Stato e Autostrade di ipocrisia
I metodi incivili su Atlantia nascondono alcune opportunità da cogliere: archiviare il modello Alitalia e Ilva e scommettere su uno stato interessato più all’efficienza che alla clientela. Perché la prossima revoca riguarda Conte
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Sulla vicenda Autostrade mettiamoci un punto
La giornata di ieri è stata segnata da due fatti politici importanti apparentemente opposti. Il primo ha a che fare con la scelta del governo su Autostrade, dove al di là delle chiacchiere e al di là della propaganda, la maggioranza ha trovato una mediazione tra la proposta del M5s (la revoca) e la proposta del Pd (una multa) raggiungendo con metodi discutibili un’intesa spericolata con i proprietari di Autostrade. La mediazione prevede quanto segue: la famiglia Benetton, che possiede l’88 per cento delle quote Aspi attraverso la holding Atlantia, arriverà gradualmente a una soglia compresa tra il 10 e il 12 per cento, cederà buona parte delle sue quote a Cdp (controllata del Tesoro, che dovrebbe arrivare al 51 per cento) e accetterà che Aspi venga prima scorporata da Atlantia e poi quotata in Borsa in modo da rendere possibile un’ulteriore diluizione della presenza della famiglia Benetton in Autostrade.
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- Claudio Cerasa Direttore
Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.