Il governo non è più solo un'accozzaglia
La maggioranza è fragile e a volte impresentabile. Ma ha un senso diverso rispetto a un anno fa. Grazie all’Europa ha svuotato il sovranismo e ora si ritrova persino con un progetto. La differenza tra scambio e mediazione. Indagine sine ira et studio
-
Di Maio taglia ancora la strada a Conte. Litigano anche su Autostrade
-
Stato e Autostrade di ipocrisia
-
L'Agcom e il nuovo patto del Nazareno
-
Il pubblico e la rivoluzione che non c'è
-
“Il meno peggio è riformismo”. Intervista al responsabile economico del Pd
-
L'ascesa irresistibile di Gualtieri. Da ministro a quasi premier
-
Chi è Susanna Ceccardi, la candidata della Lega alle regionali in Toscana
-
Sulla legge elettorale la maggioranza va in tilt
-
Così Paragone vince la gazzarra grillina per il marchio "Italexit"
-
Una volta qui era tutto riformismo. Parla Nannicini
-
La campagna che Conte non può fare
-
I sovranisti spara-balle
-
I tre anni di ottimismo che ci aspettano, grazie alla nuova Europa
-
“Su Sansa non si torna indietro, e Di Maio e Grillo lo sanno”, ci dice Rizzone (M5s)
-
A Matte', ma che stai a di'? L'imbarazzo di Salvini sull'Europa
-
La mistica dello stato imprenditore
-
Una gara europea per Alitalia
In un serissimo editoriale pubblicato ieri su Repubblica, il sempre attento Claudio Tito ha commentato l’operazione realizzata dal governo su Autostrade definendola come l’ennesima prova di una maggioranza sfilacciata, slabbrata, scombiccherata, che non fa altro che dimostrare ogni giorno il suo vero tratto identitario: navigare a vista. Tito ha ragione quando sottolinea che il governo tende a spacciare per rivoluzionario “anche un semplice tagliando al motore”. Ma a quasi un anno dalla nascita del governo giallorosso ciò che forse meriterebbe di essere messo a fuoco con attenzione, sine ira et studio, riguarda un fatto politico ben più interessante delle tradizionali polemiche sull’instabilità dei governi. E quel fatto politico, anche alla luce del caso Autostrade, è abbastanza rilevante e ha a che fare con una trasformazione significativa della maggioranza, passata dall’essere una sterile accozzaglia tenuta in piedi solo per evitare che Salvini potesse andare al governo (che resta comunque un programma niente male) a essere un’armata brancaleone capace di governare con una tecnica, un metodo, un senso e persino un progetto politico.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE
- Claudio Cerasa Direttore
Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.