Va' all'inferno Lombardia
L’odio per la propria terra andrebbe lasciato ai Gadda e agli Arbasino, non alla cattiva digestione dei Saviano. La storia, il risentimento (di sinistra) per la ricchezza e l’industria, il grillismo e altro
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Menate i lombardi, please
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Decidono i politici, non gli scienziati
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Il virus è ancora qui
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La revisione scientifica
Io non so perché ma è dall’inizio del coronavirus che ho in mente questo meme, c’è Heidi quella del cartone animato giapponese che spinge la sua amica (poliomielitica) sulla carrozzina sul bordo di un burrone. Sopra hanno messo le parole. Heidi: “Di dove sei?”. Lei: “Milano”. “Taaac!”. E la butta di sotto. Rido sempre, come certe barzellette dell’asilo, l’ho whatsappata persino al mio amico medico di base. Non so perché. O invece sì. In fondo, nel giochino dell’asilo creato dai burloni dei social c’è tutto quello che stava accadendo e sarebbe accaduto, come esplosione di odio e rancore verso Milano e la Lombardia. Ma loro ci erano arrivati d’intuito, con l’ironia basica del luogo comune, e con qualche settimana d’anticipo sugli insopportabili tromboni dal metabolismo mentale lento come Roberto Saviano o Michele Serra. Per non dire di quell’arnese brutto di Christian Raimo, calembourista da bar che ha sputato su Twitter un “Milano da bare” nei giorni più tragici di Bergamo, e ne andava fiero.
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- Maurizio Crippa
"Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.
E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"