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Gothic novel alla milanese con depressione da untori

Maurizio Crippa

Peggio del coronavirus, peggio dell’aviaria. Pare che ci sia in giro a Milano una “avvelenatrice di piccioni” che sparge riso o mais avvelenato

C’è il nostro caro presidente che parla all’Italia tutta, così sarà contento pure Ezio Mauro, tranquillizzante come un plaid quando hai l’influenza: “Dobbiamo assolutamente evitare stati di ansia immotivati e spesso controproducenti”. Per limitarci qui a Milano, il capoluogo della regione rossa (scusaci Bonaccini), c’è Beppe Sala che ripete su con la vita! E lavorare bene come sappiamo fare noi. E qui di sopra, l’arcivescovo emerito ci spiega come salvarsi comunitariamente dal terrore che atterrì persino Renzo Tramaglino. Bene. Una delle tante cose da fare, per recuperare calma e fiducia, sarebbe cercare di togliersi, qui a Milano, quell’aria da untori che ci hanno sputazzato addosso, e senza mascherina. Però – sarò pessimista, sarà che mi piacciono le gothic novel – c’è questa storiella infernale, sembra un Edgar Allan Poe con due spritz di troppo. Racconta il Giorno, sentinella delle cronache, che qualche sera fa, c’era un freddo becco e Piazza Duomo vuota e buia come negli Anni di piombo, qualcuno ha scoperto una improvvisa moria di piccioni. Stecchiti. Tanti. Lì sotto la Madunina. Peggio del corona, peggio dell’aviaria. Pare (pare) che ci sia in giro una “avvelenatrice di piccioni” che sparge riso o mais avvelenato. Ma te pensa, ’sta untorella. Ci mancava. Qualcuno l’ha pure avvistata, e speriamo che racconti in giro che aveva un accento bavarese. Se no qui non ne usciamo più.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"