(foto LaPresse)

Italia, un bel canto

Maurizio Crippa

Ci siamo commossi tutti, pure i sordi o gli stonati come me, sentendo dai social la gente di Siena cantare in coro dalle finestre. E poi le voci e le canzoni nella notte illuminata di Napoli. Siamo ancora un popolo, noi italiani

Ci siamo commossi tutti, pure i sordi o gli stonati come me, sentendo dai social la gente di Siena cantare in coro dalle finestre nella strada vuota e buia. E poi le voci e le canzoni nella notte illuminata di Napoli. Spontanei, anche prima che partissero i flash mob. Ma più ancora i senesi, perché cantavano in coro. Tutti quanti usiamo la radio, o Spotify, per “sentirci cantare”. Abbiamo dimenticato cosa significa cantare insieme, vincendo magari il nostro falso pudore. Invece cantare, non soltanto sotto la doccia ma insieme, in coro, con una voce sola, è il fondamento di un popolo, di una civiltà. Significa condividere la propria voce, persino poco intonata, metterla a disposizione per fare di tutte una voce comune, che non è più la mia, o quella di altri che cantano, ma è nostra, di tutti. E’ la base di una comunità e di ogni cultura, prima ancora dei libri letti o dei musei visti. I canti che trascendono le nostre distanze sono il lievito per essere popolo. A ogni latitudine. Hanno cantato anche i cinesi con il virus e cantano in Siria, in chiesa, sotto le bombe. Abbiamo cantato. Siamo ancora un popolo, noi italiani. Che commozione.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"