma intanto su tutti i media accusa Kiev di pianificare un attacco alle aree detenute dai separatisti sostenuti dalla Russia, prendendo di mira anche civili innocenti. La propaganda interna vuole dare l'impressione che Mosca abbia il dovere morale di difendere i "compatrioti" in Ucraina.

  

  

I separatisti filorussi del Donbass, dove si continua a sparare, hanno invitato i civili ad evacuare. Uno sviluppo preoccupante nella crisi, proprio perché l'Occidente teme che i filo-russi e Mosca vogliano creare l'impressione di un pericolo imminente, fare partire delle operazioni sotto falsa bandiera e avere così la scusa per attaccare. Secondo il ministero della Difesa ucraino, domenica sera - intorno alle 21:00 ora locale - l'artiglieria russa avrebbe bombardato aree civili a Lugansk da Lobacheve, in un'operazione sotto falsa bandiera da attribuire all'Ucraina

 

  

Mosca aveva annunciato che le esercitazioni militari in Bielorussia, dove sono schierati 30.000 soldati russi, si sarebbero concluse domenica. Ma ora Minsk avverte che le truppe russe rimarranno sul suo territorio anche dopo la fine delle manovre congiunte.

  

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