Pierre Moscovici e Giuseppe Conte (foto LaPresse)

L'Ue richiama (ancora) l'Italia sui conti pubblici. Ma lo spread tiene

Mariarosaria Marchesano

Bruxelles dice che la manovra del governo giallorosso non rispetta la riduzione del deficit e attende una risposta entro domani

Milano. Ci sono lettere e lettere. Quelle inviate lo scorso anno da Bruxelles al governo giallo-verde presieduto da Giuseppe Conte, nel periodo che va dall'8 ottobre a metà novembre, avevano fatto impennare lo spread oltre 300 punti base gettando l'Italia nel caos. Quella recapitata dalla Commissione europea all'esecutivo giallo-rosso, sempre presieduto da Conte, ha avuto, per ora, solo un leggero impatto sul differenziale tra Btp e Bund, che stamattina ha aperto a 144 punti base, contro i 132 della chiusura di ieri, ma poi ha iniziato a scendere 

 

Certo, le differenze non mancano. Lo scorso anno il governo aveva chiaramente espresso la volontà di deviare dagli impegni assunti con Bruxelles (e la Commissione dopo essersi mostrata disponibile al dialogo, aveva chiesto modifiche sostanziali della manovra evocando la possibilità di una procedura d'infrazione). Quest'anno il vicepresidente Valdis Dombrovskis e il commissario Pierre Moscovici, si limitano a chiedere chiarimenti per “determinare se esiste il rischio di una deviazione significativa” da quanto concordato.

 

 

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Insomma, come spiega Moscovici, si tratta di “una lettera completamente diversa da quella che era stata indirizzata al governo precedente e ultimo e che manifesta esattamente quello che avevo annunciato la settimana scorsa. Siamo in un processo di dialogo positivo con il governo italiano. Il ruolo della Commissione è di stabilire i fatti oggettivi, quello che va nella direzione giusta, globalmente, e anche di notare un certo numero di aggiustamenti, o 'disaggiustamenti', nei confronti delle regole. Se avessimo dovuto chiedere un cambiamento del bilancio, o un cambiamento delle cifre o un cambiamento della politica lo avremmo scritto. È quello che avevamo fatto un anno fa. Non è quello che abbiamo oggi”.

 

E così se un anno fa gli investitori erano in fuga e per collocare i buoni del tesoro decennali l'Italia doveva pagare un rendimento anche superiore al 3,5 per cento, oggi il premier Conte rivendica che proprio la riduzione dello spread consentirà un risparmio di spese per interessi pari a 18 miliardi di euro nei prossimi tre anni (come se non ci fosse stato lui a capo dell'esecutivo che ne aveva generato l'impennata). E non è certo un caso che il nuovo Btp Italia abbia avuto un esordio sprint con oltre 2 miliardi di euro di richieste nonostante la cedola minima sia piuttosto contenuta (0,6 per cento). In un solo giorno la domanda dei risparmiatori ha raggiunto quella raccolta in quattro sedute nel 2018

 

Ad ogni modo, il richiamo nei confronti del governo italiano c'è. Secondo la Commissione la manovra dell’Italia non rispetta le regole e il peggioramento del deficit strutturale appare non in linea con gli impegni assunti dall'Ecofin (cioè dai ministri delle finanze dei paesi membri dell'Unione) lo scorso luglio. Così la Ue si domanda se l'Italia intenda rispettare gli impegni assunti in chiave europea su questo punto e chiede ulteriori informazioni sulla precisa composizione dei cambiamenti del bilancio strutturale e sugli sviluppi della spesa previsti per il 2020. Informazioni che sarebbero utili a determinare se esiste effettivamente un rischio di deviazione significativa dall'aggiustamento di bilancio raccomandato nel 2020 e negli anni 2019 e 2020.

I chiarimenti dovranno arrivare entro domani “per consentire alla Commissione di tenerli in considerazione prima di dare l’opinione formale sulla manovra”. Il tempo stringe e il favore accordato dai mercati alla nuova compagine di Palazzo Chigi - che si fonda essenzialmente su un rapporto non conflittuale con l'Unione europea - probabilmente non è eterna.