Vertice sui Balcani a Bruxelles (foto LaPresse)

Europeismo ferito

Redazione

Skopje indice elezioni anticipate dopo il mancato avvio dei negoziati con l’Ue

La Macedonia del nord non ha tempo da perdere, ha detto il premier Zoran Zaev nel fine settimana, annunciando la necessità di indire elezioni anticipate dopo che giovedì i leader europei non sono riusciti a trovare un accordo per l’avvio dei colloqui di adesione all’Unione europea con Skopje. Zaev, eletto nel 2017, aveva fatto della battaglia sul nome il senso del suo mandato, aveva dato ai cittadini l’opportunità di esprimersi al riguardo con un referendum di un europeismo raro: “Sei favorevole a un’adesione all’Ue e alla Nato attraverso l’accettazione dell’accordo tra Macedonia e Grecia?”. La consultazione non raggiunse il quorum, ma chi andò a votare rispose di “sì”, e Zaev portò la battaglia in Parlamento e riuscì a convincere la maggioranza dei deputati che l’accordo con Atene non era così male e poi aggiungere quel “del nord”, storpiare un po’ il nome con il quale i macedoni avrebbero voluto veder riconosciuta la loro nazione, era un compromesso più che accettabile per sentirsi finalmente chiamare europei e atlantici. Il percorso verso la Nato non è stato interrotto, il segretario generale Jens Stoltenberg ha fatto sapere che i colloqui con Skopje vanno avanti, ma per Bruxelles non è il momento, così ha voluto la Francia di Emmanuel Macron. La scorsa settimana, a Tolosa, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, aveva tentato di convincere Macron del fatto che l’Ue si fosse impegnata con la Macedonia già da prima, già da quando le aveva chiesto di risolvere la contesa con la Grecia. L’avvio dei negoziati con Macedonia del nord e Albania è diventato una battaglia anche italiana, l’Italia ha deciso di inserire la questione nell’ordine del giorno del Consiglio affari generali del 19 novembre. Ma per il presidente francese l’Ue non ha bisogno di allargarsi e quella promessa a Skopje è rimasta sospesa. Le elezioni in Macedonia saranno il 12 aprile e serviranno a contarsi, a stabilire che volto vuole avere la nazione nel futuro. Zoran Zaev ha parlato di “errore storico”, ha ringraziato i leader europei che si sono impegnati a rispettare le loro promesse e ha avvertito che il primo risultato, quello immediato, che ha avuto la decisione degli europei è stato di immettere di nuovo Skopje sulla strada verso l’est.

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