Il santuario di Lourdes

Le piscine di Lourdes

Maurizio Crippa

L’Apocalisse è rimandata, avvertite Giordano

Alberto Melloni ha ragione, criticando su Repubblica il modo sbagliato di chiudere le chiese, e un eccesso di disinteresse da parte della chiesa gerarchica. Però, seguendo il filo dei cattivi pensieri, dopo aver letto Mario Giordano, quello che spaccava le zucche di Halloween, lagnarsi come una beghina perché le chiese sono chiuse e il governo (pagato da Soros?) ha imposto la “quarantena cattolica”, vien voglia di dire che le messe in televisione sono bellissime, punto. Diversamente, ma anche naturalmente, la notizia sparata nei titoli che la Francia ha deciso di chiudere il santuario di Lourdes, che è il luogo al mondo dove la malattia e la sofferenza trovano senso e pace, che sono la guarigione più incredibile da sperare e da vedere sui volti delle persone, fa impressione. Una cattiva impressione. Superata l’impressione, si scopre che (per ora) sono state chiuse solo le piscine, tutte le piscine. E un po’ sembra normale – a nessun cristiano, tanto meno a santa Bernadette, verrebbe in mente di ammalarsi apposta per vedere se il pellegrinaggio a Lourdes funziona – ma a meglio pensarci c’è qualcosa di esorbitante: quell’acqua miracolosamente sgorgata sotto il naso storto dei laicissimi prefetti del Secondo Impero, è sgorgata per guarire. E che non possa infettare (e ne hanno visti di virus, quelle piscine), è una cosa che pertiene al giudizio della fede, e non del ministero. Però i pellegrinaggi alla Grotta continueranno, anche se con una serie di limitazioni e di maggiori controlli di prevenzione. L’Apocalisse è rimandata, avvertite Giordano, e sanfedisti come lui.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"